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Ronchi: «Addio per sempre al nucleare. Tre proposte per vincere la sfida climatica in Italia» – Corriere della Sera

Ronchi: «Addio per sempre al nucleare. Tre proposte per vincere la sfida climatica in Italia» - Corriere della Sera
Ronchi: «Addio per sempre al nucleare. Tre proposte per vincere la sfida climatica in Italia»

«Sinceramente, non capisco che senso abbia parlare ancora di emergenza climatica. E’ ormai un dato di fatto: il clima sta cambiando e definire tutto questo come qualcosa di eccezionale significa limitarsi ad aspettare che passi. Ma qui occorre fare in fretta per cambiare il corso delle cose». Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, e già ministro dell’Ambiente dal 1996 al 2000, è come se portasse nel suo stesso cognome tutta l’attenzione alla sostenibilità: è suo, infatti, il decreto legislativo numero 22 del febbraio 1997, conosciuto come “Decreto Ronchi”, emanato per rendere efficaci le direttive europee sui rifiuti urbani, sui rifiuti pericolosi e sugli imballaggi. Ed è anche per questo che, chi provasse a chiedergli quale sia il suo pensiero sull’emergenza idrica o sulla crisi energetica dell’Italia avrebbe sempre la stessa risposta: «Prevenendo le carenze strutturali e facendoci trovare pronti». Come? «Con un programma organico di misure concrete per l’adattamento al clima». Che saranno presentate il 14 luglio, dalle 9,30, a Roma, nel corso della terza Conferenza nazionale sul clima, in programma all’Auditorium del museo dell’Ara Pacis.

In occasione della Conferenza nazionale sul clima (il 14 luglio a Roma), Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, lancia tre proposte (entro il 2030), per il rilancio energetico del Paese. Puntando sulle rinnovabili. Ecco la sua roadmap energetica per l’Italia


«Crisi energetica e climatica: la nuova roadmap per l’Italia» è il titolo dell’incontro nel corso del quale dialogheranno politici e rappresentanti del mondo dell’impresa. E molti di loro sono i protagonisti di “Italy for Climate, l’iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile promossa da un gruppo di imprese e di associazioni di imprese particolarmente sensibili al tema del cambiamento climatico (Chiesi, Conou, Edison, Elettricità Futura, ERG, Davines, Illy, IEG Group, H+K Strategies) che promuove l’attuazione di una Roadmap climatica per l’Italia, in linea con le indicazioni europee del “Green Deal” e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Misure fiscali giuste (ce lo chiede l’Europa)

Il primo intervento della mattinata spetterà a Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, il quale è recentemente intervenuto sulla questione idrica, ricordando come non tutto il problema sia imputabile alla crisi climatica. «Dice bene il ministro quando ricorda che la mancata manutenzione della rete idrica o il sistema di gestione troppo complicato sono delle concause, certo: ma qui occorre trovare delle misure di adattamento», osserva Ronchi, ricordando come anche la Commissione europea abbia spinto ultimamente sullo stesso tasto: «Quando parla di saper programmare interventi che ci rendano meno esposti ai cambiamenti climatici, significa considerare il ‘Climate change’ non più una emergenza, ma un dato di fatto».

Tra emergenza e fake-news sulle rinnovabili

Peccato, però, che di clima si parli solo e soltanto quando accadono cose irreparabili. E’ accaduto, per esempio, con la recente tragedia della Marmolada, nella quale hanno perso la vita undici persone: «Siamo troppo spesso col freno a mano tirato quando si parla di fare qualcosa per invertire il corso delle cose : è come se avessimo bisogno di una tragedia per renderci conto della gravità del problema, ma il Pianeta non può attendere. Tantomeno l’Italia», dice Ronchi, in pratica anticipando le tre proposte operative pronte per essere presentate alla Conferenza nazionale sul clima.

