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Affitti brevi, superbonus, Brexit e giovani: tutte le novità sul fisco – We Wealth

Passate in rassegna le principali circostanze rilevanti ai fini fiscali, è opportuno prendere in considerazione alcuni degli incentivi recentemente introdotti dal legislatore, al fine di rilanciare il settore immobiliare.

A tal proposito occorre soffermarsi sul più rilevante tra gli incentivi introdotti: il Superbonus 110%. Come indicato dal nome stesso dell’agevolazione, il Superbonus eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 e spetta, in particolare, in caso di interventi di isolamento termico sugli involucri, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni e interventi antisismici.

Anche su questo fronte vale la pena sottolineare alcune novità: come rilevato dall’Agenzia delle entrate, con la risposta ad interpello n. 242 del 13 aprile 2021, è possibile fruire del Superbonus, dunque detrarre le spese, anche per interventi che comportano il cambio di destinazione d’uso del fabbricato originario in abitativo. Ciò considerato, è appena il caso di fare riferimento ad un’altra iniziativa assunta a sostegno del mercato immobiliare. Si tratta degli incentivi a favore degli under 36, introdotti con il Decreto Sostegni bis.

Nel dettaglio, la disciplina dell’agevolazione in commento prevede che i soggetti di età inferiore a 36 anni, con Isee non superiore a 40 mila euro, che intendono acquistare un immobile hanno diritto: all’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale; di beneficiare di un credito di imposta pari all’Iva sostenuta per l’acquisto dell’immobile; all’esenzione dall’imposta sostitutiva sui mutui erogati per l’acquisto, la costruzione, la ristrutturazione degli immobili oggetto di agevolazione. Prima di concludere questa breve rassegna, occorre soffermare l’attenzione su altre due novità: la prima riguarda gli affitti brevi, la seconda l’uscita di Londra dall’Ue. Con riferimento al primo punto, è bene notare che a partire dal 2021 il legislatore è intervenuto sul regime di tassazione agevolato (cedolare secca al 21%) sugli affitti brevi. In particolare, la legge di Bilancio fissa a quattro il numero massimo di immobili locati a fini abitativi per ciascun periodo d’imposta per cui si può beneficiare della tassazione agevolata del 21%.

Al contrario, nei confronti dei soggetti che danno in locazione cinque o più appartamenti, per breve periodo, vige la presunzione di svolgimento di attività imprenditoriale; con il conseguente obbligo di dotarsi di partita Iva.

La Brexit, a sua volta, ha influito anche sugli interessi dei cittadini italiani che possiedono un immobile in Uk. In particolare ha inciso sull’Ivie, vale a dire sull’imposta annuale sul valore degli immobili all’estero, generalmente dovuta da tutti i soggetti italiani che possiedono beni immobili in o extra Ue. Poiché adesso il Regno Unito è fuori dall’Ue, la base imponibile dell’imposta deve essere calcolata non già a partire dal valore catastale (cosa che accade nel caso di beni immobili situati in Stati Ue), ma in funzione del costo di acquisto o del valore di mercato. Una simile circostanza rischia di determinare sugli immobili di persone fisiche italiane o soggetti passivi diversi dalle persone fisiche, situati nel Regno Unito un incremento del costo fiscale annuo dovuto a titolo Ivie.

Articolo tratto dal magazine We Wealth di settembre 2021

Source: we-wealth.com

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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