Non si placano le
discussioni in merito alla cessione del credito: a puntare il dito sulla
necessità di introdurre delle modifiche al meccanismo questa volta è Federcostruzioni,
la federazione di Confindustria che rappresenta la filiera italiana delle
costruzioni. Le richieste, espresse per voce del presidente Paola
Marone, sono essenzialmente due: approvare la quarta cessione e togliere il
divieto delle frammentazioni. Ecco perché.
Cessione del credito: rischio default?
Al momento il credito si può cedere in tutto tre volte: una “libera” e due “vincolate”, cioè solamente a banche, intermediari finanziari o imprese di assicurazione. Questa clausola è stata introdotta nel 2022 per evitare le frodi, ma secondo Federcostruzioni porterebbe a una crisi di liquidità e quindi a un rischio di default, con gravi conseguenze sia a livello occupazionale sia per numero di cantieri che non verrebbero portati a termine. Come spiega l’ingegnere Marone, infatti, «Le imprese che hanno firmato contratti e avviato cantieri sulla base delle indicazioni delle normative esistenti in quel momento, oggi si ritrovano i cassetti pieni di crediti che con le nuove regole è impossibile cedere. Questo comporta una inevitabile crisi di liquidità, l’incapacità a poter sostenere l’aumento vertiginoso dei costi dei prodotti, dei macchinari e delle attrezzature di lavoro, di cui peraltro oggi vi è una forte carenza e quindi difficoltà di reperimento».
Sì alla quarta cessione
Per evitare il rischio default senza incorrere nel problema delle frodi, secondo Federcostruzioni è necessario arrivare a una quarta cessione del credito, puntando al tempo stesso su un sistema di qualificazione delle imprese e su maggiori controlli. E, con l’approvazione alla Camera del decreto Bollette, è molto probabile che effettivamente il Governo introduca la possibilità di cedere il credito quattro volte, anche se con alcune limitazioni, come vi abbiamo spiegato in questo articolo.
No al divieto di frammentazioni
Un altro argomento dibattuto è il divieto di frammentazione introdotto dal Decreto Sostegni-ter: secondo Federcostruzioni bisogna invece permettere alle imprese di cedere crediti anche parziali, altrimenti il rischio è che molte non riescano più a vendere la parte restante dei crediti di cui nel 2021 avevano ceduto una parte. Ecco quanto affermato dalla Marone: «È quanto mai necessario un ritorno alle condizioni normative iniziali, perché il rischio non è solo di ritrovarsi con tante aziende che saltano ma anche con tanti cantieri lasciati aperti con tutto ciò che ne deriva per i cittadini che hanno creduto sui Bonus per l’edilizia.»
di Laura Fabbro
Source: immobiliare.it
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