Tre proposte che già nei prossimi tre anni porterebbero a un risparmio di più di 15 miliardi di metri cubi di gas e facendo a meno, e memo male, di qualcosa come 40 milioni di tonnellate di gas serra. Il segreto? Nelle rinnovabili, simbolo di efficienza energetica ma anche di inclusione sociale, ma spesso vittime di falsi miti e fake-news: «Le rinnovabili hanno avuto un processo di crescita molto rapido e il cittadino medio non si è accorto delle loro potenzialità e soprattutto dei costi contenuti», osserva il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, spiegando poi il primo importantissimo punto della roadmap energetica della conferenza di giovedì 14 luglio: «Entro il 2030, l’84 per cento dell’energia dovrà derivare da fonti rinnovabili. E per farlo dobbiamo investire molto nei piani di accumulo, che sono spesso discontinui, certo: ma abbiamo la tecnologia giusta per superare questo problema». Alla Conferenza sul clima di Roma se ne parlerà anche nel panel dedicato al dibattito sull’energia visto dai protagonisti dell’informazione, analizzando falsi miti e fake news. Per il Corriere della Sera interverrà Nicola Saldutti, responsabile della Redazione Economia.

Obiettivo 84 per cento da rinnovabili

E se le Cassandre della negatività sulle rinnovabili, sono pronte a ricordare che l’Italia, lo scorso anno, ha prodotto la stessa quantità di energia dalle rinnovabili del 2014, Ronchi insiste sul fatto che l’obiettivo 84 per cento, presentato da Elettricità futura (la principale associazione delle imprese che operano nel settore elettrico italiano) e approvato dal ministro Cingolani, è l’unico proponibile per uscire dallo stallo in cui siamo. Non prima però di aver classificato le rinnovabili come “Materia di interesse pubblico prevalente”, di aver promosso l’iniziativa “Tetti solari per l’Italia”, e di aver istituito entro il 2025 una Comunità energetica rinnovabile per i Comuni sopra i 10 mila abitanti. Il 2025, secondo la roadmap di “Italy for Climate” è un anno importante: entro quella data, infatti, si potrebbe arrivare a produrre più del 55 per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili, tagliando i consumi di gas di circa 8 miliardi di metri cubi e le emissioni di circa 20 milioni di tonnellate di CO2.

Ripensare l’Ecobonus

Il secondo punto è il consumo energetico, esagerato, delle nostre abitazioni. Secondo recenti ricerche, una abitazione italiana consumerebbe il 50 per cento in più rispetto ad una abitazione europea. «Ecco perché riformare l’ecobonus per elettrificare tre milioni di abitazioni in tre anni: un obiettivo che consentirebbe di tagliare dalla bolletta, entro il 2025, due o addirittura tre miliardi di metri cubi di gas», racconta Ronchi, secondo il quale questi piccoli, grandi cambiamenti non possono che partire dal basso. Da tutti noi. Dai comportamenti di ogni giorno. E siamo alla terza proposta sul tappeto: “Playing my part”, che prevede la diffusione su vasta scala di misure comportamentali per i cittadini, come ad esempio abbassare riscaldamento e condizionatori, impostare meglio le temperature delle caldaie, promuovere lo smart working, ridurre drasticamente l’utilizzo dell’auto privata in città, spostandosi a piedi o bici e con il trasporto pubblico condiviso, usare meno l’aereo, prendere il treno e riscoprire le vacanze in Italia e a corto raggio.

Addio, sogni atomici

Infine, ce n’è anche per il nucleare, solennemente bocciato da Ronchi: «Alcuni ne parlano come se si trattasse ancora di dover esprimere una opinione. Ma oggi abbiamo un altro tipo di problemi. Occorre fare in fretta. E i tempi di realizzazione delle centrali nucleari sono molto lunghi: si finirebbe per superare il 2035, ben oltre il tempo limite per vincere la sfida climatica», ricorda l’ex ministro, aggiungendo un altro aspetto negativo sul nucleare: «Le previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia ci dicono che, entro il 2050, il kilowattora prodotto dal nucleare arriverà a costare cinque volte di più di quello da fotovoltaico ed eolico a terra»

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