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Il grattacielo Ina e il bonus facciate: «A rischio un pezzo di storia urbana» – Corriere della Sera – NEWS110

di Pierluigi Panza

Dalla scuola del Politecnico la petizione per tutelare il rivestimento dell’edificio di 18 piani di corso Sempione 33, progettato da Piero Bottoni, tra i protagonisti del Razionalismo italiano, negli anni ’50

Il bonus facciate è anche un malus per la conservazione dell’Architettura moderna della quale Milano è la capitale italiana. Pietra, o in questo caso cemento dello scandalo è il Palazzo Ina di corso Sempione, ovvero il grattacielo di Piero Bottoni, 18 piani, che i firmatari di un appello con capofila la Scuola di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Milano (Auic) vedono messo in pericolo dal bonus facciate. L’appello, lanciato ieri, chiede la «tutela ai sensi dell’articolo 10 comma 3 lettera d) del D.Lgs. 42/2004 del Palazzo Ina di corso Sempione 33». Ina-Casa era il piano di edilizia residenziale pubblica realizzato nel Dopoguerra dallo Stato. Quanto a Piero Bottoni fu tra i protagonisti del Razionalismo italiano, delegato ai Congressi Internazionali di Architettura Moderna, direttore della rivista «Metron» e tra i fondatori del Movimento Studi Architettura.

L’incentivo del bonus, si legge nell’appello (che si può firmare a questo link ), «potrebbe portare a un intervento di sostituzione del rivestimento e di relativa coibentazione con cappotto in alcune parti, intervento che potrebbe danneggiare irreversibilmente una testimonianza così significativa della storia urbana della città». L’opera progettata tra il 1953 e il 1958 ha «un valore culturale unico e si esplicita nella complessità dei temi che affronta, dove il ruolo della costruzione in altezza diventa occasione concreta di una caratterizzazione del paesaggio urbano, memore della sperimentazione della Milano Verde razionalista». Il palazzo di appartamenti, oggi assai costosi in particolare dal settimo-ottavo piano in su (dove la vista è molto ampia), è secondo gli architetti del Politecnico «perfettamente conservato». Non così per alcuni condomini che lamentano, in particolare, serramenti tutt’altro che a prova di spifferi responsabili nel far precipitare gli appartamenti in basse classi energetiche. Ci sarebbero anche problemi di rivestimento. Qualche abitante sorride all’appello: «Se questo edificio fosse in periferia se ne chiederebbe l’abbattimento come ecomostro».

Il palazzo, invece, è un landmark di una delle zone residenziali più apprezzate e caratterizzate da altri edifici di maestri del Razionalismo che potrebbero finire sulla lista dell’ecobonus: il Palazzo della Rai di Gio Ponti, casa Rustici di Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni e il Palazzo Vespa della Piaggio di Luigi Vietti.

Mesi fa furono le riviste «Abitare» e «Domus» a lanciare l’allarme sui pericoli per l’Architettura razionalista milanese, già fortemente in trasformazione, specie in zona Garibaldi. Un allarme che sarà ripreso anche nei prossimi numeri di due riviste di conservazione e restauro legate al Politecnico, come «Ananke» e «Storie di restauro», quest’ultima diretta dal restauratore di Palazzo Giureconsulti Paolo Gasparoli. Recentemente, l’argomento era stato sollevato anche durante l’incontro di presentazione del libro fotografico curato da Fulvio Irace «Milano Moderna: architettura, arte e città 1947-2021» (con immagini di Gabriele Basilico, Marco Introini, Filippo Romano, Poalo Rosselli, Giovanna Silva) che si è svolto presso l’Auditorium della Fondazione Memoriale della Shoah.

Il bonus o malus cancella facciate si inquadra, secondo alcune voci critiche, in un più vasto piano di sostituzione della città moderna (secondo altri, e tra questi spesso la Giunta, «di rinnovamento») che riguarda anche lo stadio di San Siro, il grattacielo orizzontale di Citylife, il Pirellino e gli interventi nell’area di Porta Romana, molto contrastati da un portale online come «il migliorista», diretto dall’ex vicesindaco Luigi Corbani. In genere, a restyling avvenuto, ci troviamo di fronte a uffici o appartamenti per giocatori di calcio, influencer o milionari stranieri che costano non meno otto-dieci mila euro al metro quadrato, utili alla speculazione edilizia a danno della cultura architettonica e inutili per le esigenze abitative popolari.

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11 gennaio 2022 (modifica il 11 gennaio 2022 | 07:10)

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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