Nella giornata del 30 dicembre, dopo un percorso lento e tortuoso la Legge di Bilancio 2022 viene approvata ed è pronta per entrare in vigore con l’inizio del nuovo anno.
La decisione finale in merito al testo di legge e i suoi emendamenti mette finalmente il punto sulle sorti del bonus facciate, una delle agevolazioni che ha creato più problemi nel complesso della ridefinizione dei bonus ristrutturazione. Questo perché il pregio del bonus facciate, che è stata la seconda delle agevolazioni edilizie dopo il Superbonus 110%, era quello di permettere gli interventi di recupero del patrimonio edilizio sulle parti esterne di un edificio con il 90% di finanziamento statale. Proprio per questo tale agevolazione con il suo incentivo al 90% ha anche dei costi imponenti per la finanza pubblica e difficilmente sostenibile sul lungo periodo.
Per cercare di trovare un punto di incontro tra le due esigenze, cioè ridurre i costi per lo Stato, ma evitare uno stop brusco dell’agevolazione con conseguenze negative sul settore dell’edilizia, si è scelto di rimpicciolire il bonus facciate 2022.
E così il bonus facciate 90% sparisce in via definitiva il 31 dicembre 2021, per fare spazio al bonus facciate 60%, cioè con il 30% in meno di sconto e attivo solo fino a fine 2022.
A questo punto si pongono una serie di problematiche che riguardano lo Stato avanzamento lavori (Sal), cioè cosa accade a quei contribuenti che hanno richiesto e avviato i lavori con il bonus facciate 90%, ma non sono riusciti a portarli a termine prima della sua scadenza. A tali domande hanno risposto MEF e Agenzia delle Entrate con dei chiarimenti.
Ma, se questo è il percorso che seguirà l’agevolazione per effetto delle modifiche apportate alla Legge di Bilancio, dal 12 novembre 2021 è però in vigore anche il Decreto Antifrode (DL 157/2021), cioè il documento che cambia la normativa per l’utilizzo dei bonus ristrutturazione e per il bonus facciate stabilisce nuovi adempimenti, qualora si scelga per lo sconto in fattura o la cessione del credito al posto della detrazione Irpef in dieci anni.
Fatte le premesse del caso, vediamo in dettaglio come sarà costruita la nuova agevolazione 2022, cioè il bonus facciate 60%.
Nel 2022 arriva il bonus facciate 60%, ma nessun requisito Sal per mantenere la detrazione al 90%
La Legge di Bilancio 2022 è stata ultimata e non ci sono ormai più dubbi o ripensamenti sul futuro dei bonus ristrutturazione e soprattutto del bonus facciate, quello che forse ha subito le maggiori modifiche.
Per effetto della nuova manovra finanziaria si stabilisce che il bonus facciate 90% abbia fine il 31 dicembre 2021.
Tale incentivo, che ci ha accompagnato negli ultimi anni, permetteva la realizzazione di operazione di manutenzione straordinaria, ristrutturazione e restauro sulle pareti esterne di un edificio condominiale o unifamiliare, godendo di un finanziamento pubblico per il 90% dei costi e senza limiti di spesa.
Da 1 gennaio al 31 dicembre 2022 l’agevolazione riduce i suoi finanziamenti al pubblico del 30%, perché sarà attivo il bonus facciate 60%.
A questo proposito MEF e Agenzia delle Entrate comunicano che quanti hanno iniziato le ristrutturazioni nel 2021, se in data di scadenza del bonus facciate 90% (31 dicembre 2021) essi non sono ultimati, la detrazione rimarrà al 90% e non sono richiesti requisiti relativi allo Stato avanzamento lavori (Sal), i quali però anche se in data non precisata dovranno comunque essere portati a termine.
Le modifiche applicate dalla Legge di Bilancio 2022 al bonus facciate sono riassunte e schematizzate anche nel nuovo video YouTube del Geometra Danilo Torresi:
Nel 2022 sarà possibile usare il bonus facciate 60% con sconto in fattura e cessione del credito?
