Il meccanismo della cessione dei crediti d’imposta potrebbe nuovamente cambiare. Dopo l’intervento con il decreto Sostegni ter, che ha limitato la cessione dei crediti a una sola volta, imprese e cittadini stanno protestando e chiedendo a gran voce un ulteriore provvedimento correttivo.
Da un lato ci sono tantissime aziende edili con cantieri bloccati, e dall’altro le famiglie che hanno iniziato a fare i lavori in casa (magari anche impegnativi, come quelli del superbonus 110%) si trovano a non poter più cedere il credito, opzione di gran lunga più conveniente rispetto alle alternative (sconto in fattura e detrazione in dichiarazione dei redditi).
Il Governo quindi sta pensando di intervenire ancora, ma è bene specificare che ancora non è chiaro come: potrebbe esserci un provvedimento specifico, oppure un unico decreto che si occupi anche delle misure contro il caro bollette. Qualche chiarimento dovrebbe arrivare con il consiglio dei ministri previsto per la prossima settimana.
Cessione crediti, come potrebbe cambiare (di nuovo) con il decreto in arrivo
Non solo imprese e famiglie, ma anche il Parlamento sembra piuttosto compatto nel chiedere al Governo un nuovo intervento sulla stretta del meccanismo della cessione del credito, in primis Lega e Movimento 5 Stelle. Proprio i 5 Stelle, in realtà, da genitori del superbonus 110%, spingono per una misura-compromesso da trovare con una certa urgenza. Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole, ha scritto in un post su Facebook:
“Come Governo dobbiamo intervenire immediatamente con un decreto correttivo e con un prolungamento della misura del Superbonus 110% per le monofamiliari, visti i due mesi di stop subiti. Porterò questo tema nel prossimo Cdm.”
Intervistato su Radio Libertà, Matteo Salvini ha spiegato che è necessario evitare le truffe, così come “bloccare i furbetti dell’ecobonus” (il nome giusto però sarebbe evasori, ndr), ma “senza lasciare in sospeso tutte le aziende per bene, famiglie e condomini che hanno iniziato i lavori”.
Ma in cosa consiste questo dietrofront? L’intenzione è quella di modificare il decreto Sostegni ter, che ha vietati l’opzione della cessione del credito a catena a partire dal 7 febbraio. Secondo le ultime anticipazioni, le cessioni dovranno avvenire tra istituti vigilati dalla Banca d’Italia, quindi tra banche e intermediari.
Per quanto riguarda le cifre già sequestrate delle frodi sulla cessione del credito scoperto (pari a circa 2 miliardi), il Governo potrebbe allungare i tempi di utilizzo di questi crediti.
Cessione del credito, per ora interviene solo l’Agenzia delle entrate
Il decreto Sostegni ter è entrato in vigore il 27 gennaio, cambiando le regole per la cessione del credito a partire dal 7 febbraio. Dal 7 febbraio in poi è possibile effettuare un’unica cessione, pena l’annullamento del contratto. Dal 27 gennaio al 7 febbraio quindi è operativo un periodo transitorio, in cui è possibile continuare a effettuare un’ulteriore cessione del credito, mantenendo la possibilità di cederlo anche dal 7 febbraio in poi.
Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 4 febbraio proroga ufficialmente la scadenza di questo periodo transitorio, spostando il termine ultimo per la cessione del credito al 17 febbraio. Una proroga, quindi, di dieci giorni.
Con un provvedimento del giorno prima, invece, ha aggiornato il modello per la comunicazione alle Entrate.
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