«L’epicentro a Salizzole del recente terremoto evidenzia l’urgenza di procedere alla riclassificazione delle zone sismiche più volte chiesta dalla nostra Federazione».
Lo dichiara Andrea Falsirollo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, evidenziando che, stando all’attuale classificazione, il comune del sud scaligero si trova in zona 4, ossia in quella ritenuta meno pericolosa e con una probabilità molto bassa che si verifichi un terremoto. Oltre a Salizzole, altri 27 comuni scaligeri ricadono in zona rossa, tra cui Isola della Scala, Legnago, Cerea, Bovolone, Nogara, Trevenzuolo, Vigasio e Sanguinetto.
«La classificazione regionale è datata e va aggiornata, a fronte di accelerazioni sismiche che, come evidenzia un recente studio del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università degli Studi di Padova fatto per la nostra Federazione, dovrebbero indurre a fa sì che non via siano più comuni veneti ricadenti in zona 4, incrementando quelli in zona 3, dagli originari 319 a un totale di 339», fa notare il presidente della Foiv, Pasqualino Boschetto.
«Il nostro Ordine, ogni anno, aderisce alla giornata per la prevenzione sismica che si svolge a ottobre proprio per sensibilizzare i cittadini sui rischi dei terremoti – ricorda Falsirollo -. Ma è difficile raggiungere chi vive in zona 4, sia perché non si sente coinvolto dalla tematica, sia perché non ha accesso ai benefici fiscali previsti per chi interviene sulle proprie abitazioni che si trovano nelle zone considerate invece più a rischio».
Il Sismabonus, dal 2017, garantisce dal 70 e fino all’85% di detrazione fiscale per interventi sugli edifici che riducano il rischio sismico, a seconda che si tratti di condomini o se il passaggio sia a una o a due classi di rischio inferiori.
Riprendere Falsirollo: «Le zone sismiche sono di competenza della Regione e per questo la Federazione Ordini Ingegneri del Veneto ha chiesto a Palazzo Balbi una nuova classificazione. Anche il recente Superbonus che prevede l’estensione della detrazione al valore del 110% è riservato a fabbricati che si trovano in zona 1, 2 o 3, ed esclude i comuni classificati in zona 4».
Nello studio elaborato dall’Università di Padova ad agosto, emerge che «la carta della classificazione sismica del territorio della Regione del Veneto» coincide con la vecchia zonazione definita all’epoca dell’OPCM n°3274 del 2003, e «si caratterizza per un 15% di territori comunali appartenenti alla Zona 2, un 55% di territori comunali in Zona 3, e un restante 30% di comuni classificati in Zona 4: circa 1 comune su 3 in Veneto attualmente risulta quindi escluso dalle agevolazioni fiscali previste dal Sismabonus».
Un edificio su 5 nel veronese, e in particolare nella bassa, al momento è ubicato in comuni classificati in Zona 4, per i quali la vigente classificazione sismica del territorio regionale preclude a tutti gli effetti il ricorso agli strumenti di incentivazione fiscale previsti dal Sismabonus per la loro riqualificazione antisismica.
Con la nuova classificazione, non solo sparirebbe la zona 4, ma aumenterebbero in modo consistente i comuni della zona 2, soprattutto nella zona dell’alto veronese e del vicentino (da 83 a 222).
«La ricerca fa emergere come tale riclassificazione favorirebbe di fatto l’obiettivo comune di Governo e Regione di agevolare il processo di rigenerazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare – conclude Mariano Zanini, docente di sismica dell’Università di Padova -. Un processo di riclassificazione sismica dei comuni attualmente in zona 4 non comporterebbe maggiori oneri sia in termini di progettazione, esecuzione e collaudo delle opere strutturali sia in termini di adempimenti di natura tecnico-amministrativa».
La riclassificazione sismica della Regione Veneto – Lo studio dell’Università di Padova
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