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Bonus mobili prorogato al 2024/ Come funziona: modifiche al tetto di spesa – Il Sussidiario.net

Nella Legge di Bilancio è arrivata la proroga fino al 2024 del bonus mobili ed elettrodomestici. Uno degli emendamenti alla manovra, infatti, prevede un limite di spesa di 10.000 euro nel 2022, mentre per il 2023 e il 2024 la soglia scenderà a 5.000 euro. Ricordiamo che l’attuale limite di spesa detraibile è di 16mila euro.

Il bonus mobili prevede una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. L’agevolazione spetta anche per gli acquisti effettuati nel 2021, ma potrà essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal 1° gennaio 2020.

Bonus mobili prorogato al 2024

Per usufruire del bonus mobili è necessario è necessario che la data di inizio lavori sia anteriore a quella in cui sono sostenute le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. Ricordiamo inoltre che il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto al beneficio più volte. L’importo massimo di spesa va, infatti, riferito a ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione. La detrazione spetta per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 per l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+, (A o superiore per i forni e lavasciuga), per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. Cosa bisogna fare per ottenere il bonus mobili? Per accedere alla detrazione il pagamento dei mobili o degli elettrodomestici deve essere effettuato con bonifico, carta di debito o credito e la detrazione è ammessa anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate. Necessario conservare l’attestazione del pagamento e le fatture o lo scontrino di acquisto dei mobili e degli elettrodomestici, senza dimenticare la dichiarazione dell’avvenuta ristrutturazione rilasciata dal Comune.

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