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Ecobonus 2022: come funziona e come richiederlo – Fiscomania.com

ecobonus

L’Ecobonus 2021 è costituito da una serie di detrazioni fiscali che il contribuente può sfruttare sugli interventi strutturali di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza antisismica degli edifici esistenti. La detrazione fiscale, valida ai fini IRPEF, riguarda gli interventi di riqualificazione energeticariduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

Tra tutti i sostegni che verranno prorogati per il 2022 per l’edilizia, troviamo anche l’ecobonus. Si tratta di una agevolazione fiscale per la riqualificazione energetica degli immobili. Riqualificazione che risulta più che mai attuale, date le intenzioni dello stato di migliorare lo stato complessivo delle strutture immobiliari in Italia.

L’ecobonus è un incentivo che è nato diversi anni addietro, ed è stato potenziato successivamente dall’agevolazione al 110% del Superbonus. Questa agevolazione è destinata a tutti i cittadini proprietari di immobili che decidono di ristrutturare l’abitazione in base a un obiettivo di riqualificazione energetica complessiva dell’immobile.

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Con la Legge di Bilancio 2022 vengono prorogati quasi tutti i bonus per l’edilizia già presenti, tra cui anche l’ecobonus, fino al 31 dicembre 2024. La proroga ha coinvolto diverse agevolazioni fiscali per l’edilizia, e per tutte le agevolazioni ha esteso la possibilità di chiedere la cessione del credito a terzi o lo sconto in fattura. Lo stesso vale anche per l’ecobonus.

Per quanto riguarda l’ecobonus non ci sono novità rispetto al 2021, permane la possibilità di usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura in alternativa alla detrazione. Tuttavia, Per limitare i fenomeni di illeciti compiuti ai danni dello stato o dei cittadini, è stato infine introdotto il Decreto Antifrode, pertanto l’obbligo di visto di conformità e asseverazione della congruità dei prezzi è stato esteso a tutti i bonus casa che vengono usati tramite sconto in fattura o cessione del credito.

Vediamo nell’articolo tutti i dettagli su questa misura per il 2022.

Indice degli Argomenti

Che cos’è l’ecobonus?

L’ecobonus è una agevolazione fiscale dedicata alla riqualificazione energetica dell’immobile. Questa misura è rivolta a tutti i cittadini che svolgono determinati lavori sull’immobile in cui possiedono un diritto reale, e prevede una agevolazione al 50% oppure al 65% in base alla tipologia di lavori svolti. In alcuni casi specifici l’agevolazione può anche raggiungere una percentuale maggiore, e in alternativa si può accedere anche al Superbonus 110%, se vengono rispettati alcuni requisiti.

L’Ecobonus indica le detrazioni fiscali concesse ai fini IRPEF in relazione agli interventi edili ed impiantistici che hanno l’obiettivo di ridurre i consumi energetici all’interno di edifici esistenti. L’obiettivo del Governo con l’introduzione di questi bonus è quello di:

  • Incentivare il settore dell’edilizia in Italia e tutto il suo indotto;
  • Superare l’utilizzo di combustibili fossili a vantaggio di fonti energetiche rinnovabili.

Sostanzialmente, a seconda della tipologia di intervento di riqualificazione effettuato dal contribuente questi ha la possibilità di ricevere indietro una percentuale della spesa. Si tratta del 50%, del 65% o del 110% di quanto sostenuto. Le detrazioni del 50% e del 65% si possono ottenere a seconda della tipologia di intervento effettuato, mentre la detrazione del 110% (la più conveniente, ma anche la più complicata da ottenere) è legata ad un’ulteriore forma di bonus ottenibile (legata all’effettuazione di interventi definiti “trainanti“). Su tutte le tipologie di bonus, con modalità ed adempimenti diversi, è possibile optare per lo sconto in fattura, la cessione del credito o l’utilizzo della detrazione in dichiarazione dei redditi.

