Fci: fondi esauriti e lavori a rischio, in azione per fornire assistenza ai cittadini in difficoltà con il Superbonus 110%
Da
un’occasione da cogliere al volo ad un rischio dalle conseguenze pesantissime.
È la preoccupante evoluzione del Superbonus 110%. Presentato come la soluzione
alla crisi del settore edilizio e come opportunità vantaggiosissima per i
cittadini per migliorare le proprie abitazioni abbattendo i costi energetici, l’incentivo
sta mostrando delle crepe che hanno fatto scattare l’allarme. I fondi stanziati
dal Governo sono finiti, come confermato dall’ultimo rapporto di Enea, ma le
domande restano aperte. Questo non fa che aggiungere confusione ad una situazione
già caotica, su cui la Federazione Consumatori Italiana, composta da Aeci,
Aiace, Assoconfam, Codici e Konsumer, ha deciso di intervenire con un servizio
di assistenza rivolto ai cittadini.
“La
situazione che si sta verificando sul Superbonus 110% è rischiosa – affermano i
rappresentanti delle associazioni dei consumatori riunite nella Fci – e merita
la massima attenzione. Il meccanismo ipotizzato per immettere liquidità nel
sistema è quello del credito d’imposta, sperimentato con successo nel recente
passato nella concessione di altri benefici edilizi, come ad esempio la
ristrutturazione. I beneficiari di
questi bonus fiscali, che variano dal 50% al 110% a seconda degli interventi da
effettuare, possono a loro volta cedere i crediti accumulati, rendendoli
liquidi attraverso il sistema bancario o la diffusissima rete degli sportelli
delle Poste Italiane. Tutto ciò fino allo scorso novembre, allorché, nonostante
la proroga di questi provvedimenti premiali, le Poste e le banche hanno chiuso
i rubinetti della liquidazione dei crediti, molti dei quali sono rimasti
incagliati negli ingranaggi infernali guidati dalle burocrazie ministeriali,
Agenzia delle Entrate, in primo luogo, e da quelle non meno letali degli
istituti di credito e postali, che stanno rendendo vani i risultati conseguiti
nella fase d’avvio. Le piattaforme informatiche elaborate allo scopo non
rispondono per mesi agli utenti, le banche non accettano più cessioni, le Poste
si muovono alla velocità di un mammut, i cittadini e le imprese si ritrovano
con il cerino in mano e rischiano di ustionarsi le dita, avendo avviato la
realizzazione dei progetti che non riusciranno a completare per mancanza di
liquidità. Lo spettro del fallimento si aggira per le imprese e quello
dell’indebitamento personale per i cittadini: una catastrofe pubblica e privata
quasi annunciata. Ancora una volta la burocrazia frena, se non blocca, lo
sviluppo economico di cui questo Paese ha urgente bisogno, specie al Sud, dopo
due anni di pandemia e, da ultimo, una spaventosa guerra alle porte dell’Unione
Europea. Come uscire da una situazione tanto paradossale, quanto tipica del
modus agendi della nostra tentacolare burocrazia? Come obbligare le
amministrazioni pubbliche, le banche, le Poste a dar risposte immediate ai
cittadini, ad istruire rapidamente i procedimenti, a liberare le risorse
economiche bloccate e soprattutto come imporre a questi soggetti di aiutare
realmente cittadini ed imprese, con regole facili da applicare, comprensibili a
tutti e semplificatrici del processo economico? Rivolgiamo un appello al
Governo per una risposta rapida e chiarificatrice, prima che si verifichi
l’ennesima debacle di cui nessuno si assumerà anche questa volta la
responsabilità. Al tempo stesso, abbiamo deciso di promuovere un’azione per
fornire assistenza ai cittadini in difficoltà con il Superbonus 110%. Ci
riferiamo, ad esempio, a chi si ritrova con i lavori pagati ma non ancora
iniziati oppure interrotti, con il rischio di perdere quanto versato.
Situazioni poco chiare e dalle conseguenze pesanti, considerando un quadro
generale già fortemente critico”.
Source: euroconsumatori.eu
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