Se il destinatario dell’ingiunzione a demolire un abuso edilizio
non provvede ad adempiere all’ordine entro 90 giorni
dall’emanazione, il bene e l’area di sedime vengono
acquisiti, di diritto e gratuitamente, al patrimonio comunale.
Non solo: l’Amministrazione può disporre
anche l’acquisizione di un’ulteriore area –
di massimo 10 volte la complessiva superficie utile abusivamente
costruita – che risulti necessaria, secondo le vigenti prescrizioni
urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle
abusive, ma solo se è in grado di indicare con precisione
l’estensione e di motivarne l’acquisizione mediante
specifici termini di criteri utilizzati e ragioni
legittimanti.
Abusi edilizi e acquisizione al patrimonio comunale: come
funziona
A ribadirlo è il TAR Lazio con la sentenza del
7 ottobre 2024, n. 17222, che ha
accolto il ricorso proposto per l’annullamento del provvedimento di
acquisizione al patrimonio comunale di un immobile abusivo,
dell’area di sedime e di un’ulteriore area, per non aver
l’Amministrazione adempiuto all’obbligo di motivare e
determinare l’area aggiuntiva acquisita di diritto.
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