Per tutto il tempo di attivazione, a dispetto dello sconto ridotto, il bonus facciate sarà comunque utilizzabile fino a fine 2022 con detrazione Irpef in dieci anni, sconto in fattura e cessione del credito.
Spieghiamo brevemente in cosa consistono le tre opzioni. La detrazione Irpef presuppone che il proprietario dell’immobile che usa il bonus facciate paghi interamente i costi di ristrutturazione, poi inserendoli nella dichiarazione dei redditi ottiene il 60% indietro dallo Stato, ma tale rimborso non viene versato sul suo conto corrente. L’importo spettante di bonus facciate viene infatti diviso in dieci quote annuali ognuna delle quali viene sottratta dal totale Irpef che il contribuente è tenuto a pagare a fine anno. Il rimborso cioè avviene mediante uno sconto sulle tasse.
Lo sconto in fattura invece permette al proprietario di pagare alla ditta solo il 40% dei costi dovuti, poiché il restante 60% che è coperto dal bonus facciate, sarà anticipato dall’impresa, la quale a sua volta chiederà un rimborso con credito d’imposta.
Infine, veniamo alla cessione del credito che è più semplice da capire di quanto si immagini. Alla cessione hanno diritto sia il proprietario che sceglie il bonus facciate con detrazione Irpef, sia la ditta che si fa carico dei costi e applica lo sconto in fattura, entrambi si soggetti si trovano infatti nella posizione in cui lo Stato gli è creditore per delle somme, tale credito viene ceduto ad una banca o un istituto finanziario, che versa la somma spettante, e questo permette ai beneficiari dell’agevolazione di ottenere liquidità più velocemente.
Nuovi adempimenti per usare il bonus facciate 60% con sconto in fattura e cessione del credito
Quindi, se la Legge di Bilancio stabilisce che nel 2022 avremo un bonus facciate 60% a cui può applicarsi sia la detrazione Irpef in dieci anni, che lo sconto in fattura e la cessione del credito, a complicare le cose in questo senso ci pensa però il decreto Antifrode (DL 157/2021).
Questo infatti, nato proprio allo scopo scopo di limitare le frodi nell’utilizzo dei bonus ristrutturazione, stabilisce che non vi siano cambiamenti nell’utilizzo del bonus facciate 2022 con detrazione Irpef, ma che allo stesso tempo vi siano adempimenti aggiuntivi per l’utilizzo dello stesso con sconto e cessione.
Per l’utilizzo mediante sconto in fattura e cessione del credito è infatti ora richiesto il visto di conformità e l’asseverazione tecnica della congruità dei costi, per tutte le spese pagate dopo il 12 dicembre 2021, giorno di entrata in vigore del Decreto Antifrode.
Ci sono speranze di vedere un bonus facciate 2023 o che la detrazione torni al 90%?
Per il 2023 è prevista quindi la totale cancellazione del bonus facciate in tutte le sue forme, almeno secondo i piani della Legge di Bilancio 2022.
Tuttavia, la Legge di Bilancio, che il documento che pianifica l’utilizzo della finanza pubblica di anno in anno ed entra perciò in vigore il 1 gennaio, non è l’unico raggio di azione con cui si può intervenire sui bonus edilizi.
Quindi, per quanto il bonus facciate sia una delle agevolazione più costose in assoluto e difficilmente per lui si può immaginare un’esistenza strutturale e sul lungo periodo, eventuali proroghe o ampliamenti dell’agevolazione possono anche essere decise nel corso dell’anno e inserite all’interno di un decreto legge.
In ogni caso, almeno per i prossimi tempi la sorte dei vari bonus ristrutturazione è decisa e dovremo immaginarci ad un futuro per loro, così come esso è disegnato dalla Legge di Bilancio 2022.
Dopo la scadenza ufficiale nel 2023 i lavori sulle pareti esterne di un edificio potranno comunque essere realizzati sfruttando il bonus casa 50%, per cui la manovra di bilancio stabilisce una vita più lunga. Tale agevolazione, che ammette ristrutturazioni su interni ed esterni, copre il 50% dei costi, ma tale sconto può applicarsi ad un massimo di spesa di 96.000 euro.
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