Risparmiare energia, migliorare l’estetica, vivere in una casa in equilibrio con l’ambiente. Più facile per chi sta fuori città, ma qualcosa si può fare anche in ambiente urbano sfruttando anche l’ecobonus l’65%. Come? Con un bel tetto verde o un giardino pensile, pensato nell’ottica del risparmio energetico. A certificare la possibilità di ottenere i risparmi fiscali e a sottolineare i vantaggi ad ampio raggio di questi interventi è uno studio dell’Enea sulle infrastrutture verdi per edifici, intitolato “Gli ecosistemi vegetali per la rigenerazione ecologica delle città”. Nello studio viene espressamente trattato il contributo del verde per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, soluzione incentivata anche a livello comunitario, e sono dettate le regole che consentono, appunto, di accedere agli incentivi fiscali.
Piante grasse e specie autoctone
La progettazione dei tetti verdi e giardini pensili è regolamentata a livello europeo della norma UNI 11235:2015 che definisce i criteri di progettazione, esecuzione, controllo e manutenzione di coperture continue a verde.
Le coperture a verde possono essere di tipo:
• estensivo: che utilizza specie vegetali appartenenti al genere Sedum (varie specie di piante grasse e perenni che necessitano di poca manutenzione e irrigazione) che richiede spessori di substrato di coltivazione limitati (inferiori ai 15 cm) e minimi interventi di manutenzione.
• intensivo: che richiede maggiori cure e una manutenzione di maggiore intensità, che impiega un’ampia gamma di specie e associazioni vegetali: tappeti erbosi, erbacee perenni, cespugli, alberi. Lo spessore delle stratificazioni normalmente non supera i 40-50 cm. Il verde intensivo viene impiegato soprattutto ai fini di fruibilità della copertura come spazio per attività all’aperto ed a fini estetici.
La scelta della tipologia e dello spessore dello strato dipendono dalla tipologia di vegetazione, dalle caratteristiche della copertura e dal contesto climatico.
I vantaggi del tetto che respira
Secondo lo studio dell’Enea l’impiego diffuso della vegetazione nelle aree urbane potrebbe generare risparmi pari al 25% dell’energia elettrica totale usata per il raffreddamento degli edifici. In particolare l’effetto del verde oltre a ridurre le temperature superficiali, che si mantengono intorno alla temperatura di “comfort” di 26 °C, evita le forti variazioni di temperatura che, invece, sono presenti nella tipologia di tetto privo di vegetazione che mostra “picchi” di temperatura che sfiorano i 50 °C nelle ore più calde. Alla riduzione di temperatura superficiale si associa una riduzione dei flussi termici “entranti” nell’edificio. Inoltre l’integrazione del tetto verde nell’involucro edilizio consente l’incremento dell’efficienza energetica dell’edificio anche nei periodi invernali attraverso i fenomeni della fotosintesi e della traspirazione che caratterizzano l’accrescimento vegetale.
I requisiti per il bonus
Per accedere all’ecobonus del 65% il tetto verde deve rispettare i requisiti indicati nelle Tabelle da 1 a 4 dell’Allegato 1, Appendice B al Decreto del 26 giugno 2015 che indica i limiti per la trasmittanza termica che occorre rispettare nei vari interventi. Il rispetto del requisito deve essere certificato dal progettista che deve inviare la relativa documentazione all’Enea. È previsto infatti che: “Il progettista, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti (…) qualora ritenga di raggiungere i medesimi effetti positivi (…) con l’utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, ovvero coperture a verde, (…) produce adeguata documentazione e certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l’equivalenza con le citate disposizioni”.
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