La Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola e Media
Impresa (CNA) ha pubblicato uno studio relativo
all’impatto del Decreto Sostegni Ter e delle
modifiche apportate ai bonus edilizi e al meccanismo della cessione
del credito sulla filiera delle costruzioni.
Bonus edilizi e cessione del credito: l’indagine CNA
Lo studio sottolinea l’eccezionale ripresa
messa a segno dall’Italia nel 2021, trainata dal
settore delle costruzioni che ha registrato un aumento di oltre 22
punti percentuali: un’espansione che ha riportato il valore
aggiunto delle costruzioni ai livelli del 2012, resa possibile
dagli incentivi statali per la messa in sicurezza,
la riqualificazione e l’efficientamento energetico del patrimonio
immobiliare del Paese (Superbonus 110%, Bonus Facciate, Sisma
Bonus, Bonus Ristrutturazioni).
Se, come previsto dal Decreto Rilancio, fino allo scorso anno
l’accesso ai bonus edilizi è stato facilitato dalla possibilità di
trasformare le detrazioni in crediti di imposta cedibili
senza alcuna limitazione, con l’obiettivo di accelerare il
processo di transizione ecologica in coerenza con il Green Deal
europeo, a partire dall’entrata in vigore del D.L. n.
4/2022 (Decreto Sostegni Ter) questa opportunità è venuta
meno, con l’introduzione dell’articolo 28 che limita a una
sola la possibilità di cedere i crediti.
La disposizione sta di fatto rallentando tutti i lavori
agevolati dai bonus edilizi e mettendo in difficoltà le imprese e
gli intermediari finanziari. Per molte imprese delle costruzioni le
limitazioni previste dalla nuova normativa rendono impossibile
applicare lo sconto in fattura se non nei limiti
della loro capienza finanziaria.
Proprio con l’obiettivo di analizzare nel dettaglio gli effetti
della nuova normativa sulle imprese dell’edilizia,
dell’installazione di impianti e dei serramenti, CNA ha ritenuto
opportuno realizzare un’indagin nel settore, somministrata tra il 4
e l’8 febbraio 2022.
Il campione dell’indagine
Le imprese che hanno partecipato all’indagine CNA sono state
circa 2.000 e costituiscono un campione
rappresentativo delle imprese della filiera delle costruzioni.
Esse operano nei seguenti settori:
- costruzioni (sezione Ateco F);
- installazione di impianti (codice Ateco
43.2); - produttori serramenti, che comprendono i
comparti di cui ai codici Ateco 16.23 (carpenteria in legno per
l’edilizia), 22.23 (articoli in plastica per l’edilizia), 25.12
(porte e finestre in metallo).
I risultati dell’indagine CNA
Dall’Indagine CNA risulta che, dal momento della sua
introduzione con il Decreto Rilancio, il 75,2% delle imprese
ha offerto lo sconto in fattura. Il fatturato realizzato nel 2021
su lavori attuati con la formula dello sconto in fattura risulta
rilevante, essendo risultato pari al 50,7% del
totale tra le imprese delle costruzioni in senso stretto
(edilizia), al 40,2% del totale tra le imprese dell’installazione
degli impianti e al 42,3% del totale tra le imprese dei
serramenti.
Il Decreto Rilancio prevedeva anche che le imprese che avessero
maturato un credito, in seguito alla concessione dello sconto in
fattura, lo potessero cedere a terzi (c.d. soggetti
cessionari) senza alcuna limitazione. I canali utilizzati
in prevalenza dalle imprese che hanno realizzato lavori agevolati
dal Superbonus e dal Bonus Facciate (costruzioni) sono stati gli
istituti di credito, 55,6%, e le Poste Italiane, 33,5%, ovvero
soggetti dotati di grande operatività
finanziaria. Per le imprese attive soprattutto sui
bonus minori (es. bonus ristrutturazioni), risulta
utilizzato in maniera significativa anche il canale dei
fornitori di beni e servizi, di cui si è avvalso
il 25,9% degli operatori del settore dell’installazione di impianti
e il 17% di quelli del settore dei serramenti.
Lo stop alle cessioni multiple
Con l’articolo 28 del Decreto Sostegni ter che stabilisce che i
crediti di imposta possano essere ceduti solo una volta, sono
arrivate forti difficoltà per le imprese della filiera delle
costruzioni. Al momento dell’entrata in vigore del provvedimento,
il 27 gennaio 2022, il 50,9% delle imprese vantava
crediti per lavori sui quali aveva concesso lo
sconto in fattura alla clientela, che potrebbero risultare
difficilmente recuperabili.
Come spiegato nell’analisi, dopo l’emanazione del Decreto,
infatti, quasi il 50% delle imprese riferisce di avere registrato
una indisponibilità totale ed immediata ad acquisire i
crediti maturati dai cessionari.
Secondo il 42,5% degli intervistati, la nuova normativa avrà
pertanto conseguenze importanti poiché renderà pressoché
impossibile concedere lo sconto in fattura alla clientela,
rischiando di comprimere in maniera drastica la domanda di lavori
di efficientamento energetico e
riqualificazione del patrimonio immobiliare.
Infatti, secondo il 77,5% degli intervistati le restrizioni
determineranno una frenata nella realizzazione dei lavori, e quindi
una diminuzione del volume di affari.
Di grande rilievo la diminuzione dei fatturati:
le imprese delle costruzioni stimano di potere accusare nel 2022
una riduzione del volume di affari del 38,8% rispetto al 2021.
Danni considerevoli sono attesi anche negli altri due comparti in
cui si articola la filiera: secondo le stime, sia nell’ambito
dell’installazione degli impianti che nei serramenti il giro di
affari potrebbe ridursi di circa trenta punti
percentuali rispetto al 2021.
Cessione del credito: le proposte di CNA
Alla luce di questi dati, CNA chiede l’adozione tempestiva di un
decreto correttivo volto a superare la restrizione
di un’unica cessione del credito, in modo da permettere sia la
cessione multipla tra gli intermediari finanziari, che la
cedibilità tra imprese per le quali rilevi una forma di connessione
funzionale in ragione dell’attività esercitata. Inoltre viene
proposta un’assicurazione per riportare agli anni d’imposta
successivi i crediti eventualmente non fruiti
nell’anno in corso.
Il tutto sempre auspicando di dare certezze a imprese e
cittadini in merito all’utilizzo e all’effettivo funzionamento
della cessione del credito, con misure continuative e che investano
soprattutto sui controlli, mediante l’incrocio delle banche
dati e l’intensificazione dell’attività
ispettiva.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.