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In arrivo la check list per il visto di conformità del bonus facciate. A questo formulario, chiesto con urgenza dal mercato, seguiranno poi le indicazioni per tutti gli altri bonus edilizi, come previsto da decreto Antifrodi (Dl 157/2021), sulla falsariga «di quelle già disposte per il Superbonus 110%», spiega Pasquale Saggese, coordinatore dell’area fiscalità della Fondazione nazionale commercialisti. Sono bussole che serviranno ai professionisti per muoversi in un mercato che si annuncia piuttosto grande: il peso dei compensi per i visti di conformità potrebbe essere di almeno 200 milioni di euro all’anno. Anche se è molto concreto il rischio che le parcelle non trovino sin da subito la loro stabilità.
Le indicazioni in arrivo
«Come Fondazione stiamo predisponendo le check list per ciascun bonus edilizio», dice Saggese. «I tempi non sono strettissimi ma nel giro di un mese dovrebbero essere pubblicate. Partiremo col bonus facciate». Si tratta dell’agevolazione che, più di ogni altra, adesso ha un problema di calendario: le spese effettuate dopo il 31 dicembre 2021, infatti, subiranno un taglio drastico dal 90 al 60 per cento.
Secondo il coordinatore dell’area fiscalità, le check lis t «contengono una serie di controlli da effettuare, che poi sono quelli previsti dalla legge e dalla prassi dell’agenzia delle Entrate, con oltre un migliaio di risposte a interpello. Stiamo, quindi, predisponendo uno schema di massima da seguire, in linea con quello che abbiamo diramato per il Superbonus».
Insomma, un «controllo documentale» per arginare il rischio frodi.
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Il business potenziale
Con l’estensione del visto di conformità alle operazioni di cessione e sconto in fattura di tutti i bonus casa oltre al 110% (50%, ecobonus, sismabonus, bonus facciate, installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica), si creano diversi problemi operativi, ma nascono anche nuovi spazi di lavoro per i professionisti.
Il business potenziale, almeno a grandi linee, è piuttosto facile da calcolare. Nel primo anno di vita della piattaforma delle Entrate, fino al 30 settembre scorso, le operazioni di cessione e sconto dei bonus diversi dal 110% hanno toccato un valore totale di circa 12,7 miliardi di euro, con un’incidenza particolare del bonus facciate (5,1 miliardi), dell’ecobonus (3,7 miliardi) e del bonus ristrutturazioni (3,3 miliardi).
Quanto costano i visti
Su questa massa di crediti è possibile valutare il peso dei visti: per il superbonus, la check list ufficiale dei commercialisti ipotizza, facendo riferimento al Dm 140/2012 per la liquidazione giudiziale dei compensi, un’incidenza tra l’1% e il 4% della parcella per il professionista. Con un prudenziale 2%, saremmo già molto oltre i 200 milioni. E sono stime che non considerano che difficilmente i compensi scenderanno sotto una certa soglia. Improbabile, cioè, che il visto di un intervento da duemila euro ne costi appena 20.
Si tratta comunque di conteggi che vanno a spanne, anche perché il «Consiglio nazionale – continua Saggese – non può fornire tariffari».
Attenzione alle tariffe elevate
Tuttavia, spiega, l’obiettivo è di evitare un rischio caos legato a tariffe troppo basse o troppo alte, soprattutto nei lavori che di solito hanno un costo assoluto minore, come la sostituzione degli infissi o della caldaia: la «Fondazione quando ha predisposto la check list sul Superbonus ha riportato un paragrafetto con alcune indicazioni sulle tariffe ipotetiche da applicare».In particolare, si dovrà fare attenzione alle tariffe troppo elevate che, nel caso in cui fosse chiarita la detraibilità di queste prestazioni – richiesta dal Consiglio nazionale dei commercialisti, ma messa in dubbio dal Servizio del bilancio del Senato –, potrebbero essere contestate dall’agenzia delle Entrate, con danno sul contribuente.
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