Il testo del decreto “Sostegni ter”, approvato dal Consiglio dei Ministri, non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. C’è quindi molta incertezza sui reali contenuti del provvedimento e sui termini della stretta alla cessione del credito dei bonus edilizi, che tuttavia sta suscitando molte discussioni nel mondo dell’edilizia. Ora la questione approda anche alla Camera, con un’interrogazione a risposta scritta presentata dalle onorevoli Ciaburro e Caretta (FdI) alla presidenza del Consiglio dei Ministri e ai due ministeri competenti (MITE e MEF).
Riportiamo di seguito il testo dell’interrogazione (4-11168):
Per sapere – premesso che:
come emerso a mezzo stampa, il Governo, entro il termine del mese di gennaio 2022, intende definire, tramite decretazione d’urgenza, un cosiddetto «decreto sostegni-ter» per rispondere al crescente costo delle utenze energetiche e fornire misure indennitarie alle attività chiuse in conseguenza del diffondersi del COVID-19;
il testo sarebbe stato licenziato in Consiglio dei ministri in data 21 gennaio 2022 e, tra le altre, riporterebbe misure del tutto estranee alla ratio di indennizzare i cittadini, disponendo, a partire dal 7 febbraio 2022, una unica cessione del credito per i crediti d’imposta derivanti da misure quali «Superbonus», «bonus ristrutturazioni», «sismabonus» e «bonus facciate»;
questo significa che il beneficiario della detrazione potrà cedere il credito ad altri soggetti, banche e intermediari finanziari, ma questi non potranno cederlo a loro volta e che i fornitori che praticano lo sconto in fattura potranno recuperare lo sconto sotto forma di credito di imposta e cederlo una sola volta ad altri soggetti, banche o intermediari finanziari, ma questi ultimi non potranno cederlo a loro volta;
ne consegue che ogni contratto stipulato al di fuori di questo nuovo perimetro normativo è da considerarsi nullo, con il rischio per migliaia tra forniture, contratti, cantieri e pagamenti di saltare per l’ennesimo cambiamento in corso d’opera delle regole relative al «Superbonus 110 per cento»;
questa ennesima revisione costringerebbe cittadini, imprese e professionisti a rivedere nuovamente le condizioni contrattuali, scoraggiando il ricorso all’incentivo ed impedendo la formazione di un patrimonio immobiliare meno energivoro;
per contrastare le frodi, come richiesto anche dalle associazioni di categoria, sarebbero necessari l’introduzione di prezzari di riferimento per tutti i bonus e un sistema di qualificazione delle imprese, ma ancora niente è stato fatto in tal senso –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quale sia il suo orientamento alla cessione unica del credito e se non intenda mantenere il sistema previgente ed adottare iniziative per introdurre misure antifrode come anche quelle di cui sopra.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.