Si tratta di lavori che permettono prima di tutto una riduzione del consumo energetico per il riscaldamento, provocando anche un notevole risparmio economico, oppure del miglioramento termico dell’edificio. Questo miglioramento può avvenire tramite diversi lavori: dalle coibentazioni ai nuovi pavimenti, alla sostituzione delle finestre o degli infissi. Ma sono anche inclusi nell’ecobonus lavori come l’installazione di pannelli solari, e la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale.

Esempio:
Immagina di effettuare un’intervento sulla tua abitazione di riqualificazione energetica e di spendere 10.000 euro per la sostituzione dell’impianto di riscaldamento con caldaia a condensazione. L’agevolazione ottenibile è quella del 65% della spese sostenuta (6.500 euro, ovvero il 65% di 10.000), che possono essere fruiti in rate annuali (10) oppure immediatamente con sconto in fattura o cessione del credito.

L’ecobonus tornerà nel 2022 con le stesse modalità di fruizione dell’anno in corso, che andiamo qui a specificare. L’agevolazione fiscale è una detrazione IRPEF o IRES, che viene corrisposta dall’Agenzia delle Entrate quando il soggetto richiedente svolge lavori che migliorano l’efficienza energetica di edifici esistenti.

Questo particolare bonus quindi è specifico per lavori che portano ad un miglioramento dei consumi, e ad un risparmio energetico complessivo. Sono incluse le installazioni di schermature solari, impianti di climatizzazione invernale con biomasse combustibili, oppure l’installazione di strumenti di domotica, ovvero di controllo a distanza di diversi impianti domestici (riscaldamento, climatizzazione, produzione di acqua calda). Sono inclusi tutti i lavori annessi come l’acquisto di generatori di aria calda a condensazione e simili.

Novità Legge di Bilancio 2022

Per quanto riguarda l’Ecobonus sono state confermate le aliquote ordinarie :

  • 50% per infissi, biomassa e schermature solari;
  • 65% per le rimanenti tipologie di spese.

Nel caso in cui l’intervento sia effettuato su parti comuni condominiali l’importo di detrazione IRPEF varia dal 70% al 75%.

Nel caso in cui gli interventi e le spese di ristrutturazione per migliorare l’efficienza energetica interesseranno l’intero involucro dell’edificio, l’ecobonus potrà salire al 70% (nel caso in cui i lavori incidano sul 25% della superficie complessiva del condominio), 75% se la riqualificazione energetica sarà finalizzata al miglioramento e al risparmio sulla spesa energetica sia estiva che invernale.

Per quanto riguarda l’Ecobonus 110%, sarà possibile utilizzare la detrazione al 110%, fino al 2023. Poi le aliquote della detrazione scenderanno:

  • al 70% nel 2024;
  • al 65% nel 2025.

Chi può usufruire dell’Ecobonus?

Possono usufruire delle detrazioni Ecobonus al 65% o al 50% tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito sulle persone fisiche (IRPEF), residenti o non residenti, nel territorio dello Stato, su prima e seconda casa ed anche i titolari di reddito di impresa.

L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili, infatti, possiamo schematizzare che i soggetti beneficiari dell’agevolazione sono:

  • Le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni e i nudi proprietari;
  • Titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • Contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali). I titolari di reddito d’impresa possono fruire della detrazione solo con riferimento ai fabbricati strumentali che utilizzano nell’esercizio della loro attività imprenditoriale (Risoluzione n. 340/E/2008 dell’Agenzia delle Entrate).
  • Locatari (affittuari) o comodatari;
  • Gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
  • Associazioni tra professionisti;
  • Gli istituti autonomi per le case popolari e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;

Sono inoltre ammessi a fruire della detrazione, purché sostengano le spese per la realizzazione degli interventi e questi non siano effettuati su immobili strumentali all’attività d’impresa:

  • Il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado);
  • Il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato (Risoluzione n. 64/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate).

La regola per l’ottenimento della detrazione fiscale

La detrazione IRPEF legata all’Ecobonus spetta al soggetto che effettua il pagamento della fattura mediante bonifico parlante. Questo soggetto deve essere titolare di un diritto reale, come detto in precedenza.

