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Manovra, via libera dal Consiglio dei ministri: interventi per 30 miliardi. Uno al Reddito di cittadinanza – La Repubblica

MILANO – Via libera dal Consiglio dei ministri la legge di Bilancio per il 2022. Sul tavolo dell’esecutivo non è finita invece la legge sulla concorrenza, che era data sul traguardo per oggi e invece slitta alla prossima settimana. Ci sono volute quattro ore di discussione per il via libera, con il Reddito di cittadinanza che sarebbe stato in particolare al centro del confronto.

L’impianto della Manovra (QUI LA BOZZA) – che si muove nel solco definito con il Documento programmatico di bilancio e conta dunque su risorse in deficit per 23,4 miliardi, cui si sommano alcune poste precedentemente individuate per i singoli interventi – prevede misure per 30 miliardi. E’ stato anticipato dal premier Draghi alla cabina di regia di mercoledì sera. I temi caldi sono quelli delle pensioni, del fisco, dei superbonus edilizi e del Reddito di cittadinanza. Il testo contiene poi le risore per la riforma degli ammortizzatori e quelle, per ora individuate in un fondo ad hoc che però non specifica ancora gli interventi, per il primo assaggio di taglio delle tasse, in attesa della riforma vera e propria del sistema che arriverà con la delega fiscale. Ma con il sindacato resta alta la tensione: a Cdm in corso, la Fiom-Cgil ha infatti approvato un pacchetto di 8 ore di sciopero “per chiedere al governo e al sistema delle imprese risposte in tema di crisi industriali e occupazionali, riforma degli ammortizzatori sociali, precarietà del lavoro, salute e sicurezza, sistema degli appalti e dei subappalti, pensioni e contrasto dell’evasione fiscale”.

Nella bozza entrata al Cdm, 185 articoli in 94 pagine, si confermano le attese principali: dal fondo per il taglio delle tasse da 8 miliardi ai nuovi ammortizzatori. Tra le misure, oltre l’intervento sulle pensioni e il reddito, il rinvio della sugar e plastic tax, i congedi per i papà, il rinnovo dei bonus edilizi, i fondi per la sanità e anche per il Giubileo 2025.

Pensioni, quota 102 e fondo per le Pmi in crisi

Il punto di caduta del braccio di ferro per il superamento di Quota 100 è dunque una Quota 102 secca per un solo anno, il 2022, in cui si potrà andare in pensione in anticipo con 64 anni di età e 38 di contributi e un fondo (da 3-400 milioni, per traghettare i più penalizzati dall’innalzamento dei requisiti). In aggiunta, dai documenti pre-Cdm emergono l’allargamento dell’Ape Sociale a nuove categorie di lavoratori e la conferma di Opzione Donna, entrambe per un anno. Su quest’ultima, il limite di età sale di due anni: non sarà più possibile accedere alla misura che prevede il calcolo dell’assegno completamente contributivo a 58 anni per le dipendenti oltre a un anno di finestra mobile (18 mesi per le autonome) ma saranno necessari 60 anni (61 per le autonome) con 35 di contributi. Quindi in pratica si potrà uscire con 60 anni di età per le dipendenti ma bisognerà aspettare un anno di finestra mobile quindi di fatto si otterrà la pensione a 61 anni per le dipendenti e a 62 e mezzo per le autonome.

La bozza del provvedimento prevede anche un fondo da 600 milioni in 3 anni è per “favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni”. Il fondo ha una dotazione di 200 milioni di euro per gli anni 2022-2024. Con decreto del ministro per lo Sviluppo economico, di concerto con ministri di Economia e Lavoro, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della manovra, “sono definiti criteri, modalità e procedure di erogazione”.

Tra le misure pensionistiche si nota che l’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani “Giovanni Amendola”, viene trasferito all’Inps dal 1° luglio 2022.

Rivisto il Rdc con 1 miliardo, più cassa per Alitalia

Di Reddito di cittadinanza ha parlato la viceministra all’Economia, Laura Castelli, secondo la quale “sarà rafforzato” con le proposte M5s. Per la misura bandiera del M5S (che deve rinunciare al Cashback, sul quale cala lo stop definitivo con risparmio di 1,5 miliardi) arriva l’annunciata stretta, con controlli preventivi e una sospensione dell’assegno a partire dalla seconda proposta di lavoro rifiutata. Previsto un meccanismo a calare: dopo i primi sei mesi il Rdc subirà un taglio di 5 euro al mese, secondo la bozza che precisa però che la misura si applica solo agli ‘occupabili’, cioè i soggetti tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio. Sono esclusi dal taglio i nuclei con bimbi sotto i 3 anni o con disabili gravi o non autosufficienti. La riduzione non si applica a chi riceve meno di 300 euro (moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza). Il taglio viene sospeso quando almeno un componente del nucleo inizia a lavorare. Sale il rifinanziamento della misura, dagli 800 milioni previsti a 1 miliardo, per coprire l’incremento della platea.

