MATERA – Tiene sempre banco la discussione sul «superbonus 110%». Imprese e cittadini sono nel pallone a causa dei continui cambiamenti sulla norma che lo regola e del conseguente groviglio burocratico. Da queste colonne abbiamo più volte rilanciato l’allarme sollevato delle aziende, e delle loro organizzazioni di categoria, per i rischi più che concreti che hanno molte di loro di fallire, impelagate nel caos tra cessione del credito e sconto in fattura delle detrazioni. Tra i cittadini, invece, chi ha intrapreso già la via della ristrutturazione delle proprie abitazioni, ora ha letteralmente perso la bussola e teme, soprattutto, di dover pagare di tasca propria le importanti somme per lavori che, tra l’altro, potrebbero rimanere incompiuti.
«La questione del sovrindebitamento e, purtroppo, il rischio di dover ricorrere a finanziamenti poco trasparenti, in situazioni del genere emerge in tutta la sua pericolosità sociale. Gli unici a vedere la cosa con favore sono coloro che prestano denaro a usura», afferma Angelo Festa, presidente dell’associazione antiracket e antiusura Famiglia e Sussidiarietà, che opera sull’intero territorio lucano.
«Le imprese impegnate nei lavori di ristrutturazione e adeguamento – continua Festa – si ritrovano nella situazione che i fondi per il 110% sono terminati e ad ora non si comprende se il Governo stanzierà ulteriori risorse. Del resto, la maggior parte delle banche, come pure Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti, hanno bloccato tutto e non prendono più crediti di imposta. Per questi motivi, dopo aver tanto fatto propaganda su quella che era stata presentata come un’opportunità da cogliere, il Governo nazionale ora intervenga ulteriormente perché imprese e famiglie si troveranno in grossissime difficoltà».
Fonti della Cna nazionali parlano di oltre 33mila tra ditte più o meno piccole che sono a un passo dalla rovina, tante altre, purtroppo, hanno dovuto chiudere i battenti, bloccando di fatto i cantieri e licenziato operai, e creando così problemi a tutto il resto della filiera. Un intero sistema, ma non è il solo, sul quale continuano comunque a riverberarsi gli effetti della guerra in Ucraina, sotto forma di rincari dell’energia e dei materiali vari, con aggravamento della situazione generale già stressata dai riflessi della pandemia.
«Non sono solo le piccole società a farne le spese, considerando che hanno preso impegni fatto già investimenti – riprende Festa –. Il problema è davvero grosso. Qualche imprenditore si è rivolto a noi per evidenziare la situazione che vivono e fare presente le preoccupazioni e i rischi concreti soprattutto per quanto riguarda i cittadini committenti, che saranno costretti loro malgrado a pagare di tasca loro. Al momento non siamo, per fortuna, arrivati a questo punto. Mi auguro solo che, nella peggiore ipotesi che qualcuno sia costretto a tanto, non venga in mente a nessuno di rivolgersi e affidarsi a chi propone “la soluzione” offrendo soldi facili».
A livello nazionale, alcune associazioni pensano di creare sportelli per cittadini in difficoltà con il 110%. Potrebbe essere utile come servizio? Ci risponde Marina Festa, presidente dell’Adiconsum Matera. «Non riesco a immaginare quale potrebbe essere l’assistenza da offrire – dice –. Quella di fare eventualmente causa? A chi? In questo senso, non vorrei mai inguaiare ulteriormente le famiglie, facendo loro intraprendere azioni giudiziarie che comporterebbero altre somme da impegnare e non porterebbero da nessuna parte. Il problema, in generale, c’è come è costante da parte delle nostre associazioni che tutelano i cittadini affinché la politica intervenga. Il rischio del sovrindebitamento e di finire in mano agli usurai, però, non vanno presi sotto gamba. Il Governo trovi soluzioni».
Source: lagazzettadelmezzogiorno.it
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