Il soggetto, possessore o acquirente, anche di una porzione di unità abitativa, può beneficiare interamente dell’agevolazione, purché sia colui che sostenga la spesa e che sia intestatario delle fatture.

Se la spesa per i lavori è sostenuta da più soggetti, dovranno essere indicati nome, cognome e codice fiscale delle persone interessate alla detrazione fiscale.

Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, è necessario indicare il codice fiscale del condominio e quello dell’amministratore o di altro condomino, che effettui il pagamento.

Come funziona l’Ecobonus?

L’ecobonus 2022 ha un funzionamento pressoché identico al bonus del 2021: è possibile richiedere questa agevolazione su edifici già esistenti, e per potervi accedere bisogna presentare ancora l’asseverazione tecnica. Per quanto riguarda le detrazioni, è possibile richiedere una agevolazione al 50%, oppure al 65% in base ai lavori effettuati.

I lavori con agevolazione al 50% sono i seguenti:

  • Acquisto e posa in opera di finestre con infissi e schermature solari;
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione ( classe A);
  • Acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore che prevedono l’uso di biomasse combustibili.

Per questi lavori l’agevolazione è del 50%, mentre per tutti i lavori rimanenti si parla di una agevolazione al 65%. In alcuni casi è utile valutare se accedere alle agevolazioni al 110% introdotte con il Superbonus 110%, che sarà ancora disponibile per tutto il 2022 per determinati tipi di lavori e immobili.

Per quanto riguarda invece gli edifici condominiali, è possibile accedere ad una agevolazione al 70% o al 75% quando i lavori vengono svolti su parti comuni degli edifici, e se viene anche limitato il rischio sismico si possono ottenere ulteriori detrazioni fiscali.

Attualmente, con l’entrata in vigore del Decreto Rilancio gli interventi agevolabili con l’Ecobonus possono essere elevati al 110% con il Superbonus. 

Ecobonus 2022: cessione del credito e sconto in fattura

Una novità interessante che riguarda tutti i diversi bonus per l’edilizia e anche l’ecobonus 2022 riguarda la possibilità di accedere immediatamente al bonus, senza dover attendere diversi anni per l’accesso al credito. Sarà infatti possibile per tutti i sostegni chiedere lo sconto in fattura o la cessione del credito, dal 2022.

Tuttavia questo tipo di ricezione dell’agevolazione sarà ulteriormente sottoposta a controlli a partire da gennaio 2022. Questo significa che se l’Agenzia delle Entrate o gli enti preposti ai controlli ritengono che una determinata domanda di accesso sia a rischio illeciti, questi enti sono autorizzati ad interrompere la possibilità di erogazione del credito tramite queste modalità specifiche. Si tratta di una delle misure prese dal Decreto Antifrode per limitare il proliferare di illeciti ai danni dello stato, oppure ai cittadini stessi. Ma andiamo a vedere nello specifico come funzionano la cessione del credito o lo sconto in fattura:

  • Sconto in fattura: si tratta della possibilità di ottenere uno sconto direttamente sul pagamento dovuto ai fornitori che hanno svolto i lavori di ristrutturazione o riqualificazione per l’immobile;
  • Cessione del credito: con questa modalità è possibile chiedere di cedere il credito ad altri soggetti, come istituti di credito o intermediari finanziari.

Durante il 2021 queste due modalità sono state ampiamente richieste dai cittadini, tuttavia si sono registrati diversi abusi su queste richieste, talvolta anche fittizie, a danni dello stato. Il Decreto Antifrode interviene a limitare questi eventi anche introducendo l’obbligatorietà del Visto di Conformità per richiedere l’accesso a tutte le agevolazioni, incluso l’ecobonus, e inclusi i soggetti che scelgono di accedere al credito nel modo tradizionale.

Quali sono gli interventi detraibili al 65% per l’Ecobonus?

