BELLUNO – Volano i prezzi del pellet e dei bancali di legna da ardere. Ma ormai la situazione è talmente critica, che non riguarda soltanto il portafoglio. Poiché in un caso, soprattutto nel primo, e nell’altro le materie sono introvabili. A Padola di Comelico Superiore è eloquente ed indicativa l’esperienza di una cittadina, che stimolata dall’ecobonus ha cambiato la caldaia passando dal gasolio al pellet. «L’altro ieri racconta Mirta Zandonella Necca ho tentato di ordinare il rifornimento. Il tentativo, però, è rimasto tale e non si è concretizzato. Poiché, dall’altra parte del telefono, hanno risposto che il pellet è introvabile e che i tempi di consegna presumibilmente si aggireranno attorno alla metà di ottobre». Poca speranza di avere una certezza anche sui prezzi: ora viaggiano, mediamente, oltre il raddoppio. Da qui a due mesi ogni previsione risulta difficile, tanto che i fornitori, parlando di costi, al momento degli ordini attuali, ricorrono all’espressione «siamo nell’ordine indefinibile», perché in continuo aumento. Un sacco di pellet, da quindici chili, è passato dai circa 4 euro, di febbraio scorso, all’attuale quota che oscilla tra i dieci e i dodici, con una percentuale verso l’alto di 150 punti. La legna da ardere già a cavallo tra la primavera e l’estate registrava un rincaro del 26/30 per cento.
I PREZZI IN AUSTRIA
Nel confronto con i Paesi dell’Unione europea con situazioni analoghe l’aumento risulta più contenuto in Austria, mentre è lo stesso in Germania. In base alle rilevazioni effettuate dai gruppi esperti del settore energetico austriaci e tedeschi: un sacco di pellet viaggia sui 6/7 euro Oltreconfine e sui 10 nel secondo caso. Di questo ha parlato anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante la conferenza stampa di martedì, per la presentazione della manovra economica regionale. «Siamo preoccupati dell’autunno che arriverà e di questa congiuntura ha affermato il governatore . Non cambieranno le condizioni: se è vero che da un lato c’è la possibilità occupazionale, dall’altro ci sono l’arrivo delle bollette di gas e l’acquisto del pellet da stufa che costa: anche qui vorrei fare una verifica. Mi scrive un cittadino che in Austria lo trova ad un terzo del valore. È giusto che andiamo ad approfondire questa segnalazione: mi si parla di 4 euro contro i dodici».
MANCANO SCORTE
Anche nel Bellunese, in pochi anni, il pellet ha sostituito il tradizionale gasolio, ieri venduto in provincia a circa 1,70 euro al litro, oppure la legna, riscaldando migliaia di abitazioni ed anche alcune piccole imprese. Il prezzo alle stelle e la mancanza di scorte per l’autunno e l’inverno, ormai dietro l’angolo, con temperature che nei paesi più in quota raggiungono anche i meno 15/18 gradi, stanno preoccupando molto i consumatori. Diverse le cause alla base del doppio fenomeno: dalla guerra russa-ucraina alle soprattutto numerose sanzioni introdotte come conseguenza al conflitto, alla necessità per Austria, Germania e Francia, fornitori dell’Italia, di diminuire le loro esportazioni per fornire il proprio mercato interno. Un’altra parte dell’acquisto italiano proviene invece dall’area baltica e una minima percentuale dalla Russia, Ucraina e Bielorussia.
LA PROTESTA
Del problema si è fatto carico il neonato gruppo Giovani e Futuro, che raccoglie l’adesione di giovani consiglieri comunali del Cadore. Tra le priorità messe in campo vi sono una lettera inviata al ministro dell’economia e delle finanze, Daniele Franco, sollevando la questione del caro energetico, in particolare in montagna, e un’iniziativa popolare che invita i cittadini a taggare, come commento ad un post di GeF, per il servizio di rete sociale Instagram: @mef_gov; per il social Facebook: @Ministero dell’Economia e delle Finanze.
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