L’edilizia vive la ripresa sostenuta anche dagli effetti del Superbonus, ma subisce il rincaro prezzi e le frodi, contro le quali è entrato in vigore un decreto ad hoc. Ecco cosa pensano le associazioni
a cura di Andrea Ballocchi
Indice degli argomenti:
La relazione tra edilizia e Superbonus rischia di essere messa in crisi. Il rincaro dei prezzi e il rischio frodi (e il relativo DL 157/2021) sono al centro del dibattito che coinvolge un po’ tutte le associazioni del settore.
Si parte dai dati: quelli diffusi a diffusi a metà maggio 2021, da Ance – e ricordati in una recente Mozione, a firma del Gruppo M5S sulla proroga del Superbonus 110% e sul tema del caro materiali – in Italia vi è stato un aumento sensibile del prezzo dell’acciaio per cemento armato (+117% tra novembre 2020 e aprile 2021), del rame (+17%), del petrolio (+34%), di polietileni (+48%), ma anche dei prodotti legati all’impiantistica e ai serramenti, nonché il prezzo dei ponteggi.
A questo incremento abnorme si aggiunge anche la questione frodi. Secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, infatti, sarebbero stati già accertati 850 milioni di crediti inesistenti. È un problema che rischia di minare le fondamenta del settore italiano delle costruzioni, che conta circa 509mila imprese attive. Gli incentivi statali, in particolare quello del “110%”, in due anni hanno fatto nascere 30 mila imprese in più, 6 mila solo negli ultimi mesi. Le costruzioni sono dunque diventate protagoniste assolute della ripresa, con un +0,95%. Un incremento positivo che, però, ha aperto la strada al fenomeno negativo delle frodi.
Per arginare questa situazione lo scorso 12 novembre è entrato in vigore il Decreto-Legge 157/2021. Tale DL- che nasce con l’intento di arginare le frodi scoperte nell’ambito della piattaforma per la cessione dei crediti e gli sconti in fattura – potrebbe però variare lo scenario per usufruire delle agevolazioni fiscali, proprio in un momento in cui l’edilizia, dopo anni di crisi, stava iniziando nuovamente a riprendersi.
Edilizia e frodi: il Decreto e gli effetti collaterali
Il DL 157, in vigore da oggi 12 novembre, introduce controlli e nuovi adempimenti in caso di interventi che danno luogo a detrazioni edilizie, sia ordinarie che 110%, soprattutto nelle ipotesi in cui il relativo credito è ceduto o scontato direttamente in fattura.
Su di esso si è espresso il presidente ANCE, Gabriele Buia. In una nota della stessa Associazione nazionale costruttori edili si richiede l’introduzione dell’obbligo di affidare i lavori ad imprese qualificate, in modo da assicurare sicurezza e qualità dei lavori realizzati. “Tale esigenza è stata accolta dal Governo che, nel recente ‘Decreto Frodi’ (DL 157/2021), ha esteso l’applicazione dei prezzari a tutti i bonus, per evitare aumenti e comportamenti illeciti”. La norma, segnala Buia, pur andando “nel senso di quanto da noi richiesto rischia di causare rallentamenti o blocchi delle operazioni in corso. Pertanto, è necessario che la decorrenza delle nuove disposizioni faccia salve le iniziative già avviate (applicazione ai lavori avviati dopo il 12 novembre)”.
A mettere in luce i potenziali problemi legati all’entrata in vigore del decreto è anche il presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia, Stefano Crestini. “Pur condividendo le finalità della norma, che potrà effettivamente contrastare l’uso distorto degli incentivi del settore casa e tutelare i tanti contribuenti ed imprese che operano con correttezza sul mercato, occorre evidenziare il rischio che tali disposizioni mettano in pausa la fase di ripresa del settore che si sta consolidando”, ha commentato. “Con l’entrata in vigore del provvedimento, sotto forma di decreto-legge – prosegue Crestini – per i cantieri già attivi e le lavorazioni in essere, si complica la possibilità di esercitare l’opzione dello sconto in fattura e, conseguentemente, l’ulteriore cessione del credito fiscale per acquisire liquidità. E le conseguenze per le imprese edili che hanno investito nei bonus edilizi sono facilmente immaginabili”.
Lo stesso presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin è andato sull’argomento: “da un lato abbiamo salutato con favore la decisione del Governo di estendere i bonus edilizi per il prossimo triennio, dando così un orizzonte di medio termine indispensabile per imprese e cittadini affinché possano mettere in atto le rispettive pianificazioni economiche. Adesso però il Governo ha messo in atto le cosiddette misure antifrode la cui finalità ci trova pienamente concordi nell’interesse del comparto, ma, al tempo stesso non possiamo non lanciare l’allarme: la macchina si è bloccata e, come spesso accade in questo Paese, l’applicazione pratica di principi giusti finisce per generare burocrazia e incertezza”.
Il presidente, esprimendo i dubbi della stessa Federlegno, ritiene “sproporzionata sia per le procedure, che per i costi, l’introduzione dell’asseverazione tecnica per i piccoli interventi tipici dell’ecobonus e dei bonus ristrutturazioni- . La nostra proposta è di introdurre una formula semplificata per gli interventi inferiori ai 20mila euro, prevedendo una dichiarazione del fornitore che attesti non solo la congruità della spesa, ma anche il rispetto dei requisiti tecnici e sulla base di questi effettuare controlli”.
