Grosseto: il settore tira il freno in attesa dei correttivi del governo. A rischiare sono le Pmi che hanno fatto lo sconto in fattura
GROSSETO. Solo poche settimane fa il Comune ha presentato i dati da record dell’ultimo decennio di edilizia grossetana. Con la stretta delle banche e il caro-materie prime, però, Ance (l’associazione nazionale costruttori edili) lancia l’allarme.
«In provincia, l’utilizzo dei bonus fiscali per le ristrutturazioni edilizie (ordinari e Super) è stato ampio. Numerosi sono i cantieri presenti e altrettanti in organizzazione, a dimostrazione che gli interventi con fiscalità premiante sono considerati positivi non solo dalla categoria ma anche dagli utenti, sia in condominio che in unità monofamiliari», premette il presidente Mauro Carri, che poi aggiunge: «Il fermo alla cessione dei crediti, soprattutto quelli provenienti da Poste Italiane ha determinato un blocco generalizzato. E l’annunciato esaurimento dei plafond di importanti istituti bancari italiani comporta un aggravamento della situazione».
Quindi le imprese che si sono esposte «rimarrebbero scoperte, se la situazione si prorogasse o peggiorasse nel tempo», paventa Carri.
Senza contare il proliferare della “concorrenza improvvisata”. «Ci sono nuove aziende che, forse sull’onda dalle opportunità offerte in ambito ristrutturazioni, hanno avviato un’attività imprenditoriale nell’edilizia», conferma Carri, sottolineando che «la nostra organizzazione sta portando avanti da tempo la richiesta di poter affidare lavori di tale tipo solo ad aziende qualificate».
Il direttore punta il dito anche sui «fenomeni di false cessioni dei crediti, individuate nei mesi scorsi dagli organi di vigilanza, contro i quali Ance promuove un particolare percorso di tutela per le proprie aziende e per gli utenti».
L’associazione si muove dunque, anche a livello nazionale, perché il governo ponga dei correttivi al Def (il documento di economia e finanza): in particolare la possibilità di attuare la quarta cessione del credito fra istituto bancario e proprio cliente, e la possibilità di frazionare la cessione; anche parzialmente.
Prese fra l’incudine e il martello, le imprese grossetane tirano quindi il freno. «Numerosi sono i cantieri presenti sulla provincia, e altrettanti in organizzazione; cioè attrezzati ma senza avvio dei lavori», riassume infatti Carri, che infine conclude: «Al momento è azzardato fare stime, perché non disponiamo di numeri né studi statistici. Ma sul territorio non ci sono grosse aziende (in grado di assorbire il colpo), solo piccole e medie imprese». Che rischiano il fallimento.
Source: iltirreno.gelocal.it
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