In relazione al sostenimento delle spese in relazione agli interventi sotto indicati è possibile ottenere un rimborso del 65% della spesa sostenuta (art. 14 D.L. n. 63/13) per la riqualificazione energetica degli edifici. Gli interventi agevolati al 65% sono i seguenti:

  • Gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro;
  • Gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione;
  • L’acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro, a condizione che gli interventi producano un risparmio di energia primaria pari almeno al 20%;
  • Interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. In pratica, il rifacimento dell’impianto di riscaldamento;
  • Gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione realizzato.;
  • Gli interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
  • L’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative. Questi dispositivi, mediante la fornitura periodica dei dati, dovranno indicarti le condizioni di funzionamento correnti e consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto;
  • Gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, che ottengono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori riportati nel decreto del ministro dello Sviluppo economico dell’11 marzo 2008, così come modificato dal decreto 26 gennaio 2010;
  • Gli interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali (muri), strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti). La condizione per fruire dell’agevolazione è che siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica U, espressa in W/mqK, contenuti nell’allegato E del decreto attuativo del Mise “efficienza energetica” o “requisiti ecobonus“;
  • L’installazione di impianto pannelli solare termico per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università;
  • Infine, la building automation.

Quali sono gli interventi detraibili al 50% per l’Ecobonus?

Tra gli interventi per cui è possibile ottenere la detrazione IRPEF del 50% (art. 14 D.L. n. 63/13) vi sono i seguenti:

  • L’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi e di schermature solari (allegato M al decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311), porte esterne, portoncini;
  • La sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, senza la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti;
  • L’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (pellets, truciolato etc.), fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro.

In realtà, esistono ulteriori aliquote. Difatti, se l’intervento riguarda il cappotto termico e la coibentazione del tetto di un condominio, l’aliquota di detrazione passa dal 70% all’85%.

Quali interventi possono essere oggetto di sconto o cessione del credito di imposta?

Una novità interessante che riguarda tutti i diversi bonus per l’edilizia e anche l’ecobonus 2022 riguarda la possibilità di accedere immediatamente al bonus, senza dover attendere diversi anni per l’accesso al credito. Sarà infatti possibile per tutti i sostegni chiedere lo sconto in fattura o la cessione del credito, dal 2022.

Tuttavia questo tipo di ricezione dell’agevolazione sarà ulteriormente sottoposta a controlli a partire da gennaio 2022. Questo significa che se l’Agenzia delle Entrate o gli enti preposti ai controlli ritengono che una determinata domanda di accesso sia a rischio illeciti, questi enti sono autorizzati ad interrompere la possibilità di erogazione del credito tramite queste modalità specifiche. Si tratta di una delle misure prese dal Decreto Antifrode per limitare il proliferare di illeciti ai danni dello stato, oppure ai cittadini stessi. Ma andiamo a vedere nello specifico come funzionano la cessione del credito o lo sconto in fattura:

L’opzione per queste due modalità alternative di fruizione del bonus può essere esercitata relativamente alle detrazioni spettanti per le spese per gli interventi di:

  • Sconto in fattura: si tratta della possibilità di ottenere uno sconto direttamente sul pagamento dovuto ai fornitori che hanno svolto i lavori di ristrutturazione o riqualificazione per l’immobile;
  • Cessione del credito: con questa modalità è possibile chiedere di cedere il credito ad altri soggetti, come istituti di credito o intermediari finanziari.

Durante il 2021 queste due modalità sono state ampiamente richieste dai cittadini, tuttavia si sono registrati diversi abusi su queste richieste, talvolta anche fittizie, a danni dello stato. Il Decreto Antifrode interviene a limitare questi eventi anche introducendo l’obbligatorietà del Visto di Conformità per richiedere l’accesso a tutte le agevolazioni, incluso l’ecobonus, e inclusi i soggetti che scelgono di accedere al credito nel modo tradizionale.

Come scegliere la migliore soluzione tra detrazione in dichiarazione, sconto in fattura e cessione del credito di imposta?

