Alla fine è arrivato l’accordo elettorale fra il segretario del Pd Enrico Letta e il leader di Azione Carlo Calenda. Cinque i punti essenziali:
- Pnrr
- Bilancio e politiche fiscali anti austerity
- Tasse
- Reddito di cittadinanza e superbonus
- Diritti civili
Sono cinque i punti messi nero su bianco su pochi fogli firmati congiuntamente da Letta, Calenda e Della Vedova. Nel documento, che Today ha avuto modo di visionare integralmente, si legge per prima cosa la volontà di “realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea”. Il secondo punto mira a “improntare le politiche di bilancio alla responsabilità e le politiche fiscali alla progressività, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerità”. Il terzo elemento stabilisce che, se il centrosinistra dovesse andare al governo, non ci sarà aumento del carico fiscale generale. Quarto tema: “Correggere lo strumento del Reddito di cittadinanza e il “Bonus 110%” in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi. Quinto e ultimo punto i diritti civili: “Dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae”.
Elezioni, ultime notizie. La diretta
Letta e Calenda hanno però anche affrontato la questione dell’energia, per cui i leader di centrosinistra hanno deciso di proseguire sulla strada dell’indipendenza energetica. Sì agli investimenti nelle energie rinnovabili ma anche il rafforzamento della diversificazione degli approvvigionamenti per ridurre la dipendenza dal gas russo. Dunque c’è intesa sulla “realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile”.
Accordo è fatto. Pd e Azione e Più Europa correranno insieme alla prossime elezioni del 25 settembre 2022. La premessa alla nuova alleanza è che le prossime elezioni sono una “scelta di campo tra un’Italia tra i grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell’Europa”. In linea con questa visione, Letta ha scaricato il Movimento 5 Stelle e guarda alle destre come l’avversario numero uno. Un’idea in cui anche Calenda e Più Europa si rivedono e puntano a rilanciare l’atlantismo e i valori europei. L’agenda si ispira a Mario Draghi infatti nel documento si riconosce “l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin”.
Candidature, patto elettorale e divisione dei seggi
Qui il discorso è chiaro ed è un compromesso fra le due parti. Si potrebbe quasi dire che è una somma dei due veti: no a ex del Movimento 5 Stelle ma anche no agli ex Forza Italia nei collegi più importanti, cioè gli uninominali. “Le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza. – si legge ancora nel documento – Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura)”.
Ma le due liste come si divideranno i collegi? “La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa”.
Source: today.it
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.