VENEZIA – Architetti, ingegneri, geologi, periti industriali, geometri, commercialisti del Veneto, attraverso le rispettive federazioni, gli ordini regionali e provinciali, consulte regionali, lanciano l’allarme: secondo i professionisti è a rischio la realizzabilità del superbonus, per un insieme di fattori. Ovvero rincaro dei prezzi, inapprovvigionabilità dei materiali e norme fiscali retroattive.
Ritardi burocratici, serve una proroga
«Rileviamo dal nostro osservatorio – scrivono – che moltissimi interventi legati alle unifamiliari stanno per partire solo ora con grandi ritardi dovuti alla burocrazia degli accessi agli atti e a norme in continuo cambiamento. Oltretutto, siamo di fronte a enormi problematiche legate ad un rincaro costante e incontrollato dei prezzi dei materiali da costruzione (si parla di più del 30%), e ad una estrema difficoltà di approvvigionamento dei materiali». Per questo avanzano due richieste: la prima riguarda la proroga della scadenza al 30 giugno legata agli edifici unifamiliari posseduti da soggetti con Isee superiore a 25.000 euro, che costituiscono un settore importantissimo dello stock edilizio e che deve essere effettuata senza il vincolo del riferimento stringente, e inattuabile, dell’Isee a 25.000 euro. Infatti in molti casi già il solo possesso dell’abitazione fa superare quella soglia.
«No alle misure retroattive»
La seconda richiesta riguarda invece la modifica della retroattività delle misure antifrode messe in campo. «Come una doccia fredda, a seguito della scoperta di truffe ai danni dello Stato – spiega una nota dei professionisti veneti -, le scorse settimane il Governo e l’Agenzia delle entrate hanno introdotto una misura antifrode retroattiva con il decreto legge del 11 novembre in vigore dal 12.11.2021. Quindi anche i bonus ordinari del 50% e del 65%, per non parlare del bonus facciate, al 90% sono stati oggetto di estensione delle norme previste per il superbonus. Siamo in prima linea ad operare per gli interventi relativi al patrimonio edilizio finalizzati al suo recupero, al miglioramento dell’efficienza energetica, all’adozione di misure antisismiche, al restauro delle facciate nonché relativi alla installazione di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, ovvero per la cessione dei crediti di imposta riconosciuti da provvedimenti emanati per fronteggiare l’emergenza da Covid- 19 e rilanciare tutto il comparto edile come motore trainante per la ripresa del paese. Da parte nostra inutile dire che il rilancio lo stiamo vedendo e vivendo, da alcuni mesi. Anche il mondo della piccola imprenditoria e artigiani locali all’inizio scettico è riuscito ad acquisire fiducia in un nuovo strumento finanziario per intervenire sul patrimonio edilizio. Per non parlare delle banche che solo dalla scorsa primavera sono riuscite a “rodare” in qualche modo il processo fiscale per la cessione del credito agli istituti bancari essendo di supporto ai propri clienti e ai professionisti».
Bonus ordinari parificati al “super”
Però, osservano i professionisti, il decreto mira ad equiparare il trattamento dei bonus ordinari al superbonus 110%, cambiando di fatto la modalità di cessione del credito o dello sconto fattura non solo per il contribuente finale, ma anche per gli attori in campo, cioè professionisti e ditte, con la richiesta di provvedere all’obbligo del visto di conformità e della congruità dei prezzi anche su fatture e pagamenti già emessi per lavori già svolti di cui si voglia procedere a fare la cessione del credito o a richiedere lo sconto fattura. «E tutto questo in maniera retroattiva! – aggiungono i tecnici veneti -. Vorremmo che al Governo arrivasse un segnale forte rispetto alle difficoltà oggettive che dovranno affrontare i tecnici in generale, e le ditte in modo particolare, che finora hanno orientato i propri clienti verso una procedura più snella rispetto al procedura del 110%. Così com’è concepito il decreto 157/2021 chiede ad architetti, ingegneri, geometri, ieriti, commercialisti di validare operazioni con una verifica retroattiva. Siamo certi che la norma non sia incostituzionale? Non si può accettare una norma che richiede valutazioni e asseverazioni retroattive rispetto ad attività professionali e di mestieri già eseguiti nell’anno fiscale in corso, mettendo in crisi tutto il comparto ed inficiando in modo grave la potenzialità di uno strumento fondamentale per il recupero dell’economia italiana, basti vedere la crescita del Pil che molto deve a questa manovra dello stato».
Il rischio di un boomerang
«Lo strumento della cessione del credito/sconto fattura assieme ad una norma strutturale riteniamo possa avere un ruolo fondamentale per lo sviluppo futuro, come pensiamo sia giusto anche l’indirizzo annunciato di una progressiva rimodulazione dell’aliquota beneficiaria. Ciò che vogliamo scongiurare – conclude la nota dei professionisti – è l’atteggiamento vessatorio di provvedimenti che potrebbero lasciate sul tappeto non solo molti contribuenti ma anche molti professionisti e artigiani, che con difficoltà si sono adoperati in quest’anno a portare avanti progetti con le continue modifiche apportate in corso d’opera, integrazioni, chiarimenti da parte dell’Enea o dell’Agenzia delle Entrate, per non parlare della miriade di interpelli e interpretazioni che, oltre a precisare l’applicabilità della norma, hanno creato un’enorme confusione. Chiediamo norme stabili e con un orizzonte ampio, ma anche rispetto di chi opera con professionalità e correttezza, rendendosi protagonista e partecipe del risultato positivo della crescita economica del nostro paese».
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