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Ecobonus edilizi, Roma regina delle truffe. Tre società nei guai – Corriere Roma

di Mirko Giustini

In due operazioni il nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle ha sequestrato 1,3 miliardi di euro di crediti d’imposta illeciti, pari al 56% dei 2,3 miliardi recuperati finora in tutta Italia

Una nuova Tangentopoli sta per abbattersi sulla Capitale e al centro ci sono gli incentivi per l’edilizia. In sole due operazioni il nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle ha sequestrato 1,3 miliardi di euro di crediti d’imposta illeciti, pari al 56% dei 2,3 miliardi recuperati finora in tutta Italia. Tre sono le imprese finite nel mirino degli inquirenti. La prima aveva fatto il suo ingresso nel mercato promettendo ai potenziali clienti «liquidità mediante lo smobilizzo immediato di crediti d’imposta». In realtà quelli riscossi, riconducibili a bonus locazioni e bonus centri storici, sono risultati inesistenti e i soggetti richiedenti erano privi dei requisiti per accedere alle agevolazioni. Oltre 110 milioni l’ammontare del maltolto.

Ben più complesso il meccanismo fuorilegge messo in piedi da altre due società immobiliari, che sfruttando bonus facciate, bonus ristrutturazioni ed ecobonus, hanno generato una truffa pari a 1,2 miliardi. Una catena composta da persone fisiche dal reddito nullo o esiguo, interi nuclei familiari e ditte neo-costituite, modeste o in perdita, ha ostacolato i tracciamenti delle fatture relative a interventi su edifici dal basso valore catastale, utili però a far scattare i ricchi emolumenti.

Ed è solo l’inizio. Prima del decreto legge 157 del 2021 approvato l’11 novembre scorso, i controlli preventivi non erano sufficienti a disincentivare i furbetti. Lo afferma Maria Pia Nucera, presidente dell’Associazione dottori commercialisti di Roma: «Lo Stato non ha i mezzi per accertarsi della correttezza di tutti i passaggi di tutte le pratiche ed è costretto ad affidarsi a professionisti terzi – spiega l’esperta –. L’iter per accedere ai fondi pubblici presenta procedure talmente farraginose che l’asseveratore chiamato a conservare e validare così tanti documenti non può non accendere una polizza assicurativa per tutelarsi da eventuali errori. Andrebbe introdotto un superbonus a scaglioni, magari del 110% per i meno abbienti e del 90% per i più facoltosi. Se l’incremento della qualità di un immobile fosse vincolato a un investimento privato, da parte dei beneficiari finali ci sarebbe una maggiore attenzione».

Ad appellarsi ai cittadini affinché diventino parte attiva nelle verifiche è anche l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance). Infatti tra i gruppi che cercano di accaparrarsi parte dei fondi stanziati dall’erario c’è chi ha approfittato del rincaro delle materie prime e dei costi energetici per rivedere a rialzo i prezzi e aumentare il proprio margine di guadagno. «Non si può fare di tutta l’erba un fascio – chiarisce il presidente romano, Nicolò Rebecchini –. Gli stimoli non andranno avanti a oltranza e lo Stato non ha risorse infinite, quindi una rimodulazione della misura che ne garantisca la sostenibilità ce l’aspettiamo. Invitiamo però i fruitori a chiedere più preventivi e a presidiare tutte le fasi dei lavori».

14 marzo 2022 (modifica il 14 marzo 2022 | 07:41)

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