La cessione del credito può essere un’opzione fiscale, ma anche di natura commerciale.
Nella prima ipotesi, si tratta di un’alternativa, a costo zero, alla fruizione di detrazioni spettanti per determinate agevolazioni statali.
Vi rientrano per esempio:
Nel secondo caso, invece, si fa riferimento ai crediti commerciali liquidi, esigibili dalle aziende, le quali possono cederli a banche e istituti di credito ricevendo in cambio liquidità immediata.
Come funziona in pratica la cessione del credito?
La cessione del credito d’imposta può avvenire in due modi differenti:
- in compensazione dei crediti e dei debiti che risultano dalla dichiarazione dei redditi, tramite l’utilizzo del modello F24 (la procedura può essere eseguita esclusivamente online, sul portale dell’Agenzia delle Entrate);
- tramite cessione a terzi, come per esempio a una banca.
In questo secondo caso, si dovrà utilizzare la Piattaforma cessione crediti dell’Agenzia delle Entrate, la quale viene utilizzata anche qualora si volesse usufruire di un’ulteriore opzione, ovvero lo sconto in fattura.
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Cessione del credito commerciale
Per quanto riguarda le cessione dei crediti commerciali, è prevista dall’articolo 1260 del Codice civile, che la permette sia a titolo gratuito, sia a titolo oneroso.
La cessione dei crediti commerciali non è possibile nei contratti di finanziamento bilaterali, mentre è permessa per i crediti e i debiti nati da una transazione commerciale.
I soggetti coinvolti nella cessione del credito sono:
- il creditore cedente, ovvero chi cede il proprio diritto;
- il cessionario, ovvero il soggetto al quale il credito viene trasferito;
- il debitore, ovvero il ceduto, che non dovrà fornire il suo consenso alla cessione del credito.
Ci potranno essere due tipologie di cessione del credito:
- cessione pro soluto, nella quale il creditore garantisce solo l’esistenza del credito ceduto, quindi il rischio di un eventuale inadempimento da parte del debitore passa al cessionario;
- cessione pro solvendo, nella quale il cedente garantisce non solo il credito d’imposta, ma anche la solvibilità da parte del soggetto debitore.
Qual è la differenza tra sconto in fattura e cessione del credito?
Nel momento in cui si usufruisce di un’agevolazione fiscale da parte dello Stato, si potrà anche scegliere, al posto della cessione del credito, di ricevere uno sconto diretto in fattura.
In questo modo, invece di recuperare i soldi spesi per un determinato intervento, come uno di tipo edilizio, si potrà risparmiare fin da subito. La ditta che si occupa dei lavori potrà decidere se applicare lo sconto in fattura, oppure no.
Qualora decidesse di farlo, riceverebbe a sua volta un credito d’imposta da utilizzare in compensazione, oppure da cedere (si parla di seconda cessione) a uno dei seguenti istituti:
- banche;
- altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti negli albi tenuti dalla Banca d’Italia;
- imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia;
- Sgr;
- Sicav;
- Sim;
- Sicaf.
La legge prevede che siano possibili fino a 4 cessioni del credito.
Quando non è possibile la cessione del credito
Ci sono alcuni casi nei quali non è possibile scegliere l’opzione della cessione del credito d’imposta. Si tratta, in particolare, dei casi in cui:
- il credito ha carattere personale;
- la cessione è esplicitamente vietata dalla legge;
- il creditore e il debitore hanno stipulato un accordo di non cessione del credito e il cessionario ne è a conoscenza.
Quali documenti servono per la cessione del credito?
I documenti da presentare a una banca nel caso di cessione del credito possono variare in relazione alla tipologia di agevolazione fiscale alla quale si vorrebbe accedere.
Per esempio, nel caso del bonus ristrutturazione, saranno richiesti:
- asseverazioni da parte di un tecnico qualificato;
- APE iniziale e finale;
- abilitazioni amministrative sulla tipologia di intervento da realizzare e sulla data di inizio dei lavori;
- fatture e ricevute fiscali dalle quali si possano attestare le spese sostenute;
- eventuali altri documenti relativi alle spese, come potrebbe essere il pagamento di un onere di urbanizzazione o un’imposta di bollo;
- eventuale atto di cessione dell’immobile.
Nel caso del sismabonus, invece, si dovrebbe presentare anche la copia dell’asseverazione della classe di rischio dell’edificio e quella che si potrebbe conseguire nel caso di esecuzione dell’intervento progettato, oltre che l’attestazione della conformità dei lavori eseguiti.
Cessione del credito: novità Superbonus 110%
Le ultime notizie sulla cessione del credito relativa al Superbonus 110% arrivano dal Decreto Aiuti bis, tramite l’introduzione di un emendamento che elimina la responsabilità solidale sulla cessione del credito da parte delle banche.
Nella pratica, la responsabilità in solido tra cedente e cessionario resterà soltanto in caso di dolo e colpa grave. L’emendamento previsto dall’articolo 121, comma 6 del decreto legge n. 34/2022, prevede inoltre che:
Le disposizioni del presente comma si applicano esclusivamente ai crediti per i quali sono stati acquisiti, nel rispetto delle previsioni di legge, i visti di conformità, le asseverazioni e le attestazioni di cui all’articolo 119 e di cui all’articolo 121, comma 1-ter.
In merito alla responsabilità solidale, è stata proprio l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 23/E, a precisare il ruolo predominante da parte di chi acquista crediti fiscali in ambito di controlli preventivi per il contrasto delle frodi.
Alle banche è stata richiesta un’elevata professionalità nell’acquisto di crediti fiscali derivanti da bonus edilizi, al fine di prevenire violazioni, immissioni di somme illecite sul mercato e frodi. Sarà pertanto necessaria la valutazione di specifici indici che sono stati diffusi in un documento rilasciato proprio dall’Agenzia delle Entrate.
Le banche saranno ritenute responsabili in caso di illeciti se non avranno verificato in modo preventivo tali requisiti.
Cessione del credito – Domanda frequenti
La cessione del credito è un accordo contrattuale con il quale viene trasferito il diritto di credito di un soggetto cedente a un terzo acquirente, chiamato cessionario.
La cessione del credito conviene in quanto permette di ricevere liquidità immediata senza dover necessariamente attendere una detrazione fiscale in fase di dichiarazione dei redditi.
Ci sono diverse banche e imprese edili alle quali è possibile cedere i crediti d’imposta: ecco perché conviene sempre fare una ricerca preliminare.
Source: dequo.it
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