Nel testo entrato al Cdm si affronta anche il capitolo della cassa integrazione per i lavoratori di Alitalia commissariata. Con un pacchetto da quasi 400 milioni, si dispone l’estensione a tutto il 2023 e si rifinanzia il Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, che eroga una prestazione integrativa del trattamento tale da garantire che il totale sia pari al 60% della retribuzione lorda (integrazione che potrà salire all’80% in caso di risorse sufficienti). E’ prevista anche l’estensione al 2022 del rimborso dei biglietti con il fondo da 100 milioni già in funzione per il 2021.

Fondo per il taglio tasse da 8 miliardi

Sul taglio delle tasse manca l’intesa e così in manovra per ora nero su bianco ci sarà solo il fondo da 8 miliardi. A chi destinarli (Irpef, cuneo o contributi) sarà una scelta che si compierà in Parlamento durante l’esame nelle Aule di Camera e Senato. La bozza si limita a indicare due obiettivi. Il primo punta “a ridurre l’imposta sui redditi delle persone fisiche con l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive, da realizzarsi attraverso sia la riduzione di una o più aliquote sia una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo”; il secondo punta a ridurre “l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive”.

Confermati i 2 miliardi di sgravi per le bollette: “Al fine di contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale nel primo trimestre 2022, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente provvede a ridurre le aliquote relative agli oneri generali di sistema”.  Agenzia delle Entrate-Riscossione sarà incorporata all’interno dell’Agenzia delle Entrate: dal testo emerge l’accorpamento delle due agenzie (Ader ora è un ente strumentale delle Entrate) e la cancellazione dell’aggio sulla riscossione, prevedendo per il funzionamento del servizio una copertura di 990 milioni.

Riformati gli ammortizzatori sociali

Per la riforma degli ammortizzatori sociali, le risorse vengono cifrate in 4,5 miliardi di saldo netto (di cui 3 di indebitamento, come risultava dal Dpb). Tra i punti qualificanti della riforma c’è l’estensione ammortizzatori a imprese sotto i 5 dipendenti; la Cigs per tutti datori lavoro con più di 15 dipendenti a prescindere dal settore; la Naspi allargata a lavoratori discontinui, decalage parte dal sesto mese e dall’ottavo per i 55enni; gli ammortizzatori per i dipendenti del settore della pesca e per i marittimi, la disoccupazione per i collaboratori autonomi e co.co.co.

Superbonus alle villette con limite di reddito

Per quanto riguarda il Superbonus 110%, ci sarà una proroga (ma solo di sei mesi, per tutto il 2022) anche per le abitazioni monofamiliari ma con un tetto di Isee per i proprietari fino a 25mila euro e limitato quindi alle sole prime case. Per i condomini la proroga sarà al 2023, con successivo decalage al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Confermati anche gli altri incentivi per la casa, dall’ecobonus al bonus verde a quello per il rinnovo dei mobili (però il tetto di spesa scende a 5mila euro). Il bonus facciate sarà prorogato ma la percentuale scenderà dal 90 al 60% il prossimo anno. Ma anche su questo punto c’è ancora il pressing: “Per il Superbonus 110% deve essere chiaro che senza una conferma degli attuali incentivi a tutto il 2023 molti impegni contrattuali presi non potranno essere rispettati. Tanti cantieri, soprattutto quelli più complessi dei condomìni, rischiano di bloccarsi, con un conseguente aumento del contenzioso”, ha detto stamane il presidente dell’Ance Gabriele Buia, intervenendo all’assemblea pubblica dell’Associazione nazionale dei costruttori edili.

