Tutto quello che c’è da sapere sulle detrazioni e su questa tecnologia.
Una novità tecnologica con notevoli vantaggi economici. Il nuovo Ecobonus, con detrazione del 65%, permette l’installazione sul tetto di un impianto con collettori solari: ecco tutto quello che c’è da sapere. In primis, dal punto di vista tecnologico, i collettori solari sono pannelli solari termici che, a differenza di quelli fotovoltaici, trasformano le radiazioni solari in calore, che può essere trasferito in un accumulatore per un utilizzo successivo. In questo modo, sarà possibile riscaldare l’acqua e utilizzarla quando necessario.
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La detrazione prevista da questo nuovo Ecobonus è del 65% delle spese totali sostenute, con un limite massimo di 60mila euro per ogni unità immobiliare. Anche qui si può scegliere tra lo sconto in fattura e la cessione del credito. All’Ecobonus 65% possono accedere tutti i contribuenti che sostengono le spese di riqualificazione energetica e possiedono un diritto reale sulle unità immobiliari che costituiscono l’edificio. Si può accedere all’Ecobonus anche quando si tratta di nuova installazione e quindi non è necessario sostituire una vecchia caldaia.
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Ci sono però dei limiti per i requisiti di accesso all’incentivo, definiti dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea). “I collettori solari termici e i bollitori impiegati devono essere garantiti per almeno 5 anni; gli accessori e i componenti elettrici ed elettronici devono essere garantiti per almeno due anni; i collettori devono possedere la certificazione Solar Keymark; l’installazione dell’impianto deve essere eseguita in conformità ai manuali di installazione dei principali componenti” – spiega l’Enea – “Devono essere rispettare le norme nazionali e locali vigenti in materia urbanistica, edilizia, di efficienza energetica e di sicurezza (impianti, ambiente, lavoro). I collettori solari termici si intendono agevolabili per la produzione di acqua calda sanitaria per usi domestici o industriali (ovvero produzione di calore di processo) e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università“.
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