Dopo l’adeguamento dei prezzi dell’edilizia nei cantieri della Ricostruzione Centro Italia, serve uniformità per tutti gli enti appaltanti. Fico: “Un provvedimento analogo a quello del Commissario Legnini, ma serve autorizzazione per le periferie e fuori cratere 2009”.
Se i cantieri della Ricostruzione Centro Italia, grazie all’ordinanza firmata dal commissario straordinario Giovanni Legnini, possono tirare un sospiro di sollievo rispetto ai prezzi dell’edilizia, nel resto d’Italia la situazione è ancora ferma e rischia di bloccare il settore, così come nel cratere 2009. La prima svolta era arrivata con l’idea di adattare la norma del bonus 110 alla Ricostruzione, con la possibilità – attraverso modeste integrazioni economiche – di una forte accelerazione nei lavori sugli edifici danneggiati dal sisma, con maggiori garanzie anche rispetto alla sostenibilità sismica e al risparmio energetico. Poi è giunto il provvedimento che ha scongiurato il blocco della ricostruzione Centro Italia a causa dei prezzi lievitati a dismisura, con l‘ordinanza a firma dello stesso commissario Legnini, che ha attribuito un +20% anche ai lavori in corso per gli immobili residenziali e un +25% sul costo parametrico per gli immobili produttivi. Previste anche ulteriori maggiorazioni che faranno lievitare il contributo.
Si tratta di norme che tra l’altro non creano alcun aggravio di costo per lo Stato, oltre a evitare lo scontro che si stava configurando tra imprese e committenti, sia pubblici che privati. Un fenomeno che potrebbe essere comunque ancora devastante, se il resto degli enti appaltanti non provvedono velocemente ad adeguarsi all’attuale realtà di mercato, tant’è che anche per il cratere 2009 si lavora a un provvedimento simile.
La situazione nel cratere 2009 e doppio cratere.
Per quanto riguarda il cratere 2009, ci sarà quindi bisogno di un ulteriore passaggio. Al momento, spiega a IlCapoluogo.it Raffaello Fico, titolare dell’USRC, “su 56 comuni, escluso L’Aquila, 12 sono nel doppio cratere. Rispetto quindi a questi 44 comuni, a parte poche eccezioni, si inizia a guardare al termine per quanto riguarda la ricostruzione privata, mentre i 12 del doppio cratere sono più indietro per un discorso di ulteriore danneggiamento, rispetto al primo sisma del 2009. Da quando è arrivato Legnini, sono stati trasferiti i fondi direttamente a noi per gran parte degli aggregati colpiti dal doppio sisma”. Anche rispetto alla doppia normativa la situazione è migliorata, trovando “la quadra applicativa dell’ordinanza 51 del 2016”. “Nel 2020 – spiega il titolare dell’USRC – abbiamo introdotto un decreto e ora le cose vanno meglio. I comuni dell’Alta Valle Aterno sono diventati più veloci. Campotosto, che da questo punto di vista era tristemente famoso, nel 2021 è stato ‘campione d’incassi’. Si cominciano a vedere molti cantieri in questi comuni, a parte qualche eccezione come Capitignano e Cagnano Amiterno, però la ricostruzione privata inizia ad avere un certo ritmo, anche se comunque questi comuni sono partiti tardi, perché i piani di ricostruzione nel 2009 non erano mai stati approvati e lo sono stati solo nel 2013/2014; nel 2016 c’è stato poi l’altro terremoto e quindi solo dopo abbiamo iniziato ad approvare i contributi e la ricostruzione è al 20, 25%, meno della metà dell’avanzamento rispetto agli altri comuni del cratere 2009″.
Per quanto riguarda invece la questione dell’adeguamento dei prezzi, “io e il collega Provenzano dobbiamo affrontare il problema irrisolto dell’incremento dei contributi. Stiamo lavorando a un provvedimento analogo a quello del commissario Legnini, il problema è che noi possiamo intervenire solo nei centri storici, per cui c’è il grande tema dell’impossibilità di intervenire sui comuni fuori cratere 2009 e nelle periferie. Andremo a introdurre un provvedimento di revisione dei costi, chiedendo al Governo un provvedimento normativo che ci autorizzi ad intervenire anche fuori dei centri storici con lo stesso tipo di provvedimento per aumentare i contributi. L’ordinanza di Legnini, incidendo sul cratere Centro Italia, ha avuto il merito di accendere i riflettori sulla nostra situazione, per la quale dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter fare la stessa cosa. Però mentre Legnini ha le ordinanze con cui può incidere in maniera agevole, noi siamo legati alle norme ordinarie, quindi dobbiamo sempre chiedere al governo centrale gli adeguamenti rispetto alle nostre esigenze. Abbiamo ancora del lavoro da fare, ma confido che riusciremo a risolvere anche noi nelle prossime settimane”.
La speranza degli operatori del settore sentiti dal Capoluogo.it è che il provvedimento avvenga nei tempi auspicati dai responsabili di Usra ed Usrc, diversamente potrebbero innescarsi dei processi irreversibili per molte imprese e committenti”.
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