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Terremoto in Lombardia: necessario investire sulla sicurezza sismica – Lavori Pubblici

Il terremoto a Milano e in Lombardia dello
scorso 18 dicembre ha offerto un importante spunto di riflessione,
soprattutto alla luce della ormai prossima scadenza di importanti
bonus fiscali, quali il Sismabonus e il Super
Sismabonus. Perché se è vero che lo scorso 18 dicembre l’intensità
a livello di magnitudo non è stata particolarmente alta (Mw
3.9), allo stesso tempo il risentimento è stato elevato, per cui
l’evento è stato avvertito distintamente, anche su un ampio
raggio.

Eventi sismici in Italia: prevenzione e messa in sicurezza
degli edifici

E questo significa dover riflettere, ancora una volta, sulla
sicurezza degli edifici e sulla prevenzione che è
possibile fare. Lo spiega bene ISI – Ingegneria Sismica
Italiana
, con un interessante intervento
sul tema
: un terremoto in una zona ad elevatissima
urbanizzazione e antropizzazione, poco avvezza a sciami sismici,
porta ad alzare il livello di attenzione sullo status quo degli
edifici e sull’urgenza della sicurezza
sismic
a.

Dalle Alpi fino alla Sicilia, nessun territorio è esente da
pericolosità sismica e questo si scontra con la fragilità del
patrimonio edilizio italiano, soprattutto nei territori che
storicamente hanno meno risentito di terremoti. Zone in cui non si
è avvertita la necessità di sviluppare o implementare nel corso del
tempo tecniche costruttive “antisismiche”, o
pensate ad accorgimenti come la regolarità geometrica o la
connessione muraria. Non solo: in Italia è stato introdotto
l’obbligo della verifica di un fabbricato per azioni sismiche su
tutto il territorio nazionale solo dall’entrata in vigore dell’OPCM
3274 del 2003. Precedentemente i comuni dichiarati sismici e per
cui sussisteva un obbligo di calcolo per azioni sismiche erano un
numero limitato, ricadenti per lo più in zone a sismicità storica
più elevata.

Ecco quindi il paradosso: un evento di magnitudo
moderata
, fatte salve le amplificazioni di sito e la
profondità degli ipocentri, potrebbe comportare un danneggiamento
macrosismico maggiore se localizzato a Milano rispetto al medesimo
evento localizzato in zone storicamente sismiche come lungo
l’Appennino Centrale. Come spiega l’ing. Silvia Bonetti,
consigliere ISI, a una magnitudo bassa può comunque
corrispondere un elevato risentimento sismico e quindi una
propagazione più ampia del fenomeno.

Ciò implica che, anche se un territorio non presenta peculiarità
sismogenetiche importanti, non può e non deve essere esente da
politiche di mitigazione del rischio sismico: una bassa
pericolosità è talvolta associata ad una alta vulnerabilità. Un
territorio così antropizzato e anche a notevole vocazione
produttiva, come quello delle zone interessate dal terremoto del 18
dicembre, non può permettersi il rischio, anche economico, legato
ad eventuali inagibilità.

Superbonus e Sismabonus: gli incentivi fiscali per la sicurezza
sismica

Come sottolineavamo all’inizio, sulla carta mancano pochi giorni
alla scadenza del c.d. “Superbonus”, introdotto
con il D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), entro
cui rientrano gli interventi di miglioramento del rischio
sismico
. Il mantenimento degli incentivi fiscali può
rappresentare un’opportunità irripetibile per effettuare interventi
di sicurezza sismica ben strutturati, a garanzia del miglioramento
della classe di rischio di ogni singolo fabbricato. Un
mantenimento, che auspichiamo possa avere un orizzonte temporale
più lungo, almeno quinquennale, per assicurare ad imprese e
contribuenti la certezza di portare avanti gli interventi in
maniera strutturata.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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