In generale non esiste una scelta che in assoluto è migliore delle altre. Ogni scelta, infatti, deve essere valutata in relazione alle specifiche caratteristiche personali del soggetto beneficiario. Le tre opzioni di utilizzo del bonus, infatti, sono state pensate proprio per venire incontro alle diverse esigenze dei soggetti che decidono di effettuare interventi sui propri immobili. Tuttavia, proviamo comunque ad effettuare qualche considerazione di ordine pratico sulle tre opzioni a disposizione cercando di valutarne gli effetti, ovvero:

  • L’utilizzo della detrazione del 110% in dichiarazione dei redditi in quote costanti in 5 anni;
  • L’ottenimento dello sconto in fattura da parte del fornitore che esegue i lavori;
  • La cessione del credito agli istituti bancari.

Vediamo ogni scelta con dettaglio.

Utilizzo in dichiarazione della detrazione del 110%

Questa possibilità per sfruttare l’Ecobonus al 110% è sicuramente da prendere in considerazione prima. Ipotizziamo un costo dei lavori pari a € 10.000. In questo caso il contribuente può sfruttare l’interno bonus, che è pari a € 11.000 in dichiarazione dei redditi.

Sostanzialmente, il contribuente ha diritto di portarsi a riduzione delle proprie imposte (Irpef) una quota pari a € 2.200 per cinque anni. Il vantaggio di questa opzione è che non devono intervenire soggetti terzi (fornitori o istituti bancari) per sfruttare la detrazione. Questo aspetto è fondamentale e determina, infatti, la fruizione massima del bonus (si sfrutta per tutto il suo ammontare, ovvero il 110%). Tuttavia, per poter usufruire a pieno di questa opzione è necessario verificare di poter essere fiscalmente “capienti”. Questo significa, guardando al nostro esempio, di avere imposte Irpef da versare in dichiarazione almeno pari (o superiori) al bonus annuale (es. € 2.200). Solo in questo caso, infatti, la detrazione viene sfruttata in pieno. Qualora, invece, l’importo delle imposte risulti essere inferiore alla quota annuale del bonus, il contribuente si trova in una situazione di “incapienza” fiscale.

E’ proprio in situazione di incapienza che il contribuente deve pensare di usufruire di una delle altre opzioni disponibili tra lo sconto in fattura la possibilità di cedere il credito di imposta.

Lo sconto in fattura

La possibilità di fruire del bonus fiscale attraverso lo sconto in fattura, sostanzialmente, deve essere presa in considerazione solo in un secondo momento. Prima di tutto occorre verificare che il soggetto che sostiene la spesa risulti incapiente fiscalmente, e quindi non sia in grado di sfruttare pienamente la detrazione fiscale in dichiarazione.

A questo punto può essere vantaggioso concordare con il fornitore che eseguirà i lavori lo sconto in fattura che può ottenere. Lo sconto deve essere di importo massimo non superiore al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati.

Il fornitore recupera il contributo anticipato sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante, con facoltà di successive cessioni di tale credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Questa opzione, quindi, facendo intervenire un ulteriore soggetto determina un minor impatto da un punto di vista del bonus, ma in compenso finanziariamente si ha diritto ad una riduzione dell’importo da corrispondere al fornitore.

Cedere il credito di imposta agli istituti bancari o finanziari

La terza opzione a disposizione del soggetto che effettua interventi agevolati per cui è possibile optare per una delle ipotesi alternative alla fruizione in dichiarazione dei redditi è la cessione del credito. In questo caso si opta per la cessione di un credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successive cessioni.

Anche in questo caso, la convenienza di questa opzione è legata all’incapienza fiscale del soggetto che ha diritto al bonus. Infatti, cedendo il credito il contribuente ha diritto ad ottenere la cessione del proprio credito, a fronte di un corrispettivo che comunque deve tenere conto del margine che vuole tenersi l’istituto bancario che effettua l’operazione.

