Widget Image
Posts Popolari
Seguiteci anche su:

HomeCategorieEco BonusMix energetico e aumento delle spese. All’Italia servirà rimodulare contenuti e tempi della transizione – Corriere della Sera

Mix energetico e aumento delle spese. All’Italia servirà rimodulare contenuti e tempi della transizione – Corriere della Sera

Mix energetico e aumento delle spese. All'Italia servirà rimodulare contenuti e tempi della transizione
Il ponte Xiluo sospeso sul fiume Zhuoshui in secca a sud di Taiwan: dove un tempo c’era l’acqua, oggi la sabbia ha disegnato una sorta di opera d’arte. Questa foto di Shirley Wung si è aggiudicata il premio di bronzo “Architettura” dei Bifa Awards

Questo servizio è stato pubblicato sul numero di marzo di Pianeta 2030 cartaceo – parte del progetto multimediale che il quotidiano dedica a sostenibilità e ambiente – , in edicola mercoledì 30 marzo gratis con il Corriere. Lo anticipiamo per i lettori di Corriere.it

La guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno sconvolto gli scenari immaginati per la transizione verde. E così la missione 2 del Pnrr, che tra l’altro è quella alla quale è destinata la fetta maggiore delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, 59,5 miliardi su 191,5, appare inevitabile che venga rimodulata, come tutto il Pnrr del resto. Già l’inflazione, salita ben oltre il previsto, aveva messo a dura prova la tenuta del Piano. L’impennata dei prezzi obbliga infatti da un lato a rivedere i costi di realizzazione delle infrastrutture e dall’altro suscita interrogativi circa le ingenti spese che consumatori e imprese dovrebbero sostenere per rispettare gli obiettivi, col rischio di danneggiare la competitività di interi settori rispetto a Paesi come la Cina e l’India che hanno meno vincoli. Come se non bastasse, ora la guerra costringe a rivedere anche i contenuti e i tempi della trasformazione del mix energetico nazionale .


L’ipotesi di riaprire le centrali a carbone

Il traguardo della completa decarbonizzazione entro il 2050, in linea con gli impegni internazionali cui l’Italia aderisce, appariva ambizioso già prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. Adesso, secondo molti osservatori, non è più realistico, visto che tra l’altro lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha detto in Parlamento che «potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone» pur di scongiurare il rischio di razionamenti dell’energia elettrica. Senza contare che la carenza di materie prime e terre rare necessarie per le tecnologie è un altro fattore che rischia di rallentare la transizione. Sono problemi che riguardano in misura diversa tutti i Paesi Ue e sono procedure europee quelle che dovranno essere attivare per negoziare le modifiche del Pnrr.

LA RIVOLUZIONE VERDE RESTERÀ UNA PRIORITÀ. I FONDI STANZIATI PER LA TRANSIZIONE VERDE SONO IL 31% DEL TOTALE; LA PRIMA TRANCHE DI RISORSE DEL PNRRR CHE VERRÀ MESSA AL BANDO ENTRO GIUGNO 2022 È PARI A 12,5 MILIARDI

In ogni caso, la rivoluzione verde resterà una priorità ed eventuali aggiustamenti si muoveranno nel solco dell’impianto tracciato nel Piano. Partiamo dunque da cosa c’è scritto nel documento approvato dalle istituzioni europee e dalla cui attuazione dipende l’erogazione dei trasferimenti e dei prestiti messi a disposizione dell’Italia fino al 2026. La missione 2, si legge nel Pnrr, è finalizzata a «una radicale transizione ecologica verso la completa neutralità climatica e lo sviluppo ambientale sostenibile», per evitare «catastrofici cambiamenti del nostro ecosistema» conseguenti al continuo aumento del riscaldamento del pianeta. Quattro le linee d’azione sulle quali sono distribuite le risorse.

SCADENZE – 11 QUELLE DI RILEVANZA EUROPEA CHE IL MINISTERO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DOVRÀ CONSEGUIRE ENTRO GIUGNO 2022
Missione 2: cercando la neutralità climatica

La più importante è quella dell’«energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile», che prevede investimenti per quasi 24 miliardi, di cui più di 3,6 miliardi per l’acquisto di autobus a basse emissioni, treni a propulsione elettrica e a idrogeno, carrozze ferroviarie sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici; altri 3,6 miliardi per il «rafforzamento delle smart grid», portando ad almeno 4mila Megawatt la quantità di energia proveniente da impianti di fonti rinnovabili; ancora 3,6 miliardi per lo «sviluppo del trasporto rapido di massa», con l’obiettivo di ridurre il traffico delle auto private di almeno il 10 per cento , realizzando 11 chilometri di metropolitane, 85 chilometri di tramvie, 120 di filovie e 15 di funicolari; 2 miliardi per favorire la transizione verso l’idrogeno verde, a emissioni zero, delle industrie più inquinanti, a partire dalle acciaierie; 1,9 miliardi per lo sviluppo del biometano.

