Effettuare dei controlli a sorpresa in un’abitazione privata oggetto di opere edili è lecito oppure è violazione di domicilio?
Immagina che un’impresa edile ha iniziato a fare i lavori di ristrutturazione nel bagno di casa tua: hai deciso di cambiare i sanitari e di spostare leggermente una parete interna per mettere una doccia più grande. Ad un certo punto, mentre gli operai entrano ed escono per prendere del materiale o portar fuori i detriti, ti giri e ti trovi nel corridoio un perfetto sconosciuto. Gli chiedi chi sia e si presenta: «Sono un ispettore del lavoro». E non poteva suonare il citofono o il campanello? L’ispettore del lavoro può entrare in casa senza permesso per fare dei controlli?
Una recente sentenza della Corte d’appello di Lecce [1] spalanca le porte – anzi, consegna le chiavi di casa degli italiani – agli ispettori che vogliono verificare se l’impresa edile impegnata a sistemare o ristrutturare l’interno di un appartamento ha il suo personale in regola. Se tiene dei muratori in nero o regolarmente assunti, insomma. Come ben si può immaginare, non avrebbe senso avvisare il committente o il titolare dell’impresa che sta per arrivare un ispettore. Così, ci si chiede se l’effetto sorpresa per cercare di «stanare» chi non rispetta le regole può trasformarsi in violazione di domicilio.
Come avvengono i controlli nei cantieri?
L’aumento delle agevolazioni sulla casa ha portato ad un moltiplicarsi dei lavori di ristrutturazione e di recupero degli immobili: tra superbonus 110%, bonus facciate, ecobonus, sconti fiscali al 50% e chi più ne ha più ne detragga, si è registrata una notevole ripresa nel settore edile. C’era da aspettarsi, dunque, che l’Ispettorato nazionale del lavoro aumentasse i controlli per verificare se la manovalanza impegnata dalle imprese sia regolarmente assunta o venga impegnata in nero, magari «raccattata» nella rotonda di qualche strada statale dove chi vuole guadagnarsi qualche soldo mattone su mattone attende che il capocantiere accosti il furgone e li carichi per un impegno giornaliero.
E, infatti, l’Ispettorato ha aumentato i controlli nei cantieri. L’ha anche detto apertamente in una recente circolare: «Le recenti misure di incentivi fiscali per interventi di recupero edilizio hanno comportato un’intensificazione dell’attività nel settore edile che impone un necessario incremento dei controlli finalizzati a verificare il rispetto degli adempimenti in materia di tutela della salute e della sicurezza». Non solo lotta all’evasione, dunque, ma anche al fenomeno degli infortuni sul lavoro causati, spesso, da misure di sicurezza scarse o inesistenti.
La legge [1], oltre a facilitare le verifiche nei luoghi in cui si svolgono dei lavori edili, prevede anche l’obbligo di applicare il contratto nazionale di categoria, recentemente rinnovato, peraltro. L’accordo collettivo contiene dei vincoli da rispettare per quanto riguarda aspetti come retribuzione, formazione del personale, messa in sicurezza dei cantieri, salute dei lavoratori e welfare contrattuale.
I controlli degli ispettori si focalizzano proprio su questo, cioè sul rispetto della salute e la sicurezza dei lavoratori per quanto riguarda:
- la formazione e l’addestramento del personale;
- l’elaborazione del Documento Valutazione Rischi obbligatorio;
- l’elaborazione del Piano Operativo di Sicurezza, vale a dire quel documento che contiene le informazioni sulle misure di sicurezza da adottare nei cantieri;
- la protezione da caduta nel vuoto;
- l’uso dei ponteggi, la cui mancanza in caso di bisogno è punita penalmente.
A vigilare sui cantieri, oltre al personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, sono anche i militari dei Gruppi Carabinieri per la Tutela del lavoro e dei Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro.
L’ispettore del lavoro può entrare a casa senza permesso?
La citata sentenza della Corte d’appello di Lecce fa una precisazione estremamente importante per capire se un ispettore del lavoro può entrare in casa senza permesso quando si stanno facendo dei lavori edili. In pratica, l’abitazione di un privato nella quale vengono svolte delle opere di sistemazione dei locali o di ristrutturazione diventa, a quel punto e a tutti gli effetti, un cantiere edile. Pertanto, l’addetto dell’Ispettorato nazionale del lavoro è legittimato a entrare in qualsiasi momento per fare le sue verifiche sull’osservanza delle norme che riguardano il lavoro.
Nella vicenda che ha occupato i giudici pugliesi, alcuni ispettori sono entrati nel giardino privato di un’abitazione in cui erano in corso dei lavori ed hanno accertato la presenza di sei operai impiegati in nero. Risultato: ingiunzione di pagamento di una sanzione pari a quasi 16mila euro.
In primo grado era stato annullato il provvedimento dell’Ispettorato in quanto i giudici avevano ritenuto che una privata dimora fosse esclusa dal potere di ispezione e, anzi, il controllo effettuato in una proprietà privata potrebbe equivalere ad una violazione di domicilio.
Di parere diverso la Corte d’appello, secondo cui, appunto, la casa in cui vengono eseguiti i lavori è pur sempre un cantiere, contesto in cui l’ispettore del lavoro è autorizzato a entrare quando lo ritiene opportuno per effettuare le sue verifiche. Nello specifico, i giudici spiegano che non si tratta più di una privata dimora ma di un’area «permanentemente aperta al potenziale controllo e verifica da parte degli organi tecnici del Comune e degli operatori di Polizia giudiziaria, inclusi ispettori del lavoro»
note
[1] Corte appello Lecce sent. n. 502/2022.
[2] Dl n. 13/2022.
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