A più di dieci giorni dall’approvazione da parte del governo, la legge di Bilancio 2022 non è ancora approdata in Parlamento: tra i motivi del ritardo ci sono le discussioni sui bonus edilizi, primo fra tutti il superbonus 110%. Sull’incentivo, secondo quanto si è appreso nelle ultime ore, i partiti starebbero facendo forti pressioni perché venga cancellato il tetto massimo di 25mila euro di Isee per l’accesso all’agevolazione da parte dei proprietari di case unifamiliari. A essere rivista, come confermato già nei giorni scorsi, sarà invece la parte riguardante cessione del credito e dello sconto in fattura, che saranno prorogati per tutti i bonus, e non solo per il 110% come previsto nelle bozze della manovra.
Nel testo del 28 ottobre, infatti, manca l’indicazione della proroga delle opzioni alternative alla fruizione diretta (cioè sconto in fattura e cessione del credito) delle agevolazioni edilizie standard, cioè di quelle diverse dal Superbonus 110%: dopo le rimostranze di varie associazioni di categoria, i tecnici del ministero delle Finanze sarebbero al lavoro per poter rivedere questo passaggio e mantenere la possibilità di sconto in fattura e cessione del credito anche per i bonus Facciate, Ristrutturazione, Eco e Sismabonus ordinari, fino al 31 dicembre 2024.
E anche sul limite Isee del superbonus 110% le proteste si stanno facendo sentire: secondo Cna, la confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, “limitare la platea dei beneficiari del Superbonus 110% e depotenziare il bonus facciate” sono provvedimenti “in aperto contrasto con l’orientamento espansivo della manovra varata dal Governo e penalizzano soprattutto il sistema delle micro e piccole imprese”. L’associazione ha espresso contrarietà anche sull’eliminazione della facoltà di cessione del credito sugli altri bonus per l’edilizia”. Per la Cna “modificare continuamente le misure genera incertezza e confusione con l’effetto di frenare il percorso virtuoso. È necessario invece dare continuità al sistema degli incentivi e fissare in un orizzonte temporale certo”.
Ma quali sono gli altri bonus previsti dalla bozza della nuova manovra per i lavori di ristrutturazione edilizia? Partiamo dal bonus Facciate, che nella prima stesura è confermato fino al 31 dicembre 2022, ma non più al 90%: il credito di imposta sarà infatti ridotto al 60%. Proroga prevista fino al 2024 per Ecobonus ed Ecosismabonus, con un credito di imposta al 65%, mentre per gli interventi di ristrutturazione edilizia il bonus Ristrutturazioni sarà fruibile sempre fino a dicembre 2024, con la detrazione del 50% e il limite di 96mila euro. Anche il bonus Mobili dovrebbe essere prorogato di tre anni, ma l’incentivo per acquistare arredi e grandi elettrodomestici dovrebbe essere calcolato su un tetto di spesa massimo di 5mila euro, contro i 16mila euro del 2021.
Le modifiche proposte dal governo hanno suscitato forti malumori da parte delle associazioni di categoria: Confedilizia, ad esempio, ha fatto sapere che la manovra “opera una vera e propria decimazione del sistema di incentivi per gli interventi finalizzati alla riqualificazione, al risparmio energetico e alla messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio”. Per l’associazione “il superbonus 110% è stato prorogato al 2023 solo per i lavori in ambito condominiale. Per le case singole, l’estensione è di appena sei mesi e condizionata ad un parametro, l’Isee, di cui non si comprende l’attinenza con un incentivo fiscale e che comunque escluderà dalla misura la stragrande maggioranza dei potenziali utilizzatori. Il bonus facciate del 90% viene di fatto eliminato (la riduzione al 60% si traduce in questo), facendo morire sul nascere l’opera di riqualificazione delle città italiane. Il bonus mobili, infine, viene ridotto a meno di un terzo, posto che passa da 16mila a 5mila euro la spesa massima su cui applicare la detrazione”. Per Confedilizia “l’effetto di queste novità è facile da prevedere: in futuro meno cantieri e meno lavoro, oggi rischio paralisi per gli interventi programmati o già avviati”. Va comunque ricordato che gli interventi di cui si parla sono previsti dalla bozza della legge di Bilancio licenziata dal governo: bisognerà attendere l’approvazione definitiva della manovra da parte del Parlamento per sapere con certezza cosa accadrà il prossimo anno ai bonus edilizi.
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