Per questo si ritiene altrettanto indispensabile e quanto più in fretta possibile Agenzia delle Entrate ed Enea rendano disponibile una Guida esplicativa con tutte le novità e gli obblighi introdotti dal DL 157.
Edilizia e Superbonus: il problema del rincaro prezzi
Edilizia e Superbonus rischiano di essere messi in crisi non solo dalle frodi – e dagli effetti della norma – ma soprattutto dai rincari prezzi.
“La “ripartenza”, legata al progressivo ridimensionamento dell’emergenza Covid-19 e al volano innescato in Italia da Superbonus e bonus edilizi ha portato a dover gestire alcune criticità a cui le nostre imprese, da tempo, non erano abituate. Continui aumenti dei listini prezzi, difficoltà nell’approvvigionamento dei prodotti, problematiche legate alla programmazione degli ordinativi e al rispetto dei tempi di consegna. Le imprese della distribuzione subiscono innanzitutto le conseguenze di dinamiche che hanno una dimensione globale, con un aumento pressoché generalizzato delle materie prime, che interessa in maniera trasversale tantissimi settori”, evidenzia a Infobuild, il presidente ANGAISA Maurizio Lo Re.
“Per quanto riguarda il nostro Paese e il settore edilizio, abbiamo assistito, dal secondo semestre 2020, a una crescita progressiva e apparentemente inarrestabile della domanda interna, che è sempre più difficile riuscire a soddisfare compiutamente. È inevitabile che tutto ciò comporti tensioni all’interno della filiera, che cerchiamo di non scaricare completamente sulla nostra clientela privata e professionale. Sicuramente è un equilibrio difficile da mantenere nel medio-lungo periodo“.
La situazione la pagherà tutta la filiera, evidenzia lo stesso Lo Re. “Sono inevitabili le ripercussioni negative, derivanti dall’impossibilità di vedersi garantire, in determinati casi, tempi certi di consegna. I distributori sono talvolta costretti a ridiscutere i preventivi precedentemente realizzati, per non vedere compromessa la propria marginalità. D’altra parte, secondo alcune stime, un cantiere può prevedere maggiori costi nell’ordine del 20%-30% in più rispetto a un anno fa“.
Questa situazione può portare alla rescissione dei contratti e all’impossibilità per gli utenti finali di chiudere lavori già iniziati o di iniziare puntualmente quelli precedentemente calendarizzati. “La crescente difficoltà nel reperire i prodotti può anche portare, più semplicemente, a scelte “obbligate”, condizionate non tanto dall’effettiva preferenza del consumatore, quanto dalla disponibilità di un determinato prodotto, con determinate caratteristiche, in tempi ragionevoli“.
Tornando al tema edilizia e Superbonus, segnala che questa situazione rischia di interrompere, almeno in parte, il “circolo virtuoso” innescato dagli incentivi fiscali: Superbonus 110%, Ecobonus e Bonus ristrutturazioni, con i fondamentali meccanismi legati a cessione del credito e sconto in fattura. “Ci auguriamo che, come è stato preannunciato, la nuova legge di bilancio possa garantire stabilità e chiarezza consentendo, a tutti gli operatori del settore e ai potenziali beneficiari degli incentivi, di poter contare su un orizzonte temporale più ampio non limitato solamente al 2022. Per questo la stessa Associazione nazionale commercianti articoli idrosanitari, climatizzazione pavimenti, rivestimenti ed arredobagno si è attivata nei giorni scorsi, insieme ad altre importanti associazioni di categoria, per chiedere al Governo di estendere l’efficacia delle agevolazioni e di fornire a imprese e consumatori un quadro normativo effettivamente allineato alle esigenze del mercato“.
Angelo Carlini Presidente ASSISTAL si domanda, invece, in modo assai critico “in quale mondo vivono i componenti della Commissione Consultiva Centrale per il rilevamento dei costi dei materiali, che opera presso il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS)”.
Carlini si riferisce al decreto del Mims che regola il fondo da 100 milioni di euro, istituito appositamente per i ristori alle imprese, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 ottobre scorso.
“Abbiamo visionato il documento prodotto e constatiamo che, a loro parere, l’universo dei materiali interessati dagli aumenti è rappresentato solo da 56 voci. Come se non bastasse, gli aumenti registrati non rispecchiano gli aumenti reali del 40, 50 e 60% che le nostre imprese stanno subendo da moltissimi mesi. L’obiettivo doveva essere quello di aiutare le imprese in una fase di ripartenza e, invece, siamo dinanzi all’ennesima montagna che partorisce il topolino”.
Evidenzia come ci siano imprese “che non riescono a sostenere questi aumenti e a rispettare i contratti pubblici stipulati, con l’implicazione che presto chiuderanno i battenti a discapito della prosecuzione dei lavori e dei lavoratori coinvolti”. È un documento inaccettabile e necessita di essere integrato con i materiali che vengono effettivamente utilizzati dal mercato della costruzione degli impianti e dei servizi energetici, a partire dalle rilevazioni degli aumenti registrati per l’energia elettrica e il gas naturale. È fuori da ogni logica risolvere la questione con una mera media matematica di dati disomogenei forniti dagli Enti consultati dal Ministero; così facendo si dimostra solamente di non avere idea delle difficoltà che stanno attraversando le imprese”.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.