Al 28 febbraio,
i lavori coperti dal Superbonus per cui è già giunta l’asseverazione
obbligatoria valgono circa 14,7 miliardi
di euro.
Se tutti i lavori per cui è stata fatta richiesta
verranno portati a compimento la cifra salirà a 21,1 miliardi, un impegno, per il Fisco, pari a 23,3 miliardi.
Delle spese messe in conto:
- il 48,5% sono relative a spese
condominiali; - il 33,5% riguarda lavori in edifici
unifamiliari; - il restante 18,0% sarà destinato alle unità
funzionalmente indipendenti di cui sono un esempio le villette a schiera.
Le banche e la difficoltà di ottenere il bonus
Diversi condomini hanno iniziato i lavori dopo l’estate
ed è quindi probabile che non abbiano ancora asseverato il 30% della spesa, inoltre, a causa della scarsità di materie prime,
molte altre realtà sono ancora in lista
d’attesa.
Vista la situazione, per loro, sarà più difficile ottenere il benestare dalle banche e quindi la
possibilità di ottenere il bonus.
Anche se si dovesse allentare la stretta sulla cessione
del credito, le procedure di controllo diventeranno più rigorose, i tempi
saranno più lunghi e i costi maggiori, senza contare poi che molte banche hanno già esaurito il fondo per il bonus.
A rendere la situazione ancora più complessa c’è l’aumento del costo del denaro, che porta gli istituti a chiedere interessi sempre più alti sui prestiti e a riconoscere un aggio minore sui crediti.
Il Superbonus e il problema dei controlli
Purtroppo in relazione al Superbonus, nonostante i molti controlli previsti, si sono già verificate molte truffe. Stando ai dati delle Entrate, circa il 3% del totale, quindi circa 132 milioni di euro, rientra nelle cessioni dubbie.
In merito al tema, il commercialista milanese, Christian Dominici titolare di uno
studio specializzato nella gestione di
crediti tributari aggiunge: << Al di là dei problemi di rilevanza
giudiziaria si potrà constatare solo ex post se tutti i lavori del superbonus
sono stati effettuati a regola d’arte e con materiali idonei. E oltre a questi
aspetti eventuali è sicuro che il bonus ha portato a un incremento
stratosferico dei costi, perché al committente i lavori non costano nulla. Se
tutto è in regola questi aumenti non hanno rilevanza penale, ma sui conti dello
Stato pesano eccome >>.
Una possibile soluzione
Dominici propone una possibile
soluzione per limitare le evasioni collegate alla richiesta del Superbonus.
Pur risultando impopolare la proposta sarebbe anticipare il décalage dell’agevolazione per tutti quelli che
devono ancora consegnare la Cila.
“Se io committente- conclude Dominici – devo pagare una quota significativa dei lavori non accetto un qualsiasi preventivo a prescindere e faccio solo i lavori realmente necessari, mentre l’Agenzia delle Entrate ha in mano il bonifico parlante a garanzia che le opere sono reali. Il rischio di truffe diminuirà anche perché nella cessione dei crediti avranno un ruolo maggiore le banche del territorio. Difficilmente un’impresa che non è cliente riuscirebbe a ottenere la cessione dello sconto in fattura e men che meno, anche se è cliente, se il suo fatturato storico è di qualche decina di migliaia di euro all’anno e i lavori fatturati sono nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro”.
di Linda Compagnoni
Source: immobiliare.it
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