La manina che cambia il decreto
Con gli incentivi le frodi sono sempre in agguato: «Alcuni cittadini ci hanno segnalato di aver firmato le carte senza che fosse avviato alcun lavoro, altri di lavori eseguiti da società che non sono nell’edilizia ma nel settore della macellazione» ha dichiarato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, quantificando le truffe in almeno un miliardo di euro. Per ridurle, l’Agenzia ha intensificato i controlli, mentre lo Stato ha reso più complessa la procedura di richiesta del bonus. Per incassare, l’impresa che fa i lavori deve dimostrare all’Enea di aver utilizzato materiali che garantiscono il risparmio energetico, e all’Agenzia delle Entrate di aver applicato prezzi congrui.
Un privato che si chiama Genio Civile
Il Genio Civile non esiste più dal 1972, anno in cui questa struttura del Regno — creata da Vittorio Emanuele I a inizio Ottocento per monitorare i lavori pubblici — si è dissolta. La Dei, che con il Genio non ha mai avuto nulla a che fare, è una società privata con undici dipendenti e sede a Roma. Settant’anni fa il suo fondatore, il signor Bartoli, ebbe l’idea — lui sì geniale — di mettere nome e marchio del Genio Civile nella ragione sociale per vendere meglio i suoi prezzari e manuali per l’edilizia. Ad equivocare infatti sono in parecchi, dai funzionari del Ministero, a quelli dell’Agenzia delle Entrate e dell’ Enea. Nel marzo 2021, in piena operazione bonus, la Dei è stata acquisita dalla Quine, del gruppo Lswr, colosso dell’editoria tecnica guidato da Giorgio Albonetti. Lswr gestisce molti prezzari dei farmaci, pubblica riviste giuridiche, quelle delle fiere di settore, la rivista del consiglio nazionale degli ingegneri, l’organo che assevera i costi del superbonus, la rivista dell’associazione dei termotecnici (AICAR) che progettano gli impianti e asseverano i costi ai fini del bonus. I listini Dei sono dettagliatissimi. Siccome lungo lo stivale i prezzi variano, e occorre definire e monitorare 80 mila voci, uno immagina che ci lavoreranno un centinaio di esperti. Sbagliato: sono solo in 6, e qualche consulente.
Il listino di riferimento
I listini nella loro versione elettronica permettono la compilazione automatica dei preventivi. Ovviamente la comodità ha un prezzo: fino a 3.200 euro per un abbonamento annuale.
Sul tavolo di ogni ingegnere, architetto o geometra, quello della Dei (che dichiara 10 mila clienti e fatturato raddoppiato nell’ultimo anno) è un monopolio su cui lo Stato non esercita alcun controllo.
L’editore Albonetti fa il suo mestiere, e lo fa bene: «Vengano pure a controllare, troveranno che i prezzi sono i più bassi possibili. Noi non cediamo alle pressioni delle imprese che vorrebbero aumenti continui lamentandosi per i rialzi delle materie prime. Siamo totalmente indipendenti e quindi affidabili». Qualche potenziale conflitto di interessi in realtà c’è: i prezzari Dei ospitano pubblicità a pagamento dei costruttori, e editano la rivista dell’Ordine degli Ingegneri, che nei suoi editoriali ne difende a spada tratta «l’insostituibilità come riferimento per i lavori».
Come si determina un prezzo
Secondo Luca Bertoni, presidente del Collegio degli ingegneri di Lodi, i listini Dei non espongono prezzi spropositati per le singole voci, ma è la loro struttura che permette di alzare i prezzi quando si redige un preventivo. Un esempio: «In zona climatica “E” un serramento può costare 650/750 euro al metro. Io ho visto capitolati basati sul listino Dei che calcolavano anche 2.500 euro al metro. Come ci si arriva? Applicando alla lettera delle singole voci super dettagliate, inserendo separatamente le ore di posa in opera e così via». Il listino Dei è autorizzato dallo Stato, e lo Stato non può contestare il prezzo finale che va a rimborsare. La legge in origine ipotizzava una procedura diversa per calmierare i costi: stabilire un prezzo massimo (ad esempio 1.000 euro al metro per i serramenti) e lasciare l’eventuale spesa in eccesso a carico del contribuente. Vuoi isolare casa con 120 metri quadri di cappotto termico? Ti rimborso al massimo tot euro al metro quadro, in base alle misure certificate dal progettista. Nessuno in questo modo avrebbe bisogno di gonfiare i prezzi. I massimali però non sono stati messi in pratica.
I professionisti ringraziano
I costi sono diversi da regione a regione, da provincia a provincia. Se in Lombardia i prezzari delle Camere di Commercio sono (oltre che gratuiti) anche impeccabili, nel Centro-Sud la storia cambia. Francesco Triolo, ex presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Messina, spiega: «Mi piacerebbe far riferimento al prezzario della Regione Sicilia, ma contiene pochissime voci, mentre quello Dei comprende ogni possibile variante e nel momento in cui lo adotti sai che lo Stato non avrà nulla da obbiettare. In un mercato sano, ai prezzari si applica sempre lo sconto: ma se l’Agenzia delle Entrate rimborsa prezzi più alti della media nessuno ha interesse a chiederlo». I professionisti — che col superbonus incassano parcelle di progettazione più alte — ringraziano: «I meccanismi di rimborso dei soldi che anticipiamo sono lenti, guadagnare di più è un modo per rifarci».
Regalati due miliardi
Nessuno è interessato a potenziare gli uffici tecnici pubblici locali che pure avrebbero competenza e risorse per far da garanti. Qualche professionista calcola almeno nel 10% la spesa in eccesso da parte dello Stato dovuta a un meccanismo di calcolo non calmierato. Sui 16 miliardi già spesi, se ne sarebbero già risparmiati due. Due mesi fa il ministro della Transizione ecologica ha riportato i conti al governo: «Stiamo pagando il doppio dei valori europei perché non c’è contrattazione sui prezzi». Per ridurre i costi, la nuova legge finanziaria ha modificato la normativa: per essere congrue le spese dovranno adeguarsi «ai valori massimi stabiliti con decreto del ministro della Transizione ecologica da emanarsi entro il 9 febbraio 2022».
Il Mite ha dunque tre settimane di tempo per stabilire un tetto di spesa per ogni singola voce di intervento, dai cappotti termici alla manodopera, alle spese di progettazione.
L’impresa è dura: i produttori di materie prime, le imprese costruttrici, e la maggior parte dei progettisti sono già sul piede di guerra. Il defunto Genio Civile non può controllarli, lo Stato pare non essersi accorto del decesso e i prezzi del Tariffario Dei che portano ancora il suo nome fanno davvero comodo a tutti.
17 gennaio 2022 | 07:02
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Source: corriere.it
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