Volevano venire a vivere vicino alla figlia e hanno acquistato casa a Prato, ma la ristrutturazione non è andata come previsto a causa della burocrazia e del cambio di regole del cosiddetto 110%. E’ solo una delle storie di difficoltà legate all’ecobonus e intanto è partita una raccolta di firme: decine le adesioni di professionisti, tecnici e artigiani pratesi
ll sogno di due pensionati di ristrutturare una casa a Prato, per vivere accanto alla figlia, si è infranto contro la burocrazia e il cambio di regole che da due anni caratterizzano l’ecobonus 110%. Non solo si è infranto, ma si è portato via i risparmi di una vita:130mila euro che la coppia, originaria di Pisa, ha dovuto anticipare visto che il mercato delle cessioni del credito, meccanismo che ha fatto volare l’incentivo, da mesi è bloccato. Non solo: per due anni è stato pagato un affitto di 900 euro al mese per l’abitazione provvisoria e 120 euro mensili per il deposito dei mobili in un magazzino, in attesa della nuova casa.
Il nuovo appartamento è stato acquistato nel febbraio del 2020 e subito, i coniugi si sono affidati a professionisti per completare in modo corretto il complicato iter. “Il progetto – spiega la figlia che si è rivolta a Notizie di Prato per dare voce a uno dei tanti drammi che sono legati a questo incentivo – prevedeva una spesa di 180mila euro e la fine dei lavori dopo sei mesi. I miei genitori hanno deciso di affrontare con relativa serenità questo periodo di disagio”.
Ma le cose non sono andate come previsto: da una parte la mancanza di materie prime per fare i cosiddetti cappotti, ma anche la difficoltà a reperire i pannelli fotovoltaici, hanno rallentato il cantiere, dall’altra improvvisamente le regole sono cambiate. “Per cercare di salvare il salvabile – continua la lettrice – hanno dovuto anticipare quasi per intero la cifra della ristrutturazione. Ovviamente da soli non potevano fare fronte a questa spesa e, così, sono stati aiutati da noi figli, che abbiamo dovuto mettere mano ai nostri risparmi”.
Da un mese la coppia è tornata a vivere nella casa nuova, ma in condizioni veramente precarie: il fotovoltaico non è ancora stato allacciato, l’impianto di condizionamento non è finito e neppure è stato fatto l’allacciamento del gas. In pratica nell’abitazione c’è solo la corrente “E’ una situazione di disagio, ma almeno non devono pagare l’affitto” è il commento sconsolato della figlia.
La speranza di recuperare i 130mila euro e di non doverne aggiungere altri 50mila è appesa alla discussione in Senato del Decreto aiuti Bis dove potrebbe essere anche votata l’eliminazione dell’articolo relativo alla responsabilità in solido. Abolizione che viene chiesta a gran voce da decine di professionisti, tecnici, artigiani e proprietari immobiliari che in questi giorni stanno firmando la petizione online “110%Superbonus”. Lungo l’elenco delle firme raccolte a Prato con la speranza di una soluzione.
Il nuovo appartamento è stato acquistato nel febbraio del 2020 e subito, i coniugi si sono affidati a professionisti per completare in modo corretto il complicato iter. “Il progetto – spiega la figlia che si è rivolta a Notizie di Prato per dare voce a uno dei tanti drammi che sono legati a questo incentivo – prevedeva una spesa di 180mila euro e la fine dei lavori dopo sei mesi. I miei genitori hanno deciso di affrontare con relativa serenità questo periodo di disagio”.
Ma le cose non sono andate come previsto: da una parte la mancanza di materie prime per fare i cosiddetti cappotti, ma anche la difficoltà a reperire i pannelli fotovoltaici, hanno rallentato il cantiere, dall’altra improvvisamente le regole sono cambiate. “Per cercare di salvare il salvabile – continua la lettrice – hanno dovuto anticipare quasi per intero la cifra della ristrutturazione. Ovviamente da soli non potevano fare fronte a questa spesa e, così, sono stati aiutati da noi figli, che abbiamo dovuto mettere mano ai nostri risparmi”.
Da un mese la coppia è tornata a vivere nella casa nuova, ma in condizioni veramente precarie: il fotovoltaico non è ancora stato allacciato, l’impianto di condizionamento non è finito e neppure è stato fatto l’allacciamento del gas. In pratica nell’abitazione c’è solo la corrente “E’ una situazione di disagio, ma almeno non devono pagare l’affitto” è il commento sconsolato della figlia.
La speranza di recuperare i 130mila euro e di non doverne aggiungere altri 50mila è appesa alla discussione in Senato del Decreto aiuti Bis dove potrebbe essere anche votata l’eliminazione dell’articolo relativo alla responsabilità in solido. Abolizione che viene chiesta a gran voce da decine di professionisti, tecnici, artigiani e proprietari immobiliari che in questi giorni stanno firmando la petizione online “110%Superbonus”. Lungo l’elenco delle firme raccolte a Prato con la speranza di una soluzione.
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