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Superbonus 110% e sblocco dei crediti: cosa accadrà dopo il Decreto Aiuti? – Lavori Pubblici

Superbonus 110% e sblocco dei crediti: cosa accadrà dopo il Decreto Aiuti? - Lavori Pubblici

Negli ultimi mesi, soprattutto a seguito della pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale del Decreto Aiuti e poi della conversione in
legge, nel comparto dell’edilizia si era accesa la speranza che
qualcosa potesse cambiare con lo sblocco della cessione dei
crediti. Da qualche giorno, invece, si vive con l’ansia del
futuro.

Superbonus 110%: cosa è successo con il Decreto Aiuti?

Ricordiamo, infatti, che con la conversione in legge sono stati
previste due importanti modifiche che riguardano:

  • il superbonus 110%, con la proroga per le unifamiliari;
  • le opzioni alternative alla detrazione fiscale, con la nuova
    possibilità che le banche cedano i crediti ai loro correntisti
    business (professionisti, imprese, partite IVA).

Due novità che, in realtà, sono state accolte in modo “freddo”
da chi da mesi attende quei cambiamenti che gli consentano di
cedere il credito indiretto maturato a seguito di sconto in
fattura. Le nuove possibilità previste per le banche, infatti,
potranno essere applicate solo agli sconti o cessioni comunicate
sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate a partire dall’1
maggio 2022.

Cosa significa? Che come sempre restano in vigore (almeno fino
al 30 aprile 2022) i regimi transitori generati dai Decreti Legge
che hanno modificato la cessione del credito. Sconti e cessioni
inviati all’Agenzia delle Entrate prima dell’1 maggio 2022
seguiranno le loro regole transitorie mentre quelle nuove del
Decreto Aiuti si applicheranno non dal giorno successivo alla
pubblicazione in Gazzetta della legge di conversione del Decreto
Aiuti (16 luglio 2022) ma, come prevede l’art. 57, comma 3, dall’1
maggio 2022.

Da verificare se le nuove possibilità consentiranno alle banche
di destinare un plafond aggiuntivo per l’acquisto dei crediti
fiscali (qualcuno li dovrà acquistare e al momento la fiducia su
queste misure è molto al ribasso) e se questi saranno utilizzati
per sbloccare anche i crediti incagliati sulla piattaforma
dell’Agenzia delle Entrate da gennaio 2022.

Superbonus 110%: cosa accadrà dopo il Decreto Aiuti?

Come scritto in premessa, fino alla conversione del Decreto
Aiuti tutti continuavamo ad essere animati da un senso di speranza
che alla fine il Governo si rendesse conto dell’errore e potesse
risolvere il problema da lui stesso creato. Con le dimissioni del
Presidente del Consiglio Mario Draghi e del suo Governo, e con lo
scioglimento delle camera la situazione diventa molto più
complessa.

Si riuscirà a trovare una soluzione al blocco dei crediti
edilizi nel più breve tempo possibile? La risposta non è semplice.
Prima è necessario comprendere quali siano le reali possibilità
legislative che residuano ad un Governo dimissionario e un
Parlamento sciolto.

In realtà occorre considerare che come riportato nella stessa
nota del Quirinale “il Governo rimane in carica per il disbrigo
degli affari correnti
“. Stessa cosa può dirsi del Parlamento
che, pur essendo delegittimato rispetto ad uno nel pieno delle sue
funzioni, può continuare ad operare dando precedenza (per questioni
di opportunità temporali) alla conversione in legge dei
provvedimenti d’urgenza del Governo.

Per il Parlamento stop, quindi, a progetti e disegni di legge.
Uno stop che, in realtà, è già in atto da molto tempo visto che
negli ultimi mesi (anni), il Parlamento si occupa prevalentemente
(fatta esclusione della legge di Bilancio) di convertire in legge i
Decreti Legge emanati dal Governo.

Superbonus 110% e sblocco dei crediti: modifiche possibili

Ciò premesso e in considerazione che le elezioni sono state
indette per il 25 settembre 2022, volendo rispondere a parte della
domanda “Si riuscirà a trovare una soluzione al blocco dei
crediti edilizi nel più breve tempo possibile?
” si può
affermare che le possibilità ci sono.

A questo punto, per completare la risposta alla domanda, è
necessario fare delle ipotesi che riguardano la reale voglia del
Governo di risolvere il problema. Ipotesi che possono partire dalle
ultime comunicazioni del Presidente del Consiglio Draghi alla
Camera dei Deputati:

  • di mattina “Per quanto riguarda le misure per
    l’efficientamento energetico e più in generale i bonus per
    l’edilizia intendiamo affrontare le criticità nella cessione dei
    crediti fiscali, ma al contempo ridurre la generosità dei
    contributi
    “;
  • nel pomeriggio “Voi sapete cosa ho sempre pensato il
    problema non è il superbonus ma il meccanismo di cessione. Chi ha
    disegnato quel meccanismo senza discrimine e senza discernimento è
    colpevole di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno
    aspettando i crediti. Ora, bisogna riparare al malfatto, bisogna
    far uscire dal pasticcio quelle migliaia di imprese che si trovano
    in difficoltà
    “.

Le ipotesi che scaturiscono da queste affermazioni passano da un
Decreto Legge emanato d’urgenza che prevede:

  • l’abrogazione dell’art. 57, comma 3 del Decreto Aiuti, in modo
    da verificare se le nuove aperture sortiscano degli effetti sul
    blocco dei crediti fiscali;
  • la proroga orizzonte temporale per tutti i soggetti beneficiari
    ma con aliquote crescenti e con vincolo di utilizzo del bonus sulla
    prima casa.

Concludo ricordando che, benché le parole del Presidente Draghi
assegnino le responsabilità ad altri, l’attenta analisi
dell’evoluzione normativa del Decreto Rilancio è schiacciate. 3
provvedimenti di modifica al Decreto Rilancio arrivati dal Governo
Conte, in carica 8 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta della legge
di conversione del Decreto Rilancio, 15 arrivati dal Governo Draghi
in carica dal 13 febbraio 2021 (oltre 17 mesi).

Arrivati a questo punto, però, non interessa più a nessuno
conoscere le responsabilità, mentre risulta più urgente trovare
soluzioni che possano togliere dal guado il comparto delle
costruzioni. E non interessa a nessuno sapere che queste stesse
soluzioni potrebbero essere usate politicamente per chiudere il
mandato mostrando agli italiani quanto competente sia stato questo
Governo a risolvere i problemi generati dal precedente.
L’importante è trovare al più presto una soluzione, ricordando il
famoso proverbio “mentre il dottore studia, il paziente muore”.

Source: lavoripubblici.it

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