«PIANETA 2030» È IN EDICOLA IL 30 MARZO GRATIS CON IL CORRIERE: NELL’EDITORIALE, BEPPE SEVERGNINI RAGIONA DI GUERRA E LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO. AL TEMA SONO DEDICATI MOLTI ALTRI ARTICOLI CHE TRATTANO DI CRISI ENERGETICA E NUOVE FONTI RINNOVABILI, TRA AQUILONI EOLICI E PANNELLI SOLARI SPAZIALI, FINO ALLA CENTRALE NUCLEARE PULITA IN COSTRUZIONE IN PROVENZA
Mix energetico e aumento delle spese. All’Italia servirà rimodulare contenuti e tempi della transizione
L’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici

La seconda linea d’azione riguarda «l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici», con circa 15 miliardi, di cui la quasi totalità, poco meno di 14 miliardi, per Ecobonus e il Sismabonus fino al 110 per cento. Altri 15 miliardi sono previsti per la terza linea d’azione: la «tutela del territorio e della risorsa idrica», di cui 6 miliardi per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, e il loro efficientamento energetico e la modernizzazione del sistema di illuminazione pubblica, e 2,5 miliardi per la riduzione del rischio idrogeologico. Infine, 5,3 miliardi serviranno per «economia circolare» e «agricoltura sostenibile». La realizzazione del Pnrr è partita nel 2021. L’Italia ha centrato i 51 obiettivi relativi alle 6 missioni (“target” e “milestone”, ovvero investimenti e riforme) assegnati e ha ricevuto la prima tranche da 24,1 miliardi di euro, che si sommano ai 24,9 ricevuti ad agosto come anticipazione sul valore complessivo dei Piano. Quest’anno il nostro Paese dovrà centrare altri 45 obiettivi entro la fine di giugno e altri 55 entro la fine di dicembre : 100 target e milestone per ottenere complessivamente ulteriori 45,9 miliardi.

NEL PIANO IDROGENO, IL PNRR PUNTA A CREARE ELETTROLIZZATORI E 40 STAZIONI DI RIFORNIMENTO PER TRASPORTI PESANTI
Le capacità realizzative del Sistema Italia

Mentre nel 2021 i target, cioè gli obiettivi quantitativi da raggiungere, erano solo 2 e il resto erano traguardi di tipo normativo e procedurale, quest’anno i target salgono a 17 e aumenteranno ancora nei prossimi anni, mettendo a dura prova le capacità realizzative del sistema Italia. Come ha sottolineato in Parlamento il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nella messa in opera del Pnrr «sono coinvolte tutte le amministrazioni centrali, con un compito particolarmente impegnativo per il ministero della Transizione Ecologica che, entro giugno 2022, deve conseguire il numero più elevato di obiettivi (11), ripartiti in 7 riforme e 4 investimenti». In particolare, il dicastero guidato da Roberto Cingolani, «dovrà aggiudicare i contratti di ricerca e sviluppo sull’idrogeno e l’appalto per la costruzione di uno stabilimento industriale per la produzione di elettrolizzatori».

ACQUA – COL PIANO SI INTENDONO MIGLIORARE LE INFRASTRUTTURE IDRICHE RIDUCENDO LE PERDITE DEL 15% CON TECNICHE DI SMART GRID
Anche i boschi in città ci aiuteranno

E un’altra decina di obiettivi sono previsti nel secondo semestre. Tra i target, Franco ha messo in risalto «il rimboschimento di aree verdi urbane ed extraurbane attraverso la piantagione di 1.650.000 alberi» mentre sempre il ministero della Transizione Ecologica «dovrà aggiudicare gli appalti per l’aumento della capacità di rete per la distribuzione di energia rinnovabile e l’elettrificazione dei consumi energetici». Per quanto riguarda la spesa già effettuata, alla fine di febbraio, quando Franco ha svolto l’audizione, non superava i 5,1 miliardi, di cui 1,2 miliardi per interventi collegati all’ecobonus, che rientrano appunto nella missione 2. Come ha ammesso lo stesso ministro, «le spese sostenute ad oggi sono per la maggior parte relative proprio ai progetti già previsti da norme antecedenti il Pnrr ma coerenti con i suoi obiettivi. Il 2022 dovrebbe confermare questa tendenza, mentre dal 2023 si prevede un sostanziale incremento delle spese legate a nuovi interventi ».

Undici bandi per 12,5 miliardi

Cingolani ha affidato l’Unità ministeriale per il Pnrr a Paolo d’Aprile, ex McKinsey, e si appresta a varare 7 bandi per un totale di 10 miliardi di euro, che si sommano ai 4 bandi già avviati per complessivi 2,5 miliardi (impianti di gestione dei rifiuti, economia circolare, isole verdi, sostenibilità ambientale dei porti). Tra i maggiori investimenti previsti dai nuovi bandi, le smart grid (3,6 miliardi), le rinnovabili nei piccoli comuni (2,2 miliardi), il biometano (1,9 miliardi) e l’agrovoltaico (1,1 miliardi). Tutto in attesa degli aggiustamenti di tempi e contenuti del Pnrr che scaturiranno dal nuovo scenario internazionale.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.

Per richiedere la consulenza professionale, clicca sul banner.

Rate This Article:
No comments

leave a comment