Poi le altre grandi voci sono quelle della famiglia: diventano strutturali i 10 giorni di congedo obbligatorio per i papà, viene prorogato lo sconto per gli under 36 che acquistano la prima casa e arrivano fondi aggiuntivi per asili nido e scuole dell’infanzia. Sempre per l’abitazione dei giovani (tra 20 e 31 anni non compiuti con reddito non superiore a 15.493,71 euro), si prevede una detrazione del 20% sugli affitti della prima casa, per quattro anni, entro un limite di 2.400 euro. Sempre ai giovani, in particolare 18enni, guarda la Carta elettronica per le spese culturali che rende strutturale il bonus Cultura introdotto nel 2016 ma introduce un tetto di reddito di 25mila euro annui. Vengono stanziati 230 milioni l’anno per i 18enni residenti e in possesso di permesso di soggiorno. La Carta, il cui importo sarà fissato con decreto ministeriale, varrà per teatri, cinema, concerti, libri, quotidiani, musica e film, mostre, aree archeologiche e parchi, ma anche corsi di musica, teatro e lingua. Per le violazioni è prevista disattivazione della carta e cancellazione dall’elenco degli accreditati.

Nella bozza c’è poi la decontribuzione per le lavoratrici madri: in via sperimentale per il 2022 sarà riconosciuto, nella misura del cinquanta per cento, l’esonero per un anno del versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato a decorrere dal rientro nel posto di lavoro dopo la fruizione del congedo obbligatorio di maternità e per un periodo massimo di un anno dalla data del rientro. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Il Fondo per il sostegno alla parità salariale di genere passa da 2 milioni di euro all’anno a ben 52 milioni. E verrà realizzato un Piano strategico per combattere gli stereotipi di genere, e colmare i divari nel lavoro, nelle retribuzioni e nelle pensioni.

Nel capitolo del lavoro il contratto di espansione, che consente lo scivolo pensionistico fino a cinque anni favorendo il turnover, viene esteso agli anni 2022 e 2023 e per questi due anni “il limite minimo” dei dipendenti delle imprese scende a cinquanta, soglia per potervi accedere.

Presenti anche fondi alla sanità (arriveranno altri 4 miliardi tra Fondo sanitario e fondi per i vaccini e farmaci anti-virus); della ricerca (altri 400 milioni) che sarà potenziata anche attraverso il Pnrr con il passaggio da 9mila a 20mila dottorati; e sarà rifinanziato anche il trasporto pubblico locale. Per le imprese, oltre 4 miliardi: ci saranno 2 miliardi per le infrastrutture e il Fondo di sviluppo e coesione, mentre altri 4 miliardi sosterranno gli investimenti privati. Tra le iniziative annunciate, la riduzione al 10% dell’Iva sugli assorbenti e il rinvio al 2023 di sugar e plastic tax.

Ancora, vengono potenziati i benefici fiscali per chi investe in Pir, i piani individuali di risparmio. Il beneficio – che prevede la detassazione delle plusvalenze per chi ha detenuto questi investimenti per più di cinque anni – potrà essere applicato su 40mila euro investiti in un anno, contro i 30mila previsti in precedenza, e 200mila euro in cinque anni, contro i 150mila previsti in precedenza.

Arriva il Fondo italiano per il clima: la bozza della manovra prevede un Fondo rotativo con una dotazione di 840 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 destinato “al finanziamento di interventi a favore di soggetti privati e pubblici, volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali sul clima e tutela ambientale ai quali l’Italia ha aderito”.

Per quel che riguarda l’Università, il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) viene incrementato, rispetto al 2021, di 250 milioni di euro per il 2022, di 530 milioni per il 2023 e di 750 milioni annui a decorrere dal 2024. Le risorse aggiuntive prevedono vincoli di destinazione oltre al reclutamento, come la valorizzazione del personale tecnico-amministrativo, l’integrazione dell’importo delle borse di dottorato, il cofinanziamento per le chiamate dirette, un incremento del finanziamento delle Scuole superiori a ordinamento speciale. Oltre al FFO, il disegno di legge di bilancio prevede una crescita del finanziamento delle residenze universitarie e dei collegi di merito oltre che ad alcuni musei e istituti impegnati a sostenere e incentivare in maniera organica la diffusione della cultura scientifica. Il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca viene, invece, incrementato di 90 milioni di euro per ognuno degli anni 2022, 2023 e 2024 prevendendo che una quota sia sempre destinata alla promozione dello sviluppo professionale di ricercatori e tecnologi e alla valorizzazione del personale tecnico-amministrativo. Per la prima volta, il riparto delle risorse viene legato ai risultati conseguiti dagli enti pubblici di ricerca nella valutazione della qualità della ricerca. Il Fondo italiano per la scienza, istituito con il decreto-legge Sostegni-bis, avrà una dotazione di 150 milioni di euro per il 2022, mentre arriverà a 200 e 250 milioni rispettivamente nel 2023 e 2024. Arriva infine il nuovo Fondo italiano per le scienze applicate con una dotazione di 50, 150 e 250 milioni rispettivamente per il 2022, il 2023 e il 2024.

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