Se ne parla tanto in queste settimane, il Bonus facciate è un’ottima occasione per chi ha bisogno di ristrutturare gli esterni della propria abitazione, come spiega anche in modo approfondito Ansa.it.
Il boom di richieste è stato apprezzato da parte del Governo, soprattutto perché necessario per riattivare il settore edilizio ormai fermo da tempo.
Con il Covid-19 le famiglie hanno cambiato stile di vita: i soldi che prima potevano essere investiti sono diventati risparmi necessari a superare il periodo di crisi. Tutto ciò ha portato ad una vera e propria stasi del settore, motivo per il quale lo Stato sta investendo già dal 2020 grandi somme per le opere edilizie. L’Agenzia delle Entrate, quindi, sta distribuendo anche nel 2021 un bonus attraverso il quale poter ristrutturare l’intera facciata del palazzo ad un costo irrisorio, quasi gratuitamente.
Dal mutuo prima casa, fino ai bonus di ristrutturazione: è sicuramente questo il periodo più adatto per investire denaro, occasioni che Mario Draghi continua a prorogare per far ripartire l’economia nazionale.
Gli italiani hanno rinunciato alle spese: anche coloro che non hanno avuto drastici cali di fatturato è da un anno a questa parte che spendono denaro solamente per l’acquisto alimentare: tutto il restante dei consumi ha avuto un grave crollo in tutti i settori; soprattutto quelli della cura della persona, degli elettrodomestici e del settore automobilistico.
Insomma, a prescindere dal reddito e dalle perdite economiche subite, tutti, indistintamente, hanno ridotto di gran lunga i consumi rispetto agli anni precedenti. La situazione è quindi molto più difficile da far ripartire: c’è bisogno di manovre di miliardi di euro. Il Governo non si è tirato indietro, anzi, continua a lavorare sui bonus per far circolare moneta. Ma adesso vediamo nello specifico, in cosa consiste questo Bonus? E soprattutto cosa comprende l’offerta? A chi è rivolto? Rispondiamo a queste domande nel modo più semplice possibile.
In cosa consiste il Bonus facciate
Il Bonus facciate è un’agevolazione fiscale, spiega l’Agenzia delle Entrate, che consiste in una detrazione dall’imposta lorda ed è concessa per recupero e restauro della facciata esterna di edifici già esistenti.
Quando si parla di recupero e restauro si comprendono i lavori di tinteggiatura e di pulitura: insomma, un occasione davvero per tutti. Ma, in sostanza, quanto si risparmierebbe con il bonus facciata?
La detrazione corrisponde al 90% delle intere spese presentate all’Agenzia delle Entrate, datate nell’anno 2020/2021. Per il momento la detrazione si dividerà in 10 rate annuali (ma in realtà si parla del fatto che per i prossimi interventi potrebbe cambiare in una sola rata).
La cosa ancora più allettante è il fatto che a differenza di tutte le altre tipologie di agevolazioni, il Bonus facciate non ha limiti o massimi di spesa: il contributo, quindi, varierà in base al totale speso per i lavori.
Su ogni progetto verrà detratto dallo Stato il 90% dell’intera somma. L’unico vincolo che riguarda l’offerta è il fatto che si può usufruire del bonus solamente se si tratta di stabili di Zona A oppure Zona B distinte dal decreto ministeriale n. 1444/1968 e ricapitolate anche dall’Agenzia delle Entrate. Vediamo nello specifico di che si tratta.
Corsa al Bonus facciate, quali sono le zone A e B, quali sono invece le zone escluse
Ricapitolando, il Bonus facciate, come viene ben spiegato anche da Lavoripubblici.it, non ha limitazioni per quanto riguarda la somma spesa: il 90% dell’intero verrà coperto dallo Stato. La limitazione in questo caso è di altro genere. Come per quanto riguarda l’esenzione Imu che vedeva escluse le seconde case segnate al catasto come immobili di lusso, anche per il Bonus facciate ci sono limitazioni sulla tipologia dell’immobile stesso, vediamo quali.
Per accedere al bonus bisogna rientrare in un’immobile situato in una zona A oppure in una zona B identificate nel decreto n 1444/1968.
La zona A: si tratta di tutte quelle zone caratterizzate da ‘agglomerati urbani’ di carattere storico o di particolare pregio ambientale ed artistico; oppure da porzioni di essi, situati in aree circostanti all’area dell’abitazione in questione. Se possono considerarsi parte dell’agglomerato urbano, allora anche la struttura verrà identificata come facente parte di una zona A.
La zona B: Invece, si riferisce a tutte quelle parti del territorio totalmente o parzialmente edificate che si diversificano dalla zona A.
Nello specifico, sono quelle zone in cui la superficie degli edifici esistenti non sia inferiore del 12,5% della superficie della zona presa in esame e con una densità superiore a 1,5 mc.
Queste due corrispondono alle zone che rientrano nell’agevolazione del Bonus facciate. Le zone che invece non rientrano sono nelle zone C, D, E ed F. In ordine, la zona C include tutti i nuovi complessi insediativi non edificati oppure in cui le edificazioni presenti non raggiungono i limiti di densità e superficie totale concessi dalla zona B. La zona D invece si rifà a quegli impianti industriali e la zona E è ad uso agricolo. In conclusione si aggiungono le zone F che sono destinate come deposito o costruzione di attrezzature di interesse generale.
Bonus facciate, ma chi può richiederlo?
