Per gli interventi condominiali il Superbonus è riconosciuto per le spese effettuate fino al 31 dicembre 2023. Il fatto che al momento fatto che sia stata raggiunta una quota di detrazioni maturate oggi che supera i 40 miliardi di euro non comporta che lo Stato debba intervenire per rifinanziare questa misura né che ci sia un rischio di blocco. Il Superbonus, infatti, è una detrazione analoga alla detrazione per ristrutturazione, a quella per le spese sanitarie, per i mutui ecc., per cui non è previsto un fondo ad esaurimento, ma semplicemente la copertura dei costi anno dopo anno con i fondi che lo Stato acquisice come entrate. Lo stesso Superbonus peraltro garantisce entrate aggiuntive in termini di Iva e di imposte pagate dalle imprese. Non c’è dunque alcun problema in merito alla possibilità che il GC acquisisca l’intero credito d’imposta che potrà utilizzare, come previsto dalla legge, non solo per pagare le imposte sul reddito della società ma anche per versare i contributi sui dipendenti e le imposte sugli stipendi. Peraltro a partire dal 1° gennaio priossimo potranno realizzare i lavori di importo superiore ai 516.000 euro, esclusivamente le società dotate di certificazione Soa. Questa certificazione attesta che la società in questione ha le capacità economiche, tecniche e i beni necessari per far fronte all’intero importo dell’appalto. In caso contrario non è possibile avere il Superbonus. Quindi se la società è certificata Soa è in grado di acquistare il credito derivante dai lavori in quanto altrimenti non avrebbe i requisiti economici richiesti dalle norme per poterli realizzare.
Source: repubblica.it
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