Una selva di 40 bonus che valgono quasi 113 miliardi di euro nel biennio 2020-2022. Il conto è stato tirato dalla CGIA di Mestre, organismo camerale rappresentativo di PMI e imprese artigiane del Veneto, tenendo in considerazione tutti i bonus introdotti dagli ultimi due esecutivi per fronteggiare l’impatto del Covid, dell’inflazione e della guerra in Ucraina.
Capitoli di spesa – si sottolinea – che vanno ad aumentare in misura significativa il debito pubblico che, rispetto all’avvento del Covid, è salito di oltre 21 punti percentuali di PIL. “Molti sussidi sono stati erogati anche a chi non ne aveva alcun bisogno, altri ancora sono stati introdotti solo per “riscuotere” un consenso politico immediato”, sottolinea la CGIA.
Serve razionalizzare
E’ però giunto il momento di razionalizzarne la spesa in vista dell’ormai vicino aumento dei tassi da parte della BCE e della maggiore onerosità degli interessi sul debito. E visto che il Governo Draghi non sembra intenzionato a ricorrere allo scostamento di bilancio per dare un po’ di ossigeno alla nostra economia, non rimane che tagliare la spesa corrente, dal momento che altre strade sono difficilmente percorribili. In altre parole, solo da una “sforbiciata” delle uscite per i bonus potremmo trovare le coperture necessarie per alimentare nuove politiche economiche di natura espansiva per contrastare, ad esempio, il caro bollette e l’impennata dell’inflazione.
Bonus Renzi e bonus edilizi i più onerosi
Fra tutti i bonus qual è il più oneroso? E l’ex bonus Renzi di 80 euro innalzato dal governo Conte a 100 euro, che nel triennio 2020-2022 ammonterà a 28,3 miliardi di euro. Altrettanto dispendiosi sono stati i bonus edilizi, che nel complesso sono sono costati poco meno di 25 miliardi di euro. Il super ecobonus 110% da solo è costato 21,1 miliardi di euro. Il costo del bonus sociale per i consumi di elettricità e gas ammonta invece a 22 miliardi di euro, anche se è stato compensato in parte dall’aumento della tassazione sugli extraprofitti maturati dalle aziende del settore energetico.
Per la CGIA bisogna accelerare il “decalage” dei bonus edilizi e per alcuni arrivare allo stop. Dei circa 113 miliardi di euro di oneri stimati ben 46 miliardi sarebbero ascrivibili ai bonus che ruotano attorno al comparto dell’edilizia: 13,6 miliardi di euro per il bonus facciate; 5,5 miliardi di euro per l’eco-bonus; 4,9 miliardi di euro per la ristrutturazione; 0,9 miliardi di euro per il sismabonus; 0,01 miliardi di euro per le colonnine di ricarica. A questi importi che, complessivamente, totalizzano 24,9 miliardi, dobbiamo aggiungere anche le detrazioni maturate per i lavori edilizi terminati che si sono avvalsi del super ecobonus 110% (21,1 miliardi).
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