Allora, abbiamo già spiegato che il bonus facciate può essere utilizzato per qualsiasi cifra di spesa senza limiti e per abitazioni che risultano in zona A o B. Vale inoltre per tinteggiare l’intonaco, non solo per ristrutturazione totale della facciata.
Ma chi può usufruire del bonus come persona fisica? Tutte le persone fisiche che pagano i contributi, residenti o non, anche se titolari di reddito d’impresa. Ovviamente per beneficiare del bonus, i lavori e i pagamenti di questi ultimi devono corrispondere al proprio nominativo che deve risultare anche come proprietario dell’immobile sul quale si vogliano fare le modifiche di facciata.
Facendo una sintesi gli individui che possono far richiesta dell’agevolazione sono le persone fisiche oppure gli enti pubblici e privati che non hanno attività commerciale, le società, le associazioni di professionisti, e coloro che sono contribuenti e hanno reddito d’impresa.
In aggiunta, si legge dal sito dell’Agenzia delle entrate, possono richiedere la detrazione anche coloro che vengono definiti come familiari conviventi, o conviventi di fatto, anche nel caso non fossero possessori dell’immobile. Per questi ultimi è importante attestare che la convivenza esista già dalla data di inizio dei avori e avvenga all’interno dello stabile in questione.
I vincoli del Bonus facciate sui lavori, cosa si può fare con l’agevolazione?
Come abbiamo visto fin qui, quindi, l’agevolazione è richiedibile praticamente da tutti: sono poche le restrizioni. Il 90% della somma si potrà ricevere per lavori di ristrutturazione o per una semplice tinteggiatura su abitazioni che rientrano in zona A o B, ma ci sono delle postille aggiuntive che limitano le richieste. Vediamo quali.
Riassumendo, oltre a rientrare nelle zone A e B, l’ubicazione dell’immobile deve essere in una zona ‘visibile’ ovvero lo stabile deve essere ristrutturato solo per quanto riguarda una facciata visibile dalla strada o dal suolo ad uso pubblico, escludento tutti i lavori fatti su spazi interni, chiostri o altri lati non visibili.
Un’altra restrizione si riferisce alla percentuale di intonaco compresa nei lavori: sia se si tratti di ristrutturazione che di intonacatura, la zona in questione deve superare un 10% della superficie totale, togliendo spazi come mattonellato o simili. Questo perché lo Stato ha intenzione di investire su opere volte ad un vero e proprio abbellimento dei centri abitati, delle strutture urbane.
In poche parole tutti i lavori devono riguardare solo le pareti esterne dell’edificio situato agli estremi di una strada. Per tutte le altre facciate interne o non visibili dal suolo pubblico, i lavori sono a carico del proprietario e non verranno conteggiati nelle superfici che rientrano nella detrazione.
Tra le spese inseribili nella detrazione sono previste anche quelle dell’acquisto dei materiali, quelle relative alla progettazione e a tutte le prestazioni professionali connesse al progetto come perizie oppure sopralluoghi.
In aggiunta rientrano anche le spese per lo smaltimento dei materiali e quelle relative all’istallazione delle impalcature. Insomma, in sintesi, nella detrazione rientrerà qualsiasi uscita economica che riguardi il progetto di ristrutturazione in sé.
Come fare richiesta per il Bonus facciate
Tutte le richieste del Bonus facciate vanno inviate all’Agenzia delle Entrate, oppure attraverso caf o commercialista, come tutte quelle relative a qualsiasi altro bonus. Bisogna documentare tutti i bonifici e in generale i pagamenti compresi di causale, riguardanti i lavori del progetto di ristrutturazione della facciata dell’ubicazione in questione.
Tra i documenti da conservare per poi esibirli negli uffici rientrano le fatture delle spese, la ricevuta dei bonifici e tutte le abilitazioni amministrative che sono state richieste per i lavori. Nello specifico bisognerà portare agli uffici la copia della domanda di accatastamento nel caso l’immobile non lo fosse ancora, tutte le ricevute di pagamento dei tributi locali e la copia della delibera assembleare di approvazione dei lavori da fare.
Bonus facciate 2022, perché affrettarsi: ecco cosa cambia
E’ stato prorogato il bonus facciate anche per l’anno a venire. Per il 2022, però, ci potrebbero essere delle modifiche sostanziali nella forma, motivo per il quale prima si fa richiesta, meglio è.
Per quanto riguarda la forma è possibile che non ci sia più la divisione dell’importo in 10 quote annuali, dall’altra parte, per quanto riguarda la sostanza, il bonus potrebbe diminuire la percentuale concessa dallo Stato dal 90% fino anche al 75%. In questo modo diventerebbe meno conveniente considerando i costi generali del ristrutturazione delle facciate.
Finirebbe che un’ingente somma dovrà uscire dalle tasche dei familiari e in un periodo così particolare potrebbe risultare una mossa azzardata per molti nuclei. Un 90% di spesa è un’occasione da non perdere! Si pensi ad un lavoretto di 10mila euro: il richiedente dovrà investire nei lavori solamente 1000 euro, i 9000 restanti verranno aggiunti dallo Stato!
Content editor, aspirante giornalista, classe 1996.
Sono una giornalista freelance, appassionata di sociologia, letteratura ed attualità. Ho una
laurea triennale in Scienze della Comunicazione all’Università degli studi di Siena e una laurea magistrale in Giornalismo e Cultura editoriale all’Università degli studi di Parma. Ho collaborato con diverse testate e siti generalisti. Divulgo libri su Instagram (@il_pesodelleidee) e scrivo sul blog ‘Virus Culturali’.
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