“Il suo credito d’imposta non va più bene, non possiamo acquistarlo”. È la risposta che un iscritto all’Ordine degli Ingegneri di Lecce ha ricevuto da un istituto di credito.
Alla sua, negli ultimi tempi si aggiungono tante altre voci, a cui l’Ordine degli Ingegneri di Lecce farà da cassa di risonanza e piattaforma operativa per mettere in luce e cercare soluzioni al malessere e all’intolleranza nei confronti di quanto sta accadendo sulla pelle dei colleghi che si sono strutturati per accettare la sfida professionale e cogliere le opportunità offerte dal Superbonus 110, strategica in prospettiva degli obiettivi carbon neutral 2050, centrata com’è sulla riqualificazione energetica in vista della transizione verde che è bandiera dell’Esecutivo Draghi ed ha assunto i caratteri di drammatica emergenza dopo il conflitto Russia-Ucraina e la contrazione nell’approvvigionamento di gas.
Eppure, nonostante il plauso dell’Unione Europea, e i dati confortanti registrati a livello territoriale e nazionale lo scorso anno in termini di occupazione, rilancio del settore edile e riqualificazione del patrimonio immobiliare, il ricorso alla misura continua a seguire un percorso a dir poco accidentato, costretta a continui stop and go dovuti a “picconature” governative a colpi di decretazione d’urgenza che ne hanno scardinato progressivamente l’impianto e svilito la capacità remunerativa del sistema, bloccando di fatto procedure e cantieri già avviati.
Il primo colpo di piccone è stato assestato con le previsioni sanzionatorie introdotte nel Decreto Antifrodi (D.L. 157/201) sulla scorta di indagini per truffa ma relative in larga parte a interventi con Bonus Facciate, soggette a controlli molto meno stringenti rispetto al 110, che ha portato le banche a chiedere un ingiustificato surplus di documentazione. “Non sulla cessione personale ma su quella delle imprese e degli enti, su un credito 110 per cento, che già per legge viene asseverato dal tecnico sul portale ENEA, con iter complesso e molto intelaiato, basato su una serie di dati tecnici frutto di una solida fase progettuale precedente che ben poco spazio lascia alle truffe e ha valore di documento ufficiale, – racconta un nostro iscritto – gli istituti di credito ci hanno richiesto un’ulteriore asseverazione, nella quale si certifica che “il progetto è in regola secondo le norme”, un duplicato inutile”.
Ad assestare il secondo colpo è intervenuto poi nel gennaio scorso il Decreto Sostegni-Ter (D.L. n.4/2022, poi convertito con la Legge n.25/2022) cioè la drastica limitazione del numero delle cessioni passate da un regime di libera circolazione a una sola cessione, con la previsione di due ulteriori cessioni se a favore di banche o intermediari finanziari. Paletti normativi che hanno fatto irruzione a gamba tesa sull’attività di imprenditori e tecnici a lavori già avviati e hanno condizionato chi doveva acquisire un credito con lo spauracchio, in prospettiva, di non poterlo più cedere. Da qui il rifiuto, di fatto, e dall’oggi al domani, da parte degli istituti di credito, di accettare i crediti d’imposta di tecnici e dottori commercialisti, e questo è inaccettabile in un sistema che si regge tutto sulla serietà dei professionisti e di quanto da loro certificato.
Questo clima di sfiducia ha avuto ripercussioni sull’affidabilità dei professionisti presso le banche, su cui si è riversata dopo il blocco delle cessioni una mole di crediti d’imposta da acquistare e che da circa un mese hanno già esaurito il plafond.
“Molte grandi realtà creditizie hanno chiuso momentaneamente, altre non hanno mai accettato crediti dei professionisti, – evidenzia un altro collega – altre hanno comunicato che riapriranno alle cessioni ma alzando fino a 20 mila euro il tetto minimo, fatto che taglia le gambe a noi tecnici che raramente emettiamo parcelle che superano i 6-7 mila euro per un’asseverazione; altre hanno tempi estremamente lunghi per liquidare le nostre fatture che riguardano tutti gli interventi operati, per via della complessità della verifica fiscale e solo in casi sporadici ci si è organizzati con procedure semplificate, per esempio con controlli a campione previa lettera di malleva da parte del tecnico. Indipendentemente dal danno economico al singolo, che si può ammortizzare portando quei crediti in detrazione, il fatto gravissimo e inaccettabile è che questa situazione sta facendo sì che ditte con i cassetti fiscali gonfi e crediti che non riescono a cedere, non soltanto hanno bloccato i cantieri già aperti, in cui il tecnico ha la responsabilità principale, ma stanno vendendo i loro crediti sulle piattaforme nazionali e sui siti di scambio specializzati a un valore del 28%. Il rischio di una pericolosa bolla speculativa è più che concreto”.
La situazione è molto difficile, soprattutto per i colleghi giovani che si sono tuffati in questa bolla e per il professionista medio, drammatica, se si considerano i tanti investimenti che si è dovuto fare e le spese sostenute.
Una burocrazia che si è accartocciata su se stessa e la delegittimazione del ruolo dei professionisti che la stretta introdotta dai decreti ha comportato hanno generato un paradosso: proprio il soggetto che più di tutti si carica di responsabilità andando a garantire per terzi, è quello al quale non è poi consentito di poter ottenere un equo compenso per il proprio lavoro e l’onere che si assume, con conseguenti distorsioni nella catena operativa che complessivamente interessa l’esecuzione dei lavori.
Per contrastare questo paradosso e in difesa della professionalità delle categorie tecniche, già all’indomani del varo del giro di vite sanzionatorio previsto nel Decreto Antifrodi, l’Ordine degli Ingegneri di Lecce ha condiviso e rilanciato in ambito territoriale la mobilitazione indetta a livello nazionale dalla Rete Professioni Tecniche e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e concretizzatasi in una lettera-appello al Premier Draghi e ai parlamentari ed esponenti politici locali, ma il decreto è stato convertito in legge e le richieste di modifica sono rimaste inascoltate.
Sul fronte cessioni, invece, lievi aperture sono arrivate con il Decreto Aiuti, che ne ha introdotto una quarta dalle banche ai propri correntisti e con il recentissimo Decreto Bollette che rende questa cessione banche-clienti professionali privati sempre possibile, ma l’Ordine di Lecce metterà comunque in campo azioni di sensibilizzazione e di stimolo anche presso chi rappresenta il titolo a livello nazionale affinché si sblocchi il sistema, perché il limite posto alle cessioni, che sono la vera novità introdotta dal Superbonus, comporta un esaurimento del plafond a disposizione degli istituti bancari, inadeguato rispetto al movimento di lavoro generato dal varo del Superbonus, che ha dato impulso all’economia reale.
Source: leccesette.it
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