Anche in questo caso il costo di questa operazione supera la possibilità diretta di fruire del bonus in dichiarazione. Per questo motivo la scelta di questa opzione deve essere valutata solo come ipotesi residuale rispetto all’utilizzo diretto del bonus in dichiarazione dei redditi.

Disposizioni utili per cedere correttamente il credito di imposta

L’opzione per la cessione de credito di imposta può essere effettuata in relazione a ciascuno stato di avanzamento dei lavori che, con riferimento agli interventi ammessi all’ecobonus, non possono essere più di due per ciascun intervento complessivo.

Il primo stato di avanzamento, inoltre, deve riferirsi ad almeno il 30% e il secondo ad almeno il 60% dell’intervento medesimo.

I crediti d’imposta, che non sono oggetto di ulteriore cessione, sono utilizzati in compensazione attraverso il modello F24. Il credito d’imposta è fruito con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione.

La quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non può essere fruita negli anni
successivi, e non può essere richiesta a rimborso.

Non si applica il limite generale di compensabilità previsto per i crediti di imposta e
contributi pari a € 700.000 (elevato a 1 milione di euro per il solo anno 2020), né il
limite di € 250.000 applicabile ai crediti di imposta da indicare nel quadro RU della
dichiarazione dei redditi.

Inoltre, non si applica il divieto di utilizzo dei crediti in compensazione, in presenza di
debiti iscritti a ruolo per importi superiori a € 1.500.

La cessione può essere disposta in favore:

  • Dei fornitori di beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi;
  • Di altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o
  • d’impresa, società ed enti);
  • Di istituti di credito e intermediari finanziari.

Documentazione necessaria

Per poter beneficiare dell’Ecobonus è necessario effettuare pagamenti tracciabili. In particolare, i pagamenti dovranno avvenire tramite bonifico bancario o postale. Il bonifico parlante deve prevedere le seguenti informazioni:

  • Causale del bonifico con l’indicazione della normativa di riferimento;
  • Codice Fiscale del beneficiario dell’Ecobonus, se persona fisica, codice Fiscale o numero di Partita Iva, se il richiedente è un professionista o svolge attività d’impresa.

In sintesi, occorre effettuare una distinzione:

  • contribuenti non titolari di reddito d’impresa mediante bonifico bancario o postale. I contribuenti nel versamento con bonifico dovranno indicare la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita IVAo il codice fiscale del soggetto a favore di cui si effettua il pagamento;
  • contribuenti titolari di reddito d’impresa non sono soggetti all’obbligo di pagare tramite bonifico è opportuno conservare idonea documentazione per la prova delle spese.

Per quanto riguarda la documentazione necessaria, è necessario presentare:

  • Asseverazione redatta e firmata da un tecnico abilitato (oppure una dichiarazione rilasciata dal direttore dei lavori) che attesta che gli interventi rispettano i requisiti tecnici richiesti e sono idonei per l’accesso all’incentivo;
  • Scheda informativa degli interventi svolti;
  • APE Post-Interventi.

L’APE non è obbligatoria:

  • Sostituzione di finestre comprensive di infissi su unità immobiliari indipendenti;
  • Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria;
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaia a condensazione e messa a punto del sistema di distribuzione;
  • Acquisto e installazione di schermature solari;
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con generatori alimentati a biomassa;
  • Acquisto e installazione di dispositivi multimediali.

In riferimento alla scherma informativa per gli interventi realizzati, occorre utilizzare il modello Allegato E della Legge di Bilancio 2007. Qualora l’intervento riguarda la sostituzione di finestre comprensive di infissi sulle singole unità immobiliari, occorre utilizzare il modello mostrato all’Allegato F.

Comunicazione ENEA e Visto Conformità

Per beneficiare dell’Ecobonus occorre presentare la Comunicazione ENEA, fondamentale per tutte le opere di riqualificazione energetica. La Comunicazione dovrà essere trasmessa entro 90 giorni dal termine degli interventi e servirà appunto a far sapere che i lavori sono effettivamente conclusi. Al documento si dovranno allegare anche una copia della scheda descrittiva degli interventi e una copia dell’APE (quando necessaria).

