“Il Superbonus 110 per cento sta avendo un grande successo a Catania”: l’Ingegner Biagio Bisignani, direttore dell’area Urbanistica del Comune conferma una sensazione che qualunque cittadino può avere girando per la città. Ponteggi e cantieri sono dappertutto, in particolare in centro, e dimostrano la notevole vivacità dell’attività edilizia in corso. Bisignani, che abbiamo intervistato in diretta, porta anche i dati precisi e i trend di crescita innescati da alcuni anni dai vari bonus governativi destinati al miglioramento del patrimonio edilizio. Una tendenza alla crescita iniziata nel 2017 che ha subito un rallentamento nel 2020 a causa dei tanti periodi di lockdown dovuti alla pandemia Covid-19. Nel 2021 invece la ripresa è stata fortissima e i numeri mostrano quasi un raddoppio delle varie tipologie di pratiche legate a nuove costruzioni, demolizioni e ricostruzioni di edifici, ristrutturazioni. Le proiezioni per il 2022 prevedono una ulteriore crescita.
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Occasione unica a costo zero
Protagonista di una clamorosa impennata di lavori e cantieri, nel 2021 è stato il Superbonus 110 per cento, che consente di migliorare il comportamento degli edifici sia dal punto di vista energetico che sismico a costo zero per il cittadino. Una misura, quella del Superbonus, che sta certamente stressando il mercato e gli uffici amministrativi. Conferma Bisignani: “Magari su quasi sette mila pratiche ce ne sono un centinaio che possono avere qualche problema. Ci sono certamente criticità, ma si tratta di una percentuale molto bassa”. Il Superbonus dunque costituisce una grande opportunità, una occasione unica per ristrutturare casa a costo zero.
Interventi soprattutto in centro
Dai dati Enea aggiornati a tutto il 2021 si evince che le “asseverazioni” in tutta la Sicilia sono 6.307 per un importo degli incentivi mobilitato pari a oltre un miliardo di euro. Secondo Bisignani le paratiche di Superbonus aperte in questo momento a Catania sono circa 1.500. Curioso e interessante il dato sulla distribuzione degli interventi nelle varie zone della città: “Le pratiche si concentrano nel centro della città, dove gli immobili sono più pregiati, pericolosità e rischio sismico a parte. Paradossalmente alcune zone come Librino, Fossa Creta e San Giovanni Galermo, per esempio, sono indietro. C’è una mancanza di richieste da parte dei cittadini”, dice Bisignani.
Zone pericolose in caso di terremoto
Il Superbonus prevede la concessione di un contributo pari al 110 per cento delle spese anche per l’adeguamento antisismico degli edifici. Una misura utilissima soprattutto in quelle zone del centro in cui gli edifici sono stati costruiti negli anni 60 o 70, nel periodo del boom edilizio, senza alcun criterio antisismico. Una espansione selvaggia con costruzioni a cinque piani o più, palazzi altissimi che si affacciano su strade strette senza soluzione di continuità. Una situazione di grande rischio in una città che più volte è stata distrutta dai terremoti (e mai dall’Etna). Tutti conoscono la catastrofe provocata dal sisma del 1693, che rase al suolo le abitazioni e causò la morte di decine di migliaia di persone. Eppure “le pratiche che riguardano solo gli interventi antisismici sono pari a circa il 30 per cento del totale – dice Bisignani – forse perché gli interventi sono piuttosto invasivi e impegnativi. Però sarebbe necessario fare di più da questo punto di vista. L’ideale sarebbe un intervento di demolizione e ricostruzione”.
Source: focusicilia.it
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