Si è tenuta presso la sede di Ance Emilia Area Centro, alla presenza del neo presidente Leonardo Fornaciari, la Conferenza Stampa sulle ultime evidenze emerse dal 110% Monitor firmato Nomisma, sul tema dell’andamento degli interventi di riqualificazione energetica
e sismica soggetti al Superbonus 110%, nel perimetro della Città Metropolitana di Bologna. “Bologna metropolitana evidenzia una maggiore adesione al Superbonus rispetto alla media italiana” – è quanto emerge dall’ultima release 110% Monitor – “il 42% delle famiglie bolognesi interessate alla misura dichiara di aver già intrapreso azioni concrete per l’avvio dei lavori o li ha già terminati, superando il dato nazionale del 37%, a conferma della buona performance regionale che vede l’Emilia-Romagna al terzo posto per percentuale di lavori realizzati (dopo Trentino-Alto Adige e Veneto) e nella top5 delle regioni per maggiori investimenti” – afferma Marco Marcatili, responsabile Sviluppo Nomisma. L’interesse generale nei confronti della misura risulta in linea con il dato medio nazionale (29% delle famiglie), evidenziando al contempo una componente lievemente più elevata di famiglie che non intendono usufruire della misura (60% VS 56%), sia per motivi legati all’abitazione sia per dubbi sull’iter e la normativa. Emerge nuovamente il fenomeno di ampliamento delle disparità familiari come effetto della misura, con famiglie già attive nell’iniziativa più equipaggiate, come testimoniato dal reddito elevato (oltre i 3.000 € al mese) nel 23% dei casi, percentuale maggiore rispetto ai livelli nazionali (16%). Sono sempre presenti le problematiche relative al mercato edilizio, riscontrate da 1 famiglia su 5, con una duplice causa: da una lato una confermata difficoltà nel reperire imprese disponibili (per il 15% dei casi, pari a 18.000 famiglie della Città Metropolitana, dato leggermente più basso rispetto a quello nazionale che mostrava un 18%), dall’altro un’attesa e prevedibile percezione di inaffidabilità da parte delle famiglie nei confronti delle imprese di costruzioni (per il 7% delle famiglie operative, pari a 9.000 famiglie, contro il 17% a livello nazionale), conseguenza degli avvenimenti degli ultimi mesi compreso il Decreto Antifrodi. In quest’ultimo caso, si tratta sicuramente di un dato più basso di quello nazionale, dove si toccava il 17%, ma che trova comunque conferma nella diffusa convinzione che le imprese edili siano sovente responsabili (circa 7 famiglie su 10) di speculazioni e di frodi. Nonostante ciò, ad oggi, l’impresa di costruzioni rimane il soggetto attuatore dell’iniziativa privilegiato, scelto dal 65% delle famiglie interessate alla misura. “Siamo in linea con il dato nazionale (64%), che da Ottobre 2021 ha però registrato un calo di 7 punti percentuali” – prosegue Marcatili – “Ciò conferma la necessità di monitorare la situazione da parte del mondo edile e di applicare delle misure volte non solo a garantire la regolarità dell’operato delle imprese, ma anche di tipo comunicativo e di engagement verso la platea potenziale di interessati.” Riguardo alle nuove disposizioni normative, come prevedibile, le limitazioni nella catena della cessione del credito hanno significato un ulteriore ostacolo per la platea di famiglie interessate, creando disagi a 1 famiglia su 4, in linea con il dato nazionale e rappresentando, nel dettaglio, l’interruzione o il blocco dell’iniziativa per il 4% di esse, l’abbandono dell’iniziativa per un altro 4% e intoppi nella fase di attivazione dell’iniziativa per il 14%. A questi numeri si aggiunge inoltre una fascia «inconsapevole», pari al 18% dei rispondenti, che potrebbe ampliare la platea di famiglie che hanno riscontrato problematiche. In sintesi, è evidente che questa restrizione abbia generato un momento di stallo dell’intera filiera finanziaria e amministrativa e che necessiti di un adeguamento. Infine, il décalage della percentuale di incentivo nella proroga al 2025 non sembrerebbe scoraggiare la volontà di adesione, considerata la diffusa disponibilità da parte delle famiglie interessate al Superbonus, pari al 53%, ad effettuare i lavori di riqualificazione energetica anche a condizione di un’aliquota inferiore di incentivo fiscale. Al tempo stesso, l’81% delle famiglie dell’area metropolitana bolognese – 20 punti percentuali in più rispetto al dato Italia – reputa opportuno prorogare la misura al 2025 con l’incentivo massimo del 110%.
Source: etribuna.com
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