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Accise, incentivi: caduta Governo Draghi e conseguenze industria auto – Motorbox

Accise, incentivi: caduta Governo Draghi e conseguenze industria auto - Motorbox

Cade il Governo, si sciolgono le Camere, si squaglia come neve al sole ogni speranza di rilancio di un settore, quello delle quattro ruote, che con la politica si sente in credito e non solo dall’insediamento dell’Esecutivo Draghi. Sino a prossime elezioni, scordati qualsiasi azione che solo assomigli a una misura a beneficio dell’Italia che si sposta in auto, cioè una fascia che con buona approssimazione coincide con l’intera popolazione maggiorenne. Da qui al 25 settembre, data individuata per il ritorno alle urne, Consiglio dei Ministri incaricato del puro e semplice ”disbrigo degli affari correnti”. Traduzione: automobilisti abbandonati a se stessi. Sino ad elezioni, ma anche oltre.

Crisi di Governo, settore auto sempre più a secco di aiuti Crisi di Governo, settore auto sempre più a secco di aiuti

ACCANIMENTO TERAPEUTICO La notizia della proroga del taglio delle accise su benzina, diesel e GPL – e dell’IVA sul metano – sino al 21 agosto, è di quelle che fanno indubbiamente piacere, anche perchè in bilico fino all’ultimo. Tuttavia, per l’ennesima volta il decreto prolunga l’incantesimo giusto di qualche settimana, con l’unico effetto di rimandare, e non certo cancellare, l’ora fatidica a partire dalla quale i carburanti, inesorabilmente, salvo previsioni errate schizzeranno di nuovo alle stelle. Insieme, chissà, al costo della ricarica per le auto elettriche.

Taglio accise carburanti fino al 21 agosto. E poi? Taglio accise carburanti fino al 21 agosto. E poi?

SOLO URGENZE Non è del tutto chiaro quale sia ora il perimetro degli ”affari correnti” entro i quali il Governo dimissionario avrà la facoltà di muoversi: in teoria, potrà emanare decreti legge solo se dettati da casi di necessità e urgenza, o esaminare disegni di legge di ratifica dei trattati europei, in quanto adempimento ad obblighi comunitari. In generale, non potrà invece esaminare nuovi disegni di legge, né riforme, non ancora approvati dal Parlamento. Resta da capire, dunque, se alla proroga dello sconto sulle accise, sotto scadenza, verrà assegnata l’etichetta ”urgente”: un qualsiasi sondaggio tra i cittadini basterebbe affinché alle ragionerie dei rispettivi Ministeri (quelli dell’Economia e della Transizione Ecologica) giungesse una risposta unanime e inequivocabile. L’illusione è l’ultima a morire. 

MIOPIA INCENTIVI La benzina necessaria per muovere l’auto, ma anche la benzina per imprimere vitalità alle vendite. Se a giugno si ventilava l’ipotesi di un possibile travaso di fondi delle risorse Ecobonus dal monte destinato a elettriche (0-20 g/km di CO2) e plug-in (21-60 g/km) a quello – esaurito in un batter d’occhio – riservato alle endotermiche a basse emissioni (61-135 g/km), beh ora le chance sono sotto lo zero. Ed è beffa al quadrato, dal momento che la domanda, anche nel 2022, dimostra ancora una netta (nettissima) preferenza per le alimentazioni tradizionali. E che quindi, degli oltre 350 milioni di euro ancora a disposizione per le prime due fasce, buona parte marcirà nelle casse dello Stato fino a fine anno. Non che la continuità governativa avrebbe probabilmente cambiato qualcosa. Ma ora il capitolo è chiuso una volta per tutte. 

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CHIUSO PER FERIE Incentivi a parte, la crisi di Governo produce sui consumatori anche risvolti squisitamente psicosomatici. Crisi politica, caro carburanti, caro energia elettrica, crisi idrica, minacce di razionamenti, inflazione in doppia cifra, ovunque ti giri si affaccia un’emergenza peggio dell’altra, un disincentivo a fare acquisti dietro l’altro. E alla fine, quando regna l’incertezza, a uscire dalla lista delle spese familiari è sempre lei, povera auto. Siamo curiosi, non appena saranno disponibili, di conoscere i volumi di mercato di luglio, un mese dell’anno asfittico per natura ma che – scommettiamo – a questo giro stabilirà altri record negativi.

TUTTO CAMBI AFFINCHÈ… Quale sensibilità il nuovo Governo rivolgerà a uno dei settori più strategici dell’economia nazionale? A occhio e croce, non aspettiamoci alcuna inversione di tendenza. Quale che sia il partito, o la coalizione, che in autunno maturerà la maggioranza in Parlamento, avrà di fronte sfide ancora più vitali che non quella di disincagliare l’auto dalle secche nella quale è ferma immobile da mesi, anni, dallo scoppio della pandemia, pure da prima. Il punto è che il settore auto è solo all’apparenza un tema secondario, anche in contesti di emergenza geo-politico-energetica di questo calibro. Tu ignori l’auto, il tessuto economico si spegne a poco a poco, fabbrica dopo fabbrica, officina dopo officina, concessionaria dopo concessionaria.

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IL VOTANTE AL VOLANTE Sarà anche un appello che cadrà nel vuoto, ma abbiamo il dovere di lanciarlo. A chiunque salirà a Palazzo Chigi: in agenda, via le accise una volta per tutte, sì a incentivi intelligenti, sì agli investimenti sulle infrastrutture di ricarica, ma bilanciati da programmi calibrati su un presente che funziona ancora a diesel e benzina. Guai dimenticarsi che il votante è anche un uomo o una donna che ogni giorno si siede al volante.


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