Inoltre con l’introduzione del Decreto Antifrode i beneficiari che optano per la cessione del credito o sconto in fattura dovranno presentare il visto di conformità necessario ad attestare che i dati trascritti e i documenti presentati siano idonei.

Cosa verificare nelle fatture relativa all’Ecobonus?

La corretta descrizione della fattura è essenziale, per non aver contestazioni dall’Agenzia delle Entrate. Quando ricevi le fatture da parte dei fornitori che hanno eseguito i lavori ti consiglio sempre di verificare l’esatta indicazione dell’Ecobonus in fattura. In particolare, gli elementi essenziali sono: tipo di opera (manutenzione straordinaria, ordinaria, risanamento, ristrutturazione), descrizione intervento, localizzazione dell’immobile (indirizzo ed estremi catastali) ed eventuale secondo soggetto che detrae.

Vediamo un esempio:

Descrizione: “Opere di riqualificazione energetica eseguite presso l’immobile sito in via _________, Città _______ distinto al NCEU al foglio xx p.lla xx sub x consistenti nella ________________. Beneficiario _____________________, residente in via ______, Città _______ C.F. ________________.”

Qual è la corretta dicitura del bonifico parlante per l’Ecobonus?

Per fruire della detrazione fiscale legata all’Ecobonus il pagamento della fattura dell’idraulico, del muratore, dell’elettricista, del caldaista, o dell’ingegnere devono essere effettuate con bonifico parlante, indicando una specifica causale.

Fortunatamente molte banche hanno predisposto dei bonifici pre-compilati. Sicuramente attraverso la home-banking troverai questo servizio. Altrimenti, ti segnalo la corretta dicitura della causale:

Causale Ecobonus:

“Riqualificazione energetica, articolo 1, commi 344-347, legge 296 / 2006. – Pagamento fattura n. ___ del___ a favore di ___ partita Iva ___ C.f. beneficiario detrazione_________”.

Come si applica l’Iva per gli interventi legati all’Ecobonus 2021?

L’Agenzia delle Entrate, per favorire ulteriormente la riqualificazione del patrimonio immobiliare ad uso residenziale, ha ridotto l’Iva agevolata da pagare su beni e servizi. Ne ho parlato in dettaglio in questo articolo: “Iva agevolata al 10% in edilizia: guida“. Volendo schematizzare possiamo affermare che si applica:

  • Iva al 4%: tutti i lavori, che hanno come obiettivo l’eliminazione delle barriere architettoniche (messa a norma di un ascensore, installazione di servoscala montascale, abbattimento di gradini per la sostituzione con scivoli, installazione rampe);
  • Iva al 10%, solo nei seguenti casi:
    • Prestazioni di servizi (manodopera) relativi a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria;
    • Beni, solo se la relativa fornitura è posta in essere nell’ambito del contratto di appalto. Quindi, l’aliquota agevolata al 10% dei beni, sarà applicata solo se questi prodotti saranno inclusi all’interno del contratto di appalto, che il committente stipulerà con l’impresa. L’impresa, in questo caso, acquisterà i prodotti dal fornitore (mattonelle, pavimenti, sanitari, etc) con l’Iva al 22% e poi applicherà al committente l’Iva al 10% (andando quindi in “credito d’IVA” nei confronti dello Stato); 
  • Iva al 22%, ma solo per gli onorari dei professionisti eventualmente coinvolti nei lavori o per l’acquisto di beni finiti, quando è diretto, da parte del committente, presso il negozio o il deposito di materiali edili.

L’Iva ridotta al 10%, se acquisti direttamente tu, puoi ottenerla solo se i tuoi lavori ricadono in restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia. Non in manutenzione straordinaria. Differentemente, quando l’appaltatore fornisce beni di valore significativo, il 10% si applica ai predetti beni soltanto fino a concorrenza del valore della prestazione, considerato al netto del valore dei beni stessi.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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