Le famiglie interessate al Superbonus sono 9,4 milioni, un dato in crescita rispetto allo scorso maggio. È quanto emerge dal 110% Monitor, l’Osservatorio di Nomisma che monitora l’andamento degli interventi di riqualificazione energetica e sismica che beneficiano dei nuovi incentivi governativi. Le adesioni registrate all’Enea (certificazioni che permettono di usufruire del Superbonus) sono 57.664 e l’investimento medio è di 168.934 euro. I cantieri già conclusi sono circa 40mila, ma entro la fine dell’anno ne arriveranno altri 160mila.
“Gli interventi che verranno eseguiti con gli incentivi Superbonus 110% – afferma Marco Marcatili, responsabile Sviluppo di Nomisma – riguardano per la maggior parte il cappotto dell’edificio (74%), la sostituzione degli infissi con materiali ad alte prestazioni energetiche (66% in forte aumento rispetto ad inizio anno) e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti (45%)”. La maggior parte delle persone che lo richiedono intende usufruirne per la propria dimora (86%). I più interessati sono i proprietari di abitazione di grandi condomini con più di 8 appartamenti.
Anche se ad oggi i dati ufficiali hanno evidenziato una prevalenza di opere in edifici unifamiliari. Ma se c’è chi ha già fatto gli interventi, una gran fetta di italiani ha un atteggiamento attendista (4,9 milioni di intervistati) e non ha avviato nessuna iniziativa, un’altra parte sono in fase di delibera degli interventi (1,6 milioni), e poi un’altra parte che hanno deliberato ma sono in attesa della verifica dei requisiti o hanno già avviato i lavori (2,9 milioni).
Non mancano le preoccupazioni. “L’incertezza sulle tempistiche della proroga al 2023 è una di queste”, spiega Marcatili. “Permane poi tra le famiglie la percezione di un’eccessiva complessità della procedura e il timore che non si dimostri del tutto a costo zero, riflettendosi anche sulla scelta, per l’84% degli interessati, di optare per un contraente unico, in grado di offrire un pacchetto chiavi in mano – aggiunge l’analista di Nomisma-. È evidente come l’intenzione delle famiglie si scontri con un’offerta di mercato inadeguata, caratterizzata per il 90% da imprese con un fatturato inferiore al milione di euro”.
Il pacchetto chiavi in mano, offerto da un unico ente che segue tutte le fasi di realizzazione dei lavori, è la scelta preferita dalla stragrande maggioranza degli interessati (84%). In particolare, la quasi totalità (92%) intende rivolgersi a soggetti locali interni alla regione. Anche se le famiglie italiane lamentano una scarsa affidabilità delle imprese di costruzioni e il rischio di speculazioni sui prezzi praticati. Per il 65% degli intervistati le banche non finanziano sufficientemente le imprese edili e secondo il 55% il Superbonus non è a costo zero, ma richiede un esborso iniziale anche rilevante. Fondamentale il ruolo dell’amministratore di condominio come promotore dell’iniziativa (a pensarla così è il 42% degli intervistati), sebbene permangano dubbi sull’effettivo impegno di questa figura a causa della scarsa convenienza economica che ne trarrebbe.
Source: roccarainola.net
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