La nona tappa della Clean Cities Campaign di Legambiente arriva a Perugia e l’associazione ambientalista presenta, per l’occasione, lo Stress test di Mobilità, una serie di indicatori dello stato dell’arte della mobilità, dell’inquinamento atmosferico e delle necessarie risposte politiche delle istituzioni per contrastarlo. I dati sono stati discussi a fine mattinata con un tavolo di discussione online promosso da Legambiente insieme a Fiab Perugia Pedala, l’Unione Studenti di Perugia e progetto Life CLIVUT e proseguirà domani con una “passeggiata pensante” a Ponte San Giovanni, assieme all’associazione Pro Ponte, in una delle zone della città più martoriate dal traffico interno e di attraversamento e dalle conseguenze che questo implica.
Il tasso di motorizzazione di Perugia resta tra i più alti d’Italia con 75 auto ogni 100 abitanti anche nel 2020, anno in cui in teoria abbiamo viaggiato poco, e una delle cause è anche dovuta ai generosi bonus elargiti dallo stato, l’unico a farlo in Europa, anche per veicoli non elettrici. Entro il 2030 Perugia dovrà ridurre la velocità e ridisegnare le strade e gli incroci pericolosi per aumentare la sicurezza stradale e ridurre di 3 volte la mortalità sulle strade che nel 2020 aveva visto un tasso 6 morti e 261 feriti ogni 100.000 abitanti, ma che purtroppo già sappiamo essere cresciuto molto nel 2021 (Fonte dati: ACI, Istat 2020).
Critico l’inquinamento atmosferico nelle centraline che misurano l’inquinamento urbano (quindi soprattutto traffico e riscaldamento) alla luce dei nuovi valori limite OMS (e prossimamente anche europei). Il PM10 dovrà essere ridotto del 13% entro il 2030, ma soprattutto il PM 2,5 del 52% e gli ossidi d’azoto (NO2) del 33% (Fonte dati: Mal’aria 2022).
Un lavoro enorme, ma che deve assolutamente essere fatto, anche in funzione anti Covid. Sempre più frequenti ricerche correlano infatti la morbilità da coronavirus con l’esposizione all’inquinamento, anche in Italia (tra le altre, secondo “Giovanni Veronesi e a., Occupational and Environmental Medicine, 2022” su 62 mila abitanti a Varese, “per ogni 1µg/mc in più di PM2.5 si è notato un aumento del 5,1% in più del tasso di casi da Covid 19, pari a 294 casi aggiuntivi ogni 100mila persone/anno”).
L’incontro online è stato organizzato per discutere e ragionare di mobilità e per affrontare i nodi irrisolti del traffico perugino e non solo, partendo però dalla testa e non dalla coda, cercando cioè soluzioni per ridurre il traffico e lo smog che questo comporta, e non discutendo soltanto di come realizzare nuove costose strade, nodi e nodini vari, solo per meglio spalmarlo. “Per fare di Perugia una Clean City – dichiara il presidente di Legambiente Umbria Maurizio Zara che ha moderato l’incontro – serve anzitutto riorganizzare e rendere sostenibile la mobilità pendolare quotidiana di lavoratori e studenti che sono quelli che maggiormente interessano oggi il traffico delle 200mila auto che ogni giorno si muovono attorno al nodo di Perugia. Serve ridisegnare gli spazi urbani per restituirli alla socialità e alla mobilità alternativa all’auto privata, e serve valorizzare e potenziare le infrastrutture del verde urbano che offrono un indispensabile riparo da inquinamento e effetti dei cambiamenti climatici”. Questi i temi che sono stati discussi assieme a Gaia Mattioli dell’Unione Studenti di Perugia, Matteo Lanfaloni ingegnere e rappresentante perugino di Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, e con l’ingegner Fabio Orlandi dell’Università di Perugia, referente del progetto Life Clivut che si rivolge proprio al tema del verde urbano.
Ritornando ai dati presentati stamattina da Legambiente, è ancora scarsa l’offerta di percorsi ciclabili in ambito urbano, seppure in crescita come previsto dal PUMS (piano urbano mobilità sostenibile) cittadino: siamo al 40% dall’obiettivo. La ciclabilità resta un tema strategico importante, non tutte le strade cittadine sono in pendenza infatti, e poi, come noto, ebike e altri mezzi elettrici hanno reso questo tema del tutto sorpassato ormai. Per molte altre città italiane è stata proprio la predisposizione dei percorsi ciclabili leggeri a promuovere la mobilità ciclabile nei mesi di lockdown, più di tutti i bonus all’acquisto di bici e monopattini (Fonte dati: Ecosistema Urbano 2020).
Ci si attende un maggior impegno nell’estensione delle strade a velocità calmierata, poiché le zone 30, oltre a incentivare la mobilità ciclopedonale, sono indispensabili per ridurre la gravità degli incidenti stradali, e sarà necessaria la loro moltiplicazione entro il 2030 (obiettivo 80% strade cittadine) perché Perugia possa diventare una città 30. Non si tratta solo di applicare segnaletica e far rispettare divieti, ma di disegnare quartiere per quartiere, anche le frazioni, per promuovere un abitare di prossimità (Fonte dati: Ecosistema Urbano 2020).
Discreta l’offerta di mezzi pubblici (35 km*vetture/ab), per una città di media dimensione, ma ancora decisamente inferiore a quanto si osserva in analoghe città europee. Oggi solo il 30% dell’offerta di Trasporto Pubblico è elettrica, grazie non solo ai treni, ma anche alle scale mobili, agli ascensori e al minimetro, che rappresentano una ottima risposta alla mobilità del centro abitato, il quale andrebbe decisamente meglio protetto dall’invasione delle auto e dalla sosta selvaggia (Fonte dati: Ecosistema Urbano 2020 e CittaMEZ 2021).
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.