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Bonus casa: quanto costano e chi ci guadagna davvero – Today.it


Nonostante le perplessità espresse dal ministro dell’economia Daniele Franco, con la legge di bilancio verranno prorogati anche i vari bonus per il recupero del patrimonio edilizio (superbonus compreso). Una delle principali novità riguarda il bonus facciate, la cui detrazione, dovrebbe scendere nel 2022 dal 90% al 60%.  Il bonus del 110% potrà invece essere chiesto dai condomini fino alla fine del 2023, mentre per le singole unità immobiliari (ovvero case unifamiliari e villette) verrà fissata una soglia di 25mila euro annui. “Quello che abbiamo cercato di fare è attenuare, in prospettiva, l’entità degli interventi più ricchi” ha fatto sapere il titolare del Mef spiegando che si tratta di “interventi unitariamente molto costosi”.

Quanto ci costano i bonus edilizi

E in effetti il peso di questi incentivi sul bilancio dello Stato è tutt’altro che insignificante. “Nel complesso – ha specificato il ministro – questi interventi hanno un onere per i prossimi anni di 30 miliardi, di cui 14 miliardi per superbonus”. Non poco se pensiamo che per le risorse stanziate per la riforma dell’Irpef ammontano a sette miliardi all’anno. Si tratta peraltro di una spesa in continua crescita. L’ultimo rapporto della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica evidenzia che “il ruolo delle spese edilizie e degli interventi per il risparmio energetico è in netta espansione”. Per le spese edilizie “si è infatti passati dai 2 miliardi del 2009, ai 6,7 miliardi nel 2018 fino ai 8,3 miliardi stimati per il 2021”, mentre per la riqualificazione energetica, “la crescita è stata dall’1,8 per cento del 2009 al 2,4 per cento del 2018”. La stima per il 2021 è in ulteriore forte espansione con 2,8 miliardi. Insomma, si tratta di bonus che “tirano”. 

Chi usufruisce di più delle detrazioni

Finora sono 10 milioni i contribuenti che hanno usufruito delle detrazioni per ristrutturazioni e 2 ,7 milioni per la riqualificazione energetica (il così detto ecobonus). Ebbene: ad avvantaggiarsene sono soprattutto le fasce di reddito alte. I giudici contabili spiegano infatti che queste agevolazioni “hanno un effetto nettamente regressivo”.  Nel dettaglio “oltre il 60 per cento dei proprietari più ricchi” usufruisce di detrazioni per la ristrutturazione degli immobili, mentre questa quota “scende al 9 per cento nella media della metà più povera della popolazione”, ovvero i primi dieci ventili del grafico.

bonus reddito-2

Lo stesso dicasi per le ristrutturazioni per risparmio energetico, “utilizzate da poco meno di un quarto dei contribuenti più ricchi e da meno del 2 per cento degli appartenenti alla metà più povera in termini di reddito complessivo”. Insomma, chi è benestante è più propenso ad approfittare dei bonus per il recupero edilizio, laddove chi è meno abbiente incontra delle difficoltà. Per due motivi: 1) con un reddito imponibile più basso (e su cui grava un’aliquota Irpef più “leggera”) l’importo da detrarre è limitato se non in alcuni casi nullo (il caso degli incapienti); 2) in secondo luogo, si legge nel report, pesa “la difficoltà di accedere alle conoscenze necessarie per iniziare le pratiche di ristrutturazione e usufruire correttamente dei benefici”. Insomma, chi ha più denaro ha anche la possibilità di affidarsi a professionisti in grado di indirizzarlo. 

La possibilità di ottenere lo sconto direttamente in fattura (introdotta nel 2016) ha comunque permesso negli ultimi anni di riequilibrare un po’ il meccanismo permettendo anche a molti contribuenti a reddito basso di accedere alle agevolazioni. Più in generale i giudici contabili fanno notare che sulle detrazioni (tutte, non solo quelle destinate al recupero edilizio) non c’è stata l’inversione di rotta che pure era stata ventilata in termini di semplificazione del sistema. Anzi. “Nonostante il dibattito economico e politico si ponga in modo quasi unanime a favore di una revisione delle spese fiscali” in realtà le agevolazioni sono continuate ad aumentare “portando la stima complessiva del minor gettito a superare i 68 miliardi”.

Ma del resto bonus e sconti piacciono un po’ a tutti i partiti. Non ultimo il M5s che proprio ieri, a proposito del superbonus, è tornato a chiedere “la rimozione del tetto Isee” per le villette unifamiliari. I nuovi dati Enea, si legge in una nota firmata da un nutrito gruppo di parlamentari M5s, “riconoscono il grande ruolo che i bonus edilizi, e il superbonus in particolare, stanno svolgendo nell’efficientamento energetico degli edifici, con importanti benefici sia in termini di riduzione delle bollette sia in termini di contrasto alla crisi climatica”. Benefici che però, numeri alla mano, sono tutt’altro che equamente divisi. 

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