Una proroga oltre il 30 giugno del Superbonus al 110% per i proprietari delle villette. E’ lo spiraglio inatteso aperto dal governo a chi vuol accedere alla misura ma è in ritardo con i lavori. Sono mesi che, a ogni nuovo provvedimento, i partiti della maggioranza provano ad allargare le maglie dell’agevolazione, che il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco avevano provato a restringere.
Superbonus 110%, le tue domande all’esperto
Ci hanno provato, senza successo, con emendamenti al decreto Sostegni ter e al nuovo decreto Bollette. Ma ora, questa la novità, l’esecutivo si mostra possibilista: dopo il Def, se lo stato dei conti pubblici lo consentirà, la scadenza del 30 giugno entro la quale bisogna completare almeno il 30% della ristrutturazione, potrebbe essere spostata in avanti.
Non costa poco allo Stato, il bonus al 110%. Secondo le prime stime, una proroga a fine anno della misura per le abitazioni unifamiliari varrebbe tra i 400 e i 500 milioni di euro. Di qui la cautela dell’esecutivo, alle prese con una crisi di impatto e durata ancora ignoti, perché legati all’andamento della guerra in Ucraina. Per ridurre il peso sulle casse dello Stato dell’agevolazione, varata dal governo Conte, nell’ultima legge di bilancio era stato introdotto un tetto di 25mila euro per le villette, poi eliminato su pressione dei partiti. Ma per gli interventi sugli edifici unifamiliari resta un vincolo: la detrazione viene concessa per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022, a condizione che al 30 giugno 2022 siano stati fatti lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo.
Per i condomini non è così: il bonus al 110% è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023 e resterà ancora fino al 2025 con aliquote di detrazione inferiori. E’ una previsione che, lamenta la Lega in un’interrogazione a prima firma di Alberto Gusmeroli presentata in commissione Finanze, svantaggia i proprietari di abitazioni autonome. “Il blocco per due mesi delle cessioni dello sconto in fattura e delle cessioni dei crediti insieme alla penuria di materie prime richiedono un pronto intervento del governo” perché hanno creato, sostengono i leghisti, ritardi nei lavori che mettono a rischio l’accesso al beneficio fiscale.
La risposta alle preoccupazioni dei deputati salviniani arriva dagli uffici del ministero dell’Economia e concede un’inedita apertura: “Sono in corso – si legge nel testo depositato in commissione alla Camera – presso i competenti uffici dell’amministrazione finanziaria e degli altri dicasteri interessati approfondimenti istruttori per valutare una proroga del termine del 30 giugno 2022 per l’espletamento degli interventi sulle unità immobiliari unifamiliari compatibilmente con le previsioni inserite nel documento di finanza pubblica per il 2022”. Il Def era atteso per questa settimana ma è slittato alla prossima. Solo dopo si capirà: se nel bilancio emergerà la disponibilità di fondi, il governo potrebbe non dir di no. E a quel punto la proroga sarà inserita, sostengono i leghisti, “nel primo provvedimento utile”.
Ma il bonus per le villette non sembra l’unico problema rimasto aperto. Le imprese, soprattutto quelle medio-piccole, lamentano infatti ancora difficoltà nella cessione dei crediti e sono per queste pronte a manifestare giovedì prossimo a Roma. A farsi interprete della loro voce è, tra gli altri, Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze del Senato e relatore del decreto ‘taglia prezzi’, che annuncia emendamenti ad hoc: “Stiamo lavorando per ampliare ulteriormente la possibilità di cessione dei bonus edilizi e dei nuovi bonus introdotti dal decreto legge, per aiutare le imprese a far fronte ai rincari dell’energia”, annuncia.
Secondo i dati presentati dall’Enea nel suo rapporto sul Superbonus 110%, al 28 febbraio 2022, erano in corso 122.548 interventi edilizi incentivati, per circa 21,1 miliardi di euro di investimenti che porteranno a detrazioni per oltre 23 miliardi. Si tratta di 19.050 lavori condominiali avviati, di cui il 64,2% già ultimati. Mentre i lavori negli edifici unifamiliari sono il 33,5% del totale degli investimenti: 64.158 cantieri, di cui 74,7% già conclusi. Il 18% degli investimenti riguarda infine 39.337 unità funzionalmente indipendenti, dove al 76,2% sono stati completati i lavori.
Source: repubblica.it
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