La manovra finanziaria alla prova dell’assalto dei partiti. Dopo l’aggiunta di 34 articoli da parte dei tecnici del Tesoro rispetto alla bozza che era stata approvata in consiglio dei ministri è l’ora del confronto serrato in maggioranza e in Parlamento.
Al centro delle trattative ci sono gli 8 miliardi di euro per il taglio del cuneo fiscale, l’incognita è su come spenderli e come conciliare le relative richieste dei partiti. Il tavolo di maggioranza tra il ministro Daniele Franco e i responsabili economici delle forze politiche convocato ieri mattina al Mef è stato aggiornato a lunedì pomeriggio. Un vertice definito «interlocutorio» sulle proposte per il taglio delle tasse, in attesa di trovare una mediazione politica soprattutto sui nodi Irpef e Irap. La Lega preme soprattutto per chiedere l’azzeramento dell’Irap per le partite Iva, persone fisiche e società di persone, perché «sarebbe un aiuto importante a milioni di autonomi che hanno particolarmente sofferto l’emergenza Covid». Anche Forza Italia spinge per intervenire sull’Irap a sostegno delle imprese. Ma il Carroccio vorrebbe anche l’azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità come pane, latte, verdure, considerato un aiuto da circa 3 miliardi per le famiglie. Per il Pd invece la priorità sul fisco sono i lavoratori dipendenti.
Intanto la legge di bilancio approda al Senato in commissione Bilancio e sono iniziate le audizioni. Anche il cantiere degli emendamenti è aperto, l’obiettivo è chiudere entro fine mese in commissione. Sono oltre 900 quelli già presentati al decreto legge sul fisco e più di 300 quelli segnalati dai partiti. La Lega mira a reintrodurre la flat tax per compensi e ricavi tra i 65mila e i 100mila euro. L’emendamento stima oneri di 110 milioni di euro per il 2022, 1,13 miliardi per il 2023 e 860 milioni dal 2024, a cui «si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza».
Sul sussidio che i leghisti vorrebbero abolire c’è la senatrice Urania Papatheu (Fi) che, dopo l’apertura del ministro Brunetta, chiede di «salvare» i navigator, rimasti col cerino in mano, attraverso una proroga degli incarichi: «Altrimenti l’esperienza maturata sul campo e la formazione pagata con oneri pubblici verrebbero irrimediabilmente disperse in caso di mancata proroga degli incarichi».
I cinque stelle chiedono che il Superbonus al 110% sia assolutamente esteso a tutto il 2022 per le abitazioni unifamiliari, accantonando in via definitiva ogni parametro Isee. Il Movimento ha lanciato poi l’ipotesi di «easy tax», uno scivolo di due anni per chi esce dal regime forfettario superando i 65mila euro di reddito.
Il Pd vuole togliere la Tari per le basiliche di San Giovanni in Laterano, di Santa Maria Maggiore, di San Paolo e altri edifici della Chiesa nella Capitale. La proposta prevede che la tassa sui rifiuti «non sia dovuta per gli immobili indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 dei Patti Lateranensi». Italia Viva chiede che la riscossione della Tari per gli enti locali possa avvenire attraverso la bolletta dell’energia elettrica.
Ci sono poi emendamenti segnalati da Forza Italia Lega e Pd che chiedono di spostare il termine del versamento delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio scadute nel 2020 e nel 2021 dal 30 novembre al 31 dicembre. Le proposte avanzate da Fi e Pd prevedono che il versamento avvenga «entro il 31 dicembre 2021 in un’unica soluzione, ovvero in quattro rate trimestrali di pari importo, la prima delle quali da versare proprio entro il 31.
Source: ilgiornale.it
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