PESARO – Funziona la bonus economy edilizia nel pesarese. Aiuta la ripartenza del settore e favorisce la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare. Insomma, raggiunge gli obiettivi prefissati dal governo come si nota dalla fitta agenda delle imprese e dal numero dei cantieri aperti. Ma solo in parte. Tutta colpa delle revisioni in corso d’opera dei vari decreti soprattutto in merito al Superbonus 110%.
Frena la disponibilità degli istituti di credito alla cessione del credito e delle aziende a prendere in carico lo sconto in fattura. Per non parlare del problema dei preventivi fatti ieri in linea con i prezzari regionali che, oggi, non tengono conto dell’aumento dei prezzi dei materiali edili e dei tempi dilatati di consegna.
Lo conferma “Edilizia Santelli Sergio” che, da mezzo secolo, rifornisce il comprensorio dell’alta valle del Cesano e non solo. «Se prima il materiale era disponibile nel giro di 2, massimo 3 settimane, adesso ci vogliono da 2 a 3 mesi. In particolare, per gli isolanti termici – spiega Sabrina, terza generazione alla guida dell’impresa – come il cappotto, lavoro trainante nell’ecobonus 110%. Sono pressoché introvabili la lana di roccia, il polistirene. Il problema investe l’acciaio, il ferro, il legno, la sabbia, i laterizi, il bitume, il cemento e adesso pure le piastrelle. Prima era legato al caro-energia, ai costi di trasporto, ai prodotti a base di petrolio come la plastica, adesso tocca le materie prima. Le fabbriche di ceramiche, oltre al costo del gas per i forni, avvertono che avranno difficoltà a reperire l’argilla che, in molti, prendevano dalla Russia».
Andrea Biagioni, proprietario delle tre rivendite “Il Cantiere” tra Fano e Pesaro, attesta che i suoi clienti, la maggior parte Pmi, sono tutti molto impegnati e che il mondo della distribuzione sta compiendo un salto di qualità e tecnologico offrendo soluzioni e servizi più innovativi ad alto valore aggiunto. Tuttavia, come presidente di Ascomed, l’associazione commercianti materiali edili della Confcommercio, è preoccupato per le conseguenze del caro-energia sui costi diretti delle aziende, sui materiali e per il futuro del settore. «Dobbiamo – precisa – essere lungimiranti e metterci a tavolino per preparare insieme il dopo 2024 quando non ci saranno più incentivi fiscali». Il Superbonus, validissimo booster del settore (per il Centro Studi di Confartigianato vale 1 punto dei 6% preventivati della crescita del Pil italiano) ma che costringerà molti pesaresi a lasciare i progetti di ristrutturazione nel cassetto.
«A mettere in crisi la meccanica – interviene Enrico Mancini della Mancini Costruzioni di Pesaro, consigliere dell’Anaepa Confartigianato, l’Associazione dell’edilizia, dei decoratori, dei pittori e attività affini – è la ricerca continua di migliorare il bonus al fine di evitare le truffe. Il che ha ingessato il Superbonus del 110% benché solo il 3% delle frodi lo riguardasse. Un cambio di regole che ha paralizzato molti cantieri a dicembre e poi, a fine gennaio, bloccando il mercato dei crediti fiscali. Ridurre la capacità per le imprese edilizie e gli istituti di riconoscere sconti ai clienti ha di conseguenza generato incertezze ed impedito alle aziende di accettare ulteriori cantieri». Sulla carenza di manodopera specializzata svela che «si cerca di risolvere coinvolgendo le scuole» e ricorda che c’è una penuria di geometri per i compiti metrici e per fare da interfaccia con le piattaforme delle banche. «Prometteva bene ma al saldo crea non pochi problemi».
È il parere di Marco Rossi, il presidente della Cna Costruzioni Marche che nella sua valutazione tiene conto dell’ansia che il Superbonus crea all’impresa e al cittadino. Racconta che, se è vero che coinvolge una filiera che lega imprese, maestranze, fornitori con un effetto immediato e benefico sull’economia del territorio, per colpa delle tante modifiche che hanno cambiato le regole in corso il vantaggio si è purtroppo ottenuto solo in parte.
«L’imprenditore – osserva – non lavora tranquillo. La congiuntura ha fatto sì che, quasi subito, è stato difficile reperire i materiali, trovare il prezzo giusto che corrisponda ai contratti, ai prezziari regionali a cui oggi si aggiungono le carenze legate al conflitto Ucraina-Russia, il costo alle stelle dell’energia, senza dimenticare la data stessa della chiusura dei lavori. Chiaramente le imprese non possono assumersi il rischio di non completare i lavori per la fine dell’anno».
Inghippi che spiegano perché tanti cittadini rimarranno con il progetto nel cassetto ma anche il grave problema delle Pmi che hanno già praticato lo sconto in fattura. Rischiano di trovarsi il credito in pancia non sapendo a chi cederlo per rientrare dei costi sostenuti per i lavori in corso se non si modifica velocemente il decreto Antifrodi.
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