Si sente dire spesso che l’auto elettrica è “fuori dal mio budget”. Insomma, costa troppo. D’accordo: risparmi a mantenerla. Però l’esborso iniziale è inaffrontabile. Un dipendente con 1.500-1.700 euro di reddito mensile non se lo potrà mai permettere e sarà costretto a continuare con le termiche. Ma c’è modo di aggirare l’ostacolo? Luigi Sollazzi pensa di sì e ci scrive tornando su un argomento che gli è caro: il noleggio o l’acquisto finanaziato. E ci ricorda quel che avviene nel resto d’Europa, in particolare in Francia. I lettori possono inviarci interventi, domande e suggerimenti alla mail info@vaielettrico.it.
“Qualche giorno fa, su un mio modesto spunto, avete messo sul sito un articolo dell’ottimo Paolo Mariano “elettriche fuori portata per i redditi medio bassi?”. Dove si sosteneva l’opzione noleggio o finanziamento piuttosto che l’acquisto in contanti, in alcuni casi. Questa opzione può essere considerata in luogo dell’acquisto di BEV, che sono ancora più care nel prezzo di vendita (ancora per poco secondo me).
Il dibattito scatenato, direi acceso, mi ha fatto piacere, anche se i commenti sono stati generalmente del tenore “meglio l’acquisto, le altre opzioni convengono solo alle Case”. Oggi leggo su sito del mensile più diffuso di automotive che «Oggi, in Europa, soltanto il 17% delle auto è acquistato in contanti. Il 46% dei contratti prevede un finanziamento o formule di leasing, il 36% il noleggio. Secondo diversi studi, nel 2030 quest’ultimo sarà salito al 62%, mentre i primi due scenderanno rispettivamente al 6 e al 31%».
Evidentemente qualcuno trova qualcosa di buono nelle formule a rate….ovvio che va fatto cum grano salis, con un occhio al sovraindebitamento.
Altro spunto viene dalla Francia, dove si sta parlando di noleggio sociale. Vale a dire un noleggio incentivato per le BEV, 100 euro al mese per guidare elettrico da subito. Mi sembra ottimo, da copiare. Direi che quelli che” le BEV costano troppo” hanno meno argomenti da spendere.„
Luigi Sollazzi
Risposta- Caro Luigi, torniamo su un argomento già ampiamente dibattuto nell’articolo che lei ricorda e nei commenti che seguirono non per aggiungere granché a ciò che correttamente scrisse Paolo Mariano _ che cioè la proprietà di un veicolo non è necessariamente una scelta economicamente vantaggiosa _ ma per suggerire come, a nostro parere, dovrebbe essere valutata l’alternativa termica-elettrica in relazione alle capacità finanziarie di un utente a reddito medio basso.
Partendo da una premessa. Come qualsiasi debito o impegno finanziario, anche quello sostenuto per avere la disponibilità di un vecolo è sostenibile se l’esborso periodico è certo, prevedibile e ovvimente commisurato ai redditi attesi in ciascun periodo.
La formula del noleggio a lungo termine o finanziamento con restituzione/riscatto indubbiamente soddisfa i primi due requisiti, la certezza e prevedibilità. Per valutare se sia anche compatibile con i margini stretti di un reddito medio basso, invece, può essere fuorviante consideare solo l’esborso in termini assoluti.
La rata per l’auto elettrica può infatti sembrare fuori budget, ma non esserlo in realtà se si riducono le spese su altri fronti. Per esempio per l’esenzione dal bollo, per il risparmio sui consumi, i parcheggi gratuiti, lo sconto sull’ Rca auto, le minori spese di manutenzione programmata. Sono conti, questi, che ogni automobilista deve fare in base alle proprie condizioni di utilizzo della vettura. E le variabili sono molte.
Ma considerando che il costo medio di mantenimento di un’utilitaria a benzina, in Italia, oscilla oggi attorno a 2.000 euro all’anno, recuperarne la metà con un veicolo elettrico (diciamo 1.000 euro, ovvero circa 83 al mese) è tutt’altro che irrealistico.
Riprendendo l’esempio di Paolo Mariano sulla Dacia Spring _ finanaziamento della casa di 36 rate da 180 euro ognuna _ potremmo ipotizzare che il costo reale sia inferiore a 100 euro mensili. E verrebbe a cadere l’obiezione “Non mi posso permettere un esborso iniziale così alto in cambio di risparmi dilazionati nel tempo“. Perchè l’uno e l’altro arriverebbero a coincidere. Evidentemente se ne rendono conto gli utenti di altri Paesi, più abituati di noi a concepire la finanza familiare come quella di un’azienda.
Il noleggio sociale con contributo di 100 euro proposto in Francia, addirittura, azzererebbe i costi vivi del passaggio al più economico dei modelli elettrici. E renderebbe più che sopportabili anche quelli di un modello di categoria superiore. L’onere per le casse dello Stato, poi, non sarebbe superiore a quello degli attuali Ecobonus.
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