PADOVA – I tempi lenti della burocrazia, i fondi bloccati in banca e la difficoltà di reperire le materie prime. Senza dimenticare naturalmente i rallentamenti dovuti alle ferie festive. Risultato: attualmente in provincia di Padova un cantiere su due legato al superbonus risulta fermo. Totalmente bloccato. Spesso senza che i committenti conoscano con certezza la data della ripresa dei lavori.
Gli artigiani denunciano da mesi il problema dei crediti d’imposta congelati e ora a dipingere una situazione decisamente ingarbugliata sono anche gli amministratori di condominio. L’Anaci, l’associazione di categoria che gestisce oltre il 60% del patrimonio immobiliare padovano, stima che oltre la metà dei propri cantieri risulti ferma. «Eppure finalmente qualcosa si muove, torniamo a veder i primi spiragli» spiegano il presidente di Anaci Padova Alfredo Gambato e il vice Andrea Garbo.
IL MECCANISMO
Oggi in provincia di Padova risultano aperti quattromila cantieri, per un totale di 568 milioni di euro di investimenti. Il problema è che ci sono 80 milioni di euro congelati nei cassetti fiscali delle aziende artigiane padovane.
Tutto ruota attorno al meccanismo della cessione del credito. Quando viene eseguito un intervento edilizio che usufruisce del bonus il privato cittadino può decidere se pagare tutto subito oppure se effettuare la cessione del credito all’impresa, ottenendo in cambio uno sconto in fattura. Le imprese che ottengono il credito a quel punto devono rivolgersi ad altri soggetti – principalmente istituti bancari – per riscuotere quelle somme. Qui però casca il palco: negli ultimi mesi i fondi delle banche risultavano esauriti e le imprese sono rimaste con il cerino (anzi, con il credito) in mano.
LO SBLOCCO
Ora, finalmente, una piccola boccata d’ossigeno. «Dopo mesi di incaglio sulla cedibilità dei crediti di imposta che ha portato a un blocco delle attività legate al Superbonus – sottolineano i vertici Anaci – alcuni General Contractor supportati dal mondo bancario si stanno riaffacciando sul mercato o hanno ripreso quanto sospeso da marzo 2022 in poi».
Anaci attualmente conta 100 cantieri in città e altri 67 nel resto della provincia. «Ma i numeri saranno almeno tre volte superiore – evidenziano Gambato e Garbo – se le condizioni di accesso al mercato del credito di imposta dovessero avere l’accelerazione che ci si aspetta entro il 30 settembre».
A sbloccarsi in questi giorni sono soprattutto i cantieri di medie dimensioni, quelli che arrivano fino al milione di euro. Situazione ancora di pesante stallo, invece, per quelli più grossi. «I cantieri attivi sono quelli dove il general contractor ha fiscalità propria tale da consentire la monetizzazione del credito d’imposta in forma diretta e quindi dove la filiera del subappalto vede garantiti i pagamenti – continua Anaci -. Dove invece il committente si è affidato a general contractor legati al mondo bancario, questi sono in attesa dello sblocco finanziario per riprendere le lavorazioni in un periodo dove anche le temperature esterne consentiranno lavorazioni meno difficoltose».
I CONTROLLI
Intanto, come raccontato dal Gazzettino nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza ha potenziato i controlli per evitare truffe e frodi. «Vogliamo avvertire tutti i clienti – continuano gli amministratori di condominio -. Gli organi preposti alle verifiche fiscali in questo periodo stanno richiedendo ai singoli proprietari o ai singoli inquilini la documentazione anche per le unità immobiliari ubicate in condomini dove non si è provveduto ad eseguire opere detraibili di alcuna fattispecie. Il consiglio è quello di verificare i cassetti fiscali personali per controllare che non siano stati inscritti crediti fiscali non dovuti da soggetti terzi noti alle cronache per i tentativi di accaparramento di benifici fiscali non dovuti».
GLI ALTRI NODI
Anaci fa sapere che ora il problema del reperimento dei materiali si sta pian piano risolvendo «ma resta l’incognita energia che potrebbe far rivedere in corso d’opera i costi del capitolato tecnico con conseguente convocazione delle assemblee interessate per far approvare il nuovo quadro economico nel caso in cui l’extra prezzo non possa essere ricompreso nella piena detraibilità».
Anaci Padova auspica infine che «le detraibiltà possano essere prorogate rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2023, magari scendendo nella aliquota di detraibilità concessa, mantenendola però appetibile». La situazione è in costante evoluzione: bisogna attendere le scelte del governo che si insedierà in autunno.
Source: ilgazzettino.it
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