Prendete la macchina e dirigetevi a Santa Severa: avrete coperto circa 50 chilometri, che è la consistenza lineare del materiale cartaceo in possesso del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale. Pile e pile di scartoffie (160.000 documenti) che, come si legge in una comunicazione firmata dalla dirigente Cinzia Esposito “è depositata sia presso i vari locali delle tre diverse sedi (via del Turismo, via di Decima, via della Civiltà del Lavoro), sia presso dei capannoni collocati fuori dal territorio della città di Roma”. Al momento l’accesso a questi documenti, in particolare ai progetti urbanistici tanto cari soprattutto agli architetti, è pressoché impossibile.
Gli architetti romani: “Scuse non sufficienti”
“Le giustificazioni della dirigente – fanno sapere dall’Ordine Architetti di Roma – non sembrano sufficienti a spiegare l’impossibilità di ottenere riscontri utili o comunque l’inevitabilità di affrontare un percorso a ostacoli, con tempistiche insostenibili, per quanto riguarda l’accesso agli atti”. A rallentare ulteriormente le procedure è stato anche il cambio di ditta che si occupa di della gestione del servizio di deposito, custodia e trasporto dei fascicoli – quelli che vengono poi resi disponibile alla visione dell’utenza – avvenuto il 1° luglio. La precedente ditta teneva i documenti in un capannone a Pomezia, quella attuale invece a Nepi: “Il nuovo contratto è stato firmato il 4 agosto – scrive il Dipartimento – e tra il 28 luglio e l’1 ottobre la ditta si è occupata di trasferire i fascicoli da Pomezia a Nepi”.
Le proposte dell’Ordine
“Ci si meraviglia per come questa lettera possa essere pubblicata a giustificazione della lentezza con cui le richieste per gli accessi agli atti vengono evase – le parole di Alessandro Panci, presidente OAR -. L’l’Ordine di Roma già da prima della pandemia si è speso con l’amministrazione capitolina affinché si procedesse alla digitalizzazione degli archivi. Nel maggio 2020 fu inviata una lettera ai Ministri di Infrastrutture, Innovazione e Beni Culturali, alla Regione Lazio e al Comune di Roma con proposte per il rilancio dell’economia dell’edilizia, duramente colpita anche dalla crisi generata dalla pandemia”. Sta di fatto che i progettisti ogni giorno “si confrontano con questa grave difficoltà per svolgere la loro attività professionale e che è ormai divenuta cronica”.
“Digitalizzare, sburocratizzare e collaborare – le tre proposte principali fatte oltre un anno fa dall’Ordine -, inclusa la digitalizzazione e dematerializzazione degli archivi dei progetti contenenti i titoli abitativi delle preesistenze degli immobili, accessibili on line da parte dell’utenza, possibilmente georeferenziati”.
L’appello al nuovo sindaco
Ma i tempi sembrano ancora lunghi, per quanto la nuova amministrazione guidata da Roberto Gualtieri dovrebbe puntare molto sulla trasformazione digitale, come da programma. E la preoccupazione tra i professionisti cresce, perché “il blocco o comunque l’estremo rallentamento delle procedure può avere un impatto sui tentativi di ripresa post Covid. Si teme – spiegano dall’Ordine – che molte pratiche amministrative connesse al Superbonus 110% non riusciranno a essere concluse nei termini della proroga (che il Governo probabilmente farà slittare al 2023)”.
“L’Ordine degli Architetti – conclude Panci rivolgendosi al neosindaco di Roma – offre la piena disponibilità ad essere di supporto agli uffici nelle misure già messe in campo e che necessitano di un accordo con l’amministrazione capitolina. L’auspicio è che si possa arrivare, in tempi brevi, a una risoluzione delle problematiche che, oltre a prevedere un aumento della forza lavoro all’interno degli uffici, la cui carenza di personale è ormai cronica, si fondi su una programmazione a breve e lungo termine in cui il confronto con la realtà professionale sia un elemento indispensabile”